Il sindacato deve avere una voce propria

Guantánamo – La condanna del blocco economico, commerciale e finanziario del governo degli Stati Uniti contro Cuba da circa 60 anni e le sue azioni d’ingerenza in questa e in altre nazioni del mondo è stata il primo accordo della Conferenza della Centrale dei Lavoratori di Cuba CTC in questa provincia prima del XXI Congresso dell’organizzazione operaia.


La conferenza ha centrato il dibattito nel funzionamento sindacale ed ha posto ben chiaro che il vero lavoro si fa nella base, scenario da dove deve uscire il dirigente operaio impegnato a diventare servitore fedele dei lavoratori.

Il movimento sindacale deve avere voce propria.

«Se è vero che è chiamato a cercare con l’amministrazione le vie che conducono  alla soluzione delle principali mete del collettivo, deve seguire anche le inquietudini  dei lavoratori con lo  stesso obiettivo», ha commentato Ulises Guilarte de Nacimiento, membro del Burò Politico e segretario generale della CTC,  intervenendo sul tema.

I lavoratori presenti  hanno ascoltato tra l’altro l’esperienza della Unità delle Imprese di Base Semillas Guantánamo, dove la solidità del lavoro dell’amministrazione in armonia con quello della sessione sindacale propizia buoni risultati produttivi di qualità e varietà delle sementi e migliora i guadagni dei lavoratori.

Juana Eglis Fernández Louit è stata ratificata al fronte della nuova segreteria della CTC nella provincia.

Rafael Pérez Fernández, primo segretario del Partito nel territorio, ha risaltato il ruolo decisivo che corrisponde ai lavoratori nell’attualizzazione del modello economico e sociale cubano ed ha puntualizzato che i doveri e i diritti di questi devono marciare uniti.

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