Alarcon: NYT rompe il silenzio mediatico

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alarconNel mio articolo che appare attualmente sulla ‘Nueva Réplica’ in circolazione, ho rimproverato al New York Times di non aver parlato del caso di Gerardo, Ramón ed Antonio nel suo editoriale dell’ottobre scorso nel quale si è pronunciato per l’eliminazione del blocco nordamericano contro Cuba.

Quando lo ho scritto non immaginavo che con quel documento il giornale newyorkese iniziasse un importante dibattito che dura già da un mese, e comprende diversi editoriali che chiedono un cambiamento sostanziale nelle relazioni tra i due paesi.

free-the-three-1aIl più recente di domenica 2 novembre, propone che i tre siano liberati in cambio che Cuba per ragioni umanitarie metta in libertà Allan Gross condannato qui per aver partecipato ad attività illegali destinate ad abbattere il Governo rivoluzionario.

Si tratta di una posizione giusta e ragionevole. Ha ragione il giornale quando definisce la liberazione dei tre Eroi cubani come un passo indispensabile per avanzare verso la convivenza civile tra due paesi che sono e saranno sempre vicini.

Agli argomenti del Times si dovrebbe aggiungere che nessuno dei Cinque è stato accusato di realizzare spionaggio e pertanto non erano “spie”. Come è stato dimostrato nel processo di Miami nessuno di loro ha avuto accesso o ha cercato informazioni segrete che avessero relazione con la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Nemmeno hanno ricevuto indicazioni per cercare quel tipo di informazioni. Così ha riconosciuto, sotto giuramento, il Generale James R. Clapper che è stato testimone del Governo e la cui testimonianza appare tra le pagine 13089 a 13235 dei Verbali Ufficiali del Tribunale. È lo stesso Clapper che oggi è il Direttore Nazionale di Intelligence dell’Amministrazione Obama.

È anche necessario ricordare che la missione dei Cinque era quella di tentare di vanificare i piani terroristici contro Cuba che più di una volta hanno causato morte e danni a anche persone residenti negli Stati Uniti.

Ma, in ogni caso, questo editoriale del New York Times deve essere salutato come un fatto di importanza trascendentale. Il muro di silenzio che circondava il caso dei Cinque ha ricevuto un colpo devastante che si spera sia definitivo.

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