«Il mito di Cuba come destinazione proibita è finito. Ci sono molti artisti che vogliono venire a cantare qui. Mi piacerebbe molto portare il Gran Combo di Puerto Rico, il gruppo Niche, La sonora ponceña, Oscar de León, Tito Nieve. Tutti loro cono molto interessati per venire a Cuba. Hanno fame di venire a Cuba», ha detto il sonero dominicano José Alberto «El canario» dopo il suo arrivo nell’Isola per partecipare al Festival Josone, che si realizza da ieri, giovedì 12 a Varadero, organizzato dalla Egrem e dall’Istituto della Musica.
Il dominicano, vincitore di un Premio Grammy nel 2015, è venuto a Cuba in diverse occasioni per registrare con il Septeto Santiaguero, tra i vari progetti.
«Io lavoro nel mondo intero e non mi possono proibire di venire a Cuba, perché io vengo a dare musica e allegria. Vengo tutte le volte che voglio e continuerò a venire», ha assicurato in un incontro con la stampa nella sede della Egrem.
Il musicista dominicano che è molto influenzato dalla musica di gruppi e artisti come Benny Moré, Rolando la Serie, Pello el Afrokán e Tata Güines, tra i tanti, ha composto per più di tre decenni numerosi temi che hanno fatto ballare con passione.
«Io ammiro molti musicisti cubani, perché questo paese e i cubani, in quanto alla musica, sono grandiosi. Cuba è la patria della musica! Noi siamo radici e io mi sono dedicato di più alla tradizione, a seguire la musica degli anni ’50, ‘60 e dei ‘40 perché è il mio gusto personale».
Per «El canario», il cambio generazionale è garantito. Ci sono molti giovani talenti che si uniscono per fare “salsa brava e dura” in paesi come Colombia, Perù e Repubblica Dominicana, dove si è svegliata una grande febbre per la salsa. Ci sono moltissimi giovani che lavorano con la musica di 40 anni fa, quella di Machito, Tito Puente, Benny Moré».
Il rispettato interprete e compositore pensa che ci sono stati apporti nel reguetón, un genere che, ha spiegato, è cambiato nel tempo.
«Già nella salsa si fa reguetón e si continua a fare. Io ho registrato con reguetoneros. Già il reguetón non è quello delle parole crude che si faceva dieci anni fa. Già ha tenerezza, melodia e lirica» .
Il dominicano ha affermato che tra i suoi progetti principali c’è sempre “fare la musica cubana” collaborando con gli artisti dell’Isola.
«I festival e i concerti che si stanno realizzato in Cuba sono una finestra che si apre ed hanno tutto il nostro appoggio. Si realizzano sempre più festival e si apriranno molte altre porte. Siamo disposti a lavorare e a cantare in Cuba quando sia. Da parte mia io farò musica cubana tutta la vita, sino al giorno che morirò