Mision Verdad – http://aurorasito.altervista.org
Il 22 settembre arrivava sulle coste venezuelane, in particolare nel porto di La Guaira, la nave ospedale “Arca di pace” (He Ping Fang Zhou), dalla Cina. Questa nave fornirà assistenza medica al popolo venezuelano, nel contesto del blocco finanziario imposto dagli Stati Uniti che comprometteva l’accesso a farmaci e forniture specializzate per curare vari disturbi. La nave ha 8 ponti, 300 letti e 120 medici di oltre 20 specialità, pronti a fornire i propri servizi, con un approccio molto diverso di quello annunciato dagli Stati Uniti con la loro nave ospedale USNS Comfort, per fornire “aiuti umanitari” ai migranti venezuelani in Colombia.
Prima di raggiungere le coste venezuelane, il Ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino López aveva affermato che questo è il modo giusto di fare diplomazia nel mondo: con la cooperazione. “E non alzando minacciose voci di guerra, interventismo”. O ugualmente: non fare appello al ricatto di scambiare l’accesso militare coll’assistenza medica, mentre il Pentagono cerca di espandere la propria influenza militare nella regione con esercitazioni congiunte nei territori latinoamericani. Di fatto, le ambizioni americane si rivelano con le reazioni all’azione concordata da Cina e Venezuela. “È un segno degli sforzi di sensibilizzazione della Cina e delle ambizioni di Pechino espandere gradualmente la propria influenza militare all’estero”, affermava l’Associated Press, ripresa da New York Times e Nuevo Herald, dell’apparato mediatico al servizio degli interessi degli Stati Uniti. Ricordiamo che durante la visita in America Latina ad agosto, il capo del Pentagono,James Mattis disse che gli Stati Uniti avrebbero inviato la nave ospedale USNS Comfort sulle coste colombiane per servire i migranti venezuelani nel Paese. Questo, allo stesso tempo minacciava in modo velato i Paesi che avevano “a cuore” i rapporti con potenze come appunto la Cina, contro cui Washington ha intrapreso una guerra dei dazi, e che,insieme alla Russia limita l’egemonia nordamericana nella regione.
La storia della “crisi umanitaria” si contraddice
Una delle principali promozioni dell’invasione militare in Venezuela è proprio la storia della “crisi umanitaria” che dal 2016 si amplifica nel Paese. Ciò evidenzia non solo la produzione mediatica di una situazione disastrosa che richiede attenzione, ma l’idea del clamoroso rifiuto delle autorità venezuelane di ricevere l’offerta di aiuti. Quest’ultimo elemento è nettamente contraddetto dall’arrivo dell’”Arca di Pace”. Il governo venezuelano accetta l’aiuto dalla Cina, ma nel quadro del rispetto e della cooperazione interistituzionale in contrasto alle minacce “umanitarie” poste dalle costanti esercitazioni militari guidate da Washington con Paesi come Colombia e Brasile, diretti vicini del Venezuela, oltre a dichiarazioni dei portavoce nordamericani. Questo, oltre alla nota strategia statunitense tramite gli “aiuti umanitari” per intervenire nei Paesi, come nei casi di Somalia, Haiti o Sud Sudan, in cui il risultato fu disastroso, paradossalmente, sul piano umanitario. Oltre alle dichiarazioni del comando USA, lo stesso presidente Donald Trump aveva ripetutamente insistito a “non escludere” l’opzione militare, mentre a maggio il vicepresidente Mike Pence osservò che Trump avrebbe fatto “tutto il necessario” per essere consultato sulla possibilità di un intervento militare .
“Missione Armonia” dello schieramento diplomatico cinese
Dato quando il governo cinese varò l’Arca di Pace nel 2008, il Venezuela è il 38.mo Paese ad accoglierla nell’ultima tappa della “Missione Armonia”, il tour in diversi Paesi intrapreso a giugno, come evidenziato da Global Times. Il suo arrivo nel porto venezuelano coincide con la fine del viaggio del Presidente Nicolás Maduro in Cina, con cui la cooperazione tra le nazioni veniva rafforzata in settori chiave economici, politici e militari. Qui, entrambe le nazioni firmavano 28 nuovi accordi di cooperazione in aree strategiche come petrolio, energia, estrazione mineraria, oro, ferro, tecnologia, istruzione e cultura, dichiarava la Vicepresidenza della Repubblica. L’He Ping Fang Zhou è lunga 178 metri e disloca 14000 tonnellate. Ha un equipaggio di 200 persone, anche se pià averne 400 in più, nel caso sia necessario più personale medico. Dispone di 5 aree mediche principali, 8 sale operatorie, 300 letti ospedalieri e circa 2666 dispositivi medici, secondo la rivista di Exponaval 2018, che si terrà in Cile tra novembre e dicembre, e in cui sarà presente la barca. Il portale Xinhua notava anche che le strutture possono ospitare un migliaio di persone al giorno, e tra i servizi vi sono cure primarie, pronto soccorso e persino il ricovero in ospedale. Oltre alle sale operatorie, in cui si stima possano essere eseguite 60 operazioni al giorno, è dotato di uffici e laboratori.
Frontiera blindata e risposta alle intenzioni di Washington
Con l’arrivo della nave ospedale, il Venezuela protegge i confini marittimi dalle minacce degli Stati Uniti, allargata all’alleanza con i due principali governi ostili nella regione. Il governo bolivariano, quindi, si avvale delle risorse del soft power della nuova dottrina militare e strategica della Cina, dissuadendo Washington e Bogota (il suo principale supporto nell’area, guidato dal più duro uribismo incarnato da Iván Duque) da un eventuale attacco militare. “La Cina sostiene il Venezuela nella ricerca di una propria via allo sviluppo, adeguata alla propria situazione”, dichiarava il Presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping al ricevimento del Capo di Stato venezuelano a Pechino. Questo, sommato al crescente investimento economico della potenza asiatica in America Latina e Caraibi (fino al 2015 si parlava di 250 miliardi di dollari), preoccupa ampiamente a Washington vedendo come una delle principali minacce alla sua egemonia geopolitica e, di conseguenza, economica, guadagnare terreno in ciò che era il suo cortile. Il messaggio si chiarisce e rafforza con un’immagine che simboleggia perfettamente lo scenario geopolitico in cui le due nazioni coincidono: l’ingresso della nave ospedale nel territorio marittimo venezuelano, scortato da aerei da attacco leggero dell’Aviazione Navale Bolivariana. Venezuela e Cina sono alleati più che mai. E negli Stati Uniti, la fissazione col Venezuela non è solo causata dalle risorse della nazione, ma della posizione geostrategica, chiave per dominare completamente il sud del continente.