A pochi giorni da una nuova votazione del Progetto di Risoluzione che esige l’eliminazione del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti contro Cuba nel 1962, nell’Assemblea delle Nazioni Unite, il governo nordamericano s’impegna a difendere l’indifendibile con argomenti da farsa che lontani dall’apportare adepti, li colloca per i peggiori motivi al centro dell’ attenzione di tutte le nazioni del mondo.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha emesso un comunicato per la stampa lo scorso 12 ottobre, con il quale informava dell’intenzione di questo governo d’utilizzare la sala del Consiglio Economico e Sociale (Ecosoc) delle Nazioni Unite per realizzare un incontro nel quale presentare una campagna denominata «Jailed for what» contro Cuba, ieri 16 ottobre.
Sembra che i governo degli USA già non sa cosa inventare per vincere contro la ragione e la verità dei cubani che ogni anno in questa data viene sostenuta dalla stragrande maggioranza della comunità internazionale.
Questo incontro è stato una nuova farsa politica di cattivo gusto basata sulla menzogna e con pessimi attori e attrici di scarto, alcuni di provenienza cubana che presentano oscure carriere al servizio dell’impero.
L’Ambasciatrice e Rappresentante Permanente di Cuba nella ONU, Sra. Anayansi Rodríguez Camejo, aveva inviato una lettera di protesta al Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nella quale ricordava che le nome relative all’utilizzo delle sale di conferenza stabiliscono chiaramente che lì si realizzano incontri in consonanza con i propositi e i principi delle Nazioni Unite, giustificati dalla loro pertinenza con il lavoro dell’organzzazione.
Inoltre riferiva che il citato incontro viola in maniera flagrante queste norme e la Carta delle Nazioni Unite, per cui riceveva la più assoluta condanna di Cuba e come conseguenza sollecitava la cancellazione della realizzazione dell’incontro pianificato dagli Stati Uniti nel perimetro delle installazioni delle Nazioni Unite e che si realizzi un’investigazione interna con il fine di determinare le responsabilità per le violazioni segnalate.
Questa, come tante altre azioni, si somma alla disperata scalata di Washington contro L’ Avana per giustificare la sua politica genocida di quasi 60 anni che costituisce il principale ostacolo per lo sviluppo di Cuba e una violazione innegabile dei diritti umani del suo popolo.
Cuba è orgogliosa della sua realtà in materia di diritti umani e questa smentisce qualsiasi manipolazione contro l’Isola.
Gli USA mancano di morale per dare lezioni e tanto meno in questa materia, perché la loro scarsa adesione a strumenti internazionali su questo tema mostra un modello di violazioni sistematiche che è alla vista di tutti.