Sergio Moro, il nuovo capo del Piano Condor giudiziario in America Latina?

Bruno Sgarzini http://misionverdad.com

Il giudice Moro ha accettato di essere Ministro della Giustizia di Bolsonaro ed è ad un passo dall’essere magistrato della Corte Suprema di Giustizia. Creatore di Lava Jato, Moro è il primo giudice transnazionale dell’America Latina in grado di cittadinizzare la “lotta contro la corruzione”.

Benché il fatto abbia scandalizzato persino gli editori The Economist, che grazie alla sua nomina hanno qualificato come atto politico l’imprigionamento di Lula, il fatto non sorprende nessuno dalla l’evidente parzialità di Moro negli ultimi tempi.

Tra le più conosciute, si ricorda la pubblicazione della conversazione tra Dilma Rousseff e Lula Da Silva quando quest’ultimo era appena stato nominato capo di Gabinetto dell’ex presidentessa, o la recente pubblicazione illegale della delazione di un ex ministro di Lula per influire sulle elezioni presidenziali una settimana prima che avvenissero.

È anche noto, per bocca del futuro vicepresidente, il generale Hamilton Mourao, che Moro è stato contattato per essere ministro della giustizia di Bolsonaro prima delle elezioni.

Questo è il secondo ministro più importante di Bolsonaro, e sarà responsabile delle forze di sicurezza, oltre agli uffici giudiziari per far rispettare decisioni impopolari del governo Bolsonaro, ed anche la persecuzione contro coloro che il governo cataloghi come terroristi, come può succedere con il Movimento Senza Terra secondo le dichiarazioni dell’ex capitano.

Dove iniziò Sergio Moro?

La traiettoria di Moro permette valutare il suo percorso per prevedere il suo punto di arrivo. Formato all’Università di Maringa, tre anni dopo la laurea, ha frequentato lezioni, nel 1997, in uno programma speciale anti-corruzione alla Harvard Law School. Secondo l’avvocato Carlos Zuculotto, uno dei suoi più stretti collaboratori, “ammira il rigore e l’efficienza della giustizia USA”.

Con questa formazione, ha agito come giudice nel caso di corruzione di Banestado, e come assistente dell’investigazione Mensalão, uno schema di tangenti per votare leggi chiave del Partito dei Lavoratori. Nel mezzo di questi processi, sette anni prima di assumere la guida di Lava Jato, ha ricevuto un corso per “potenziali dirigenti” del Dipartimento di Stato, nel 2007

Così se le indagini Mensalão hanno finito per disarticolare la politica del PT per colonizzare il sistema politico brasiliano, e sono anche culminate con la condanna del suo numero due, Joseph Dierceu, l’operazione Lava Jato è stata la bomba che ha finito per far implodere i rapporti di potere dentro il Brasile; come abbiamo ampiamente detto in questa tribuna.

Dal suo tribunale a Curitiba, Moro ha lanciato la sua indagine, basata sul caso di Mani Pulite del Brasile, basata su fughe di notizie alla stampa ed arresti preventivi. Secondo Ives Gandra Martins, dell’Università di San Pablo, il processo si basava su “l’uso di torture mentali affinché i sospetti raggiungessero un accordo di denuncia premiata”

Persino la Corte Federale di Porto Alegre (TF4), che ha ratificato tutte le sue condanne, ha detto che “l’operazione Lava Jato non doveva seguire le leggi del paese per essere eccezionale”. In questo contesto, l’operazione è funzionata con proprie regole e propri tribunali eccezionali, dato che una volta che le informazioni arrivavano alla stampa, pubblici ministeri e giudici avevano già emesso le condanne.

Le sue connessioni geopolitiche e la sua natura transnazionale

Per questo compito, Sergio Moro, tra il 2014 ed il 2018, ha dato conferenze a Washington presso il Consiglio delle Americhe, fondato da David Rockefeller per essere il suo centro think tank per l’America Latina e The Wilson Center, dove è stato presentato dall’ex ambasciatore USA in Brasile, Anthony Harrington.

Inoltre è stato premiato dalla rivista Time come l’uomo dell’anno, e dalla Camera di Commercio USA-Brasile per il suo lavoro contro il Lava Jato, che è stato riconosciuto come il modello da seguire nella lotta contro la corruzione nel mondo.

