José Steinsleger – https://nostramerica.wordpress.com
Nel quotidiano messicano La Jornada del 18 luglio, uno dei migliori giornalisti latinoamericani cerca di dire qualcosa sulla situazione in Nicaragua, confusa, scivolosa, disgraziatissima. Fra l’altro ricorda la storia dell’ambiguo Presidente del Panama, Manuel Noriega, anch’essa molto ambigua e tuttora oscura, che portò all’invasione del paese da parte degli Stati Uniti e al bombardamento di interi quartieri con bombe al fosforo bianco (A.R.)
Roma non paga i traditori. Informatore dell’ Agenzia Centrale di Intelligenza (CIA), Noriega decise di essere un eroe quando Washington fece pollice verso, e lo mollò. Dopo essere stato demonizzato con mezze verità e mezze bugie, ha scontato 28 anni nelle prigioni degli Stati Uniti, della Francia e del Panama, finché, a maggio del 2017, è morto pentito dei suoi errori.
E’ un caso simile a quello di Daniel Ortega? No. Al momento opportuno, Ortega ha saputo essere un eroe vero. Ma oggi la sua tragedia la fa finita con quella di molti processi antimperialisti dei paesi semicoloniali (Iraq, Siria, Libia), dove le contraddizioni, invece di dirimersi fra cattivi e buoni (presenza di intellettuali e di partiti confessionali), avvengono fra buoni e non tanto cattivi, insieme a cattivi e non tanto buoni.
Una situazione complicata, insomma, che fa disperare i rivoluzionari di buon taglio, quando non li sprofondano addirittura in una gravissima depressione ideologica. Uno scrittore di quelli buoni come Sergio Ramírez, ha fatto un salto. Anche a costo di dimenticare la stessa storia antimperialista del suo paese, che in tempi più felici aveva spiegato con onestà intellettuale.
Una storia dove il popolo del Nicaragua ha sconfitto tre interventi militari degli yankee ma che gli Ortega-Murillo hanno disonorato, facendo scolorire la bandiera rossonera verso il rosa-grigio e scegliendo di associarsi con dei miserabili come Arnoldo Alemán ed Enrique Bolaños, gli ex presidenti che li avevano preceduti nella carica.
Come situarsi davanti a questa matassa di contraddizioni? Il popolo sandinista deciderà. Ma non gli scrittori che cadono nella prosaicità di venire acclamati per considerazioni che vanno al di là dei loro meriti letterari o trasformando il paradosso in una ricetta di buona cittadinanza.