Quando si compiranno 150 anni dall’inizio delle lotte per l’indipendenza di questa terra, si leggerà il messaggio per le future generazioni che fu posto più di vent’anni fa nel complesso monumentale El Cacahual, proprio quando morì Juan Fajardo Vega, l’ultimo mambí.
Ed è stato sotto la pioggia, come per risaltare il simbolismo, che la mattina di ieri, lunedì 8, è avvenuta la cerimonia dell’estrazione della capsula con il testo che secondo Ronal Hidalgo Rivera, secondo segretario dell’Unione dei Giovani Comunistas (UJC), «riassume patriottismo e fede», e costituisce «un argomento opportuno per rinforzare la convinzione delle nuove generazioni, che sono la continuità della storia rivoluzionaria.
Ai piedi della tomba di Fajardo Vega, custodita da una corona di fiori a nome del popolo cubano, à avvenuta la consegna.
Prima, la capsula con il documento è giunta nelle mani di Elisa Estrada Fajardo, nipote del nostro ultimo mambí, e lei l’ha consegnata a Susely Morfa González, prima segretaria della UJC.
«Oggi possiamo dire che il sogno mambì di Fajardo si è avverato e si realizzerà anche in futuro. Migliaia di giovani dimostrano con il loro operato quotidiano che sono fedeli alla sua memoria e a quella di tanti che diedero la loro energia e il loro impegno prima e dopo il 1990, quando si scrisse il testo che oggi ci convoca», ha assicurato Ronal Hidalgo.
Poi i presenti, in una lunga fila, con il generale di divisione José A. Carrillo, presidente nazionale dell’Associazione dei Combattenti della Rivoluzione Cubana, e il generale di brigata Jorge Luis Méndez, capo della Direzione Politica delle Forze Armate Rivoluzionarie, combattenti e membri della UJC, hanno posto un fiore sulla tomba di Juan Fajardo, in omaggio a tanta dedizione.
«Mio nonno era un uomo indomabile, di carattere molto forte, ha mantenuto la lucidità sino al suo ultimo giorno. Parlava di Maceo, del suo temperamento e non gli mancavano aneddoti sulla guerra», ha raccontato a Grama, a spizzichi, Elisa Estrada.
È prima di andarsene da El Cacahual, questo pezzo di terra che custodisce anche i resti del Maggiore Generale Antonio Maceo, del suo aiutante, il Capitano Francisco Gómez Toro (Panchito), e di Blas Roca Calderío, si sono sentiti nella voce di Susely, i versi sempre commoventi di Bonifacio Byrne: Se stracciata in piccoli pezzi/ sarà alcun giorno la mia bandiera…/ /¡ nostri morti, alzando le braccia/ la sapranno difendere ancora!…