Il XXIV Incontro Annuale del Forum di Sao Paulo ha aperto le porte il 15 luglio, in momenti trascendentali per la regione e per le lotte della sinistra a livello mondiale.
A proposito di questo incontro, Granma Internacional ha parlato con José Ramón Balaguer Cabrera, membro della Segreteria del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e capo del suo dipartimento delle Relazioni Internazionali.
–Che cosa ha rappresentato il Forum di Sao Paulo sino ad oggi?
«Va ricordato che nel momento in cui si fondò il FSP c’era una grande incertezza – per alcuni simile a quella di questi tempi – e allora figure come Lula e Fidel furono vitali. Loro riuscivano a intravedere che il socialismo non poteva sparire, che si doveva cercare un’alternativa perché tutti i partiti di sinistra, tutte quelle forze politiche che avevano un concetto diverso della società, lottassero contro il sistema capitalista sfruttatore per essenza, perché non continuasse ad imporsi sui nostri popoli».
«Non si pretendeva d’imporre niente, nè tracciare modelli o linee che potessero far discutere, perché con la scomparsa dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) non si poteva perdere il concetto che una società veramente giusta poteva esistere e che la storia non era terminata. Fu un momento straordinario che salvò dallo smarrimento che esisteva».
«Poi a L’Avana, nel 1993, Fidel parla della necessità dell’unità delle forze di sinistra come unica alternativa, una fatto di vita o di morte che non si poteva tralasciare di seguire. Perché la vita ha dimostrato che quando le forze della sinistra si uniscono sono capaci di vincere nel sistema di democrazia rappresentativa e nelle elezioni, che sì possono prendere il potere e trasformare la società verso modelli più giusti».
«E nonostante tutte le minacce e gli ostacoli, tutti i tentativi di destabilizzazione di ogni tipo, è stato dimostrato che quando c’è unità si può lottare e continuare a vincere, nonostante le condizioni più complesse, come quelle che si presentarono a progetti come la Rivoluzione Bolivariana o che è riuscita a conquistare la Rivoluzione Cittadina in Ecuador, il progetto di Evo Morales in Bolivia, la Rivoluzione Sandinista in Nicaragua, il Brasile di Lula e Dilma con il PT al fronte. Le possibilità che si presentarono in America latina allora erano una cosa impensabile e giunse il momento in cui gli Stati Uniti si videro obbligati ad accettare Cuba nel Vertice delle Americhe, fatto prima inconcepibile, grazie anche alla solidarietà di questa sinistra con Cuba».
« Quello che si vedeva già con l’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur) e l’Alternativa Bolivariana per i popoli d’America (ALBA) venne a concretarsi con la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (Celac).
E lì s’indurisce l’azione dell’impero per cercare d’impedire che questo succeda.
«Abbiamo visto come si dirige la presunta lotta alla corruzione per far crollare i governi progressisti, e quello che stava succedendo nella regione partendo da questo sentimento di solidarietà e cooperazione che si generò era totalmente antagonista al sistema imperialista e allora si cercarono i metodi giudiziari, di guerra economica, di violenza, per cercare di far retrocedere queste conquiste e imporre la Dottrina Monroe».
«Questo incontro a L’Avana si realizza in un momento trascendentale per far sì che s’intenda, che si comprenda l’importanza del FSP nella costruzione dell’integrazione, del bene comune.
Non si è mai preteso di dire cosa va fatto senza dibattere su temi essenziali, l’unica maniera d’andare avanti è partire dell’unità della sinistra.
Guardate che interessante quel che è successo in Messico! Una vittoria schiacciante di Andrés Manuel López Obrador.
E cosa significa questo? Che nell’ambito della discussione e del dialogo si comprenda che quando le forze si uniscono avviene quello che sembrava impossibile».
–Si parla molto di pessimismo …
«È lo stesso che tentarono di fare quando scomparve la URSS, definire la fine della storia e far vedere che a partire da allora non c’era più capitalismo. E cominciò l’insicurezza, la divisione, la frammentazione della sinistra. Si radicalizzò il settarismo, il divorzio dei partiti rivoluzionari e dei movimenti sociali. Anche negli USA è scomparsa una grande quantità di sindacati.
