La prima pagina di Granma, quel 4 ottobre del 1965, il giorno dopo l’annuncio di Fidel della nascita del Partito Comunista di Cuba, decora orgogliosamente le pareti della redazione nazionale di questo quotidiano.
Ora, in dimensioni giganti, stampata in rosso e nero, è uno dei pochi lussi di quello spazio.
A sinistra una foto di Jorge Oller in bianco e nero ha fermato, rendendolo immortale, il momento in cui il giovane Fidel legge davanti a cinque microfoni e a tutto un popolo la lettera di commiato del Che. Pochi muniti prima aveva elencato i nomi dei nuovi membri del Comitato.
A 53 anni da quella notte nel teatro Chaplin, oggi Karl Marx, tutti coloro che giungono in visita o con un lavoro tra le mani, vedono l’immagine. Saltano alla vista le parole che il leader cubano disse allora mentre presentava a centinaia di giovani, operai e contadini che avrebbero formato il nuovo partito, il suo Comitato Centrale: «Non c’è sacrificio, combattimento o prodezza che non siano rappresentate in lui – nel Comitato Centrale-.
A sinistra una foto di Jorge Oller in bianco e nero ha fermato, rendendolo immortale, il momento in cui l giovane Fidel legge davanti a cinque microfoni e a tutto un popolo la lettera di commiato del Che. Pochi muniti prima aveva elencato i nomi dei nuovi membri del Comitato, le cui storie erano e sono anche oggi “ fin troppo conosciute” ma Ernesto Guevara non era tra di loro.
«C’è un’assenza nel nostro Comitato Centrale –disse il Comandante in Capo –di chi ha tutti i meriti e tutte le virtù necessarie al grado più alto per appartenervi e senza dubbio non figura tra i membri del nostro Comitato Centrale ».
«La lettera personale trascritta a macchina del compagno Ernesto Guevara (…) si spiega da sola», disse.
«Sento d’aver compiuto la parte del mio dovere che legava alla Rivoluzione Cubana nel suo territorio e mi commiato da te, dai compagni, dal tuo popolo che già è li mio. Rinuncio formalmente ai miei incarichi nella direzione del Partito, al mio posto di ministro, al mio grado di comandante. alla mia condizione di cubano. Niente mi lega a Cuba, solo vincoli d’altro genere che non si possono rompere come le nomine», furono le parole del Che che Fidel lesse a voce alta.
Erano presenti, in quella notte storica, il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, i Comandanti della Rivoluzione Juan Almeida Bosque e Ramiro Valdés e Guillermo García Frías… loro erano alcuni di coloro che «a nostro giudizio rappresentano nel modo migliore la storia della nostra Rivoluzione, sia nella lotta per la Rivoluzione che nella lotta per consolidare, difendere e sviluppare la Rivoluzione, che ha lavorato e lotta con forza e senza stancarsi», spiegò il leader storico.
Al termine della manifestazione nel Chaplin, dopo l’annuncio della fusione dei quotidiani Revolución e Hoy in un solo organo ufficiale, « che avrà il nome di Granma, simbolo del nostro concetto rivoluzionario e del nostro cammino», Fidel andò alla redazione del quotidiano Hoy, in Prado e Teniente Rey, dove attualmente è ubicata l’Editrice Abril, ha raccontato il giornalista Pedro García, in un articolo pubblicato in questo giornale .
Il breve, cordiale e stimolante incontro animò gli animi, ha ricordato Jorge Oller, che ha fermato le prime ore di vita del quotidiano Granma.
Fidel fu testimone di come “i lavoratori, i linotipisti e tutti gli operai non smisero di lavorar un attimo. Il direttore Malmierca controllava le fotografie, leggeva accuratamente ogni pagina, modificava titoli e anche le pagine di prova, ripuliva paragrafi o linee e alla fine lo sforzo di tutti si concluse nella rotativa, quando il capo della macchina sistemò l’ultimo elemento ».
La prima pagina del Granma di quel 4 ottobre fu stampata in 489. 8784 copie migliaia più della ventina di giornali, tutti insieme, che esistevano prima del 1959, aggiunse Ollier.
Chi è passato per Granma hanno visto la fotografia incorporata all’ambiente della redazione da decenni, che è diventata quasi invisibile per chi quotidianamente si trova lì.
Ma non è una storia qualsiasi quella che è stata fermata con l’immagine.
Ci sono il Comitato Centrale, il Che e il principale quotidiano di Cuba in una sola gamma di pixels. È ottobre ed è anche Fidel