«Però i movimenti sociali, per esempio, hanno ottenuto sino ad ora una migliore articolazione per la lotta e questa è una realtà. Chiaro rappresentano il popolo, quelli che patiscono i problemi e necessitano ogni giorno una società differente in cui vivere.
È importante che s’intenda e che consideriamo la possibilità che le forze di sinistra discutano tra di loro un programma politico, perchè è difficile ottenere l’unità su questioni solamente elettorali. Si deve concepire anche una proiezione politica della società e che questa sia un programma che si realizza se si vincono le elezioni.
«Però per questo si deve avere il senso del momento storico, come ha detto Fidel nel suo Concetto di Rivoluzione, perchè a volte ci sono cose che sono corrette e che mancano, ma in determinati momenti difficilmente si possono concretare.
Questo è quello che ha sempre fatto la Rivoluzione cubana: resistere, continuare a lottare e contare sempre sulle proprie forze e l’unità del nostro popolo, che è quello che ha sostenuto il processo rivoluzionario.
«Si tratta del fatto che le forze di sinistra si devono unire senza perdere la loro identità, ma sulla base di un programma politico. Quello che è impossibile è trasformare la società senza l’unità delle forze di sinistra e che giungano al potere.
«In questi momenti non c’è niente di tanto solido come il FSP dove discutere i problemi che esistono e le forme per cercare l’unione.
Per questo a L’Avana la sinistra europea si riunirà con quelle della nostra regione e saranno rappresentati anche i movimenti e le articolazioni sociali, gli artisti e gli intellettuali e si dibatterà sulla guerra mediatica, ma con ottimismo e la convizione che insieme sì che possiamo».
–Venticinque anni dopo, un incontro del FSP a L’Avana…
« Ci offre la possibilità che molta gente che può star pensando in una forma differente, intenda il momento che viviamo e comprenda che la Rivoluzione Cubana è sempre la stessa, unica, con lo stesso Partito come guida, che comprendano quello che abbiamo fatto nel Sesto e Settimo Congresso, cioè riaffermare il futuro e il concetto di una società più giusta, che non abbiamo ammainato le bandiere, nè le armi, ma tutto il contrario.
Che s’intenda che stiamo perfezionando la nostra società adeguandoci ai momenti attuali, includendo le nostre relazioni con gli Stati Uniti, che sono molto ben definite e aspiriamo a rendere normali, come con qualsiasi paese del mondo, ma ci sono principi ai quali non rinunceremo mai.
«Questo incontro permette che amici di tutto il mondo membri del FSP o invitati di altre regioni, vedano che Cuba è ferma nei suoi concetti e nei suoi principi e che quello che abbiamo realizzato è precisamente grazie all’unità.
–La presenza di Martí e Fidel…
L’obiettivo dell’omaggio a Fidel con una riunione generale speciale dedicata al suo pensiero e alla sua relazione con il FSP, con l’unità, per dialogare e vedere come si rinnovano le sue idee, quanto mancano, e che si capiscano in tutta la loro grandezza.
«La nostra Rivoluzione si muove al calore del concetto e dei principi di Fidel che li ha resi concreti, dei principi che lui ha seminato a livello mondiale.
« Che si capisca che nella rivoluzione cubana, e ci piacerebbe si capisse tra coloro che vogliono lottare, che il pensiero di Fidel è il più avanzato che esiste sulla terra come pensiero rivoluzionario e trasformatore, come per il riscatto di quello che si presumeva sarebbe scomparso con la URSS , e la possibilità reale di trasformare la società in una cosa giusta con tutti e per il bene di tutti, come ci ha insegnato Martí.
«Per questo la presenza permanente di Martí in Fidel e in tutti noi con due idee essenziali: l’indipendenza e la costruzione di un paese con giustizia sociale grazie alle quali ai grandi martiani è più facile capire il socialismo. Loro ci accompagnano oggi e lo faranno sempre in questa battaglia vitale per l’unità»