In una di quelle conferenze a favore del Lava Jato, Kenneth Blanco del Dipartimento di Giustizia ha riconosciuto la collaborazione USA con Lava Jato. Persino Blanco ha detto che con la condanna di Lula, il Brasile va “all’avanguardia della lotta contro la corruzione”.

In questo senso, la strategia 2018-2022 dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale del Dipartimento di Stato, sostiene che deve lottarsi contro la “corruzione che genera svantaggi per le società USA”. Secondo questo approccio, si deve “illuminare la corruzione in modo che il pubblico controlli i suoi governi”.

Il Lava Jato è stata efficace in questo obiettivo perché Moro ha transnazionalizzato l’indagine contro Odebrecht, Embraer, JBS e Petrobras, tra altre. Alcune di esse hanno persino dovuto vendere parte delle loro azioni per smettere di essere indagate negli USA dopo una serie di accordi

Ciò ha facilitato l’intervento delle multinazionali del Brasile, dei partiti politici finanziati da queste ed infine ha creato le condizioni per il movimento anti-corruzione che ha portato Jair Bolsonaro alla presidenza, dal momento che si è concentrato, come il nemico da abbattere, sui politici e gli imprenditori corrotti identificati con il progetto di Brasile potenza.

Questo modello che dà alla corruzione una dimensione morale, così depoliticizzata e scollegata dalla interessi USA, cerca di essere replicato in tutta l’America Latina dopo il clamoroso successo al fine di riorganizzare i rapporti di potere in Brasile.

Moro, nuovo gendarme regionale anti-corruzione o futuro presidente del Brasile?

Molti speculano che Moro possa essere la figura di ricambio presidenziale di Bolsonaro per il periodo successivo alla sua presidenza, tra il 2022-2026, tuttavia, ai fini pratici la sua nomina lo pone come membro di un governo egemonizzato dalle tre B: la Bibbia, la pallottola ed il bue, in riferimento ai settori evangelici, militari e agroindustriale che sostengono Bolsonaro.

In tale ottica, Moro alla fine si converte nel grande protettore del piano di shock neoliberale proposto dal futuro Ministro delle Finanze, Paulo Guedes, che pretende porre le basi dell’economia brasiliana attraverso la privatizzazione delle imprese statali, un’impopolare riforma delle pensioni ed un adeguamento delle spese dello Stato.

Traslando le analogie, se Bolsonaro è il Pinochet delle riforme di un Chicago Boy noto per il suo lavoro nel trasformare il Cile nel modello neoliberale, Sergio Moro verrebbe ad essere il capo dei suoi servizi di intelligence, dei suoi funzionari di polizia e giudiziari, dei suoi carcerieri per essere più precisi.

Ma se a ciò si aggiunge una prospettiva regionale, senza andare molto lontano, l’ex giudice Moro verrebbe ad essere il capo del Piano Condor giudiziario che, attualmente, perseguita i politici e gli uomini d’affari corrotti che danneggiano gli interessi USA. Tra le sue funzioni, quindi, sicuramente è mobilitare l’agenda anticorruzione promossa dagli USA nell’OSA e nel Vertice delle Americhe, affinché altri paesi si aggiungano a questa crociata attraverso riforme giudiziarie e l’adozione di accordi internazionali finalizzati a transnazionalizzare questioni di politica interna come sono i casi di corruzione.

Così Moro, insieme a Bolsonaro, chiude un circolo virtuoso della Harvard Law School, passando per il Dipartimento di Stato ed il suo tribunale di Curitiba, per infine culminare come il gran gendarme giudiziario degli USA in America Latina.


Sergio Moro, ¿el nuevo jefe del Plan Cóndor judicial en América Latina?

Bruno Sgarzini

El juez Moro aceptó ser Ministro de Justicia de Bolsonaro y queda a un paso de ser magistrado del Tribunal Supremo de Justicia. Creador del Lava Jato, Moro es el primer juez trasnacional de América Latina capaz de ciudadanizar la “lucha contra la corrupción”.

Aunque el hecho escandalizó hasta los editores The Economist, que gracias a su nombramiento calificaron de acto político al encarcelamiento de Lula, el hecho no sorprende a nadie por la evidente parcialidad de Moro en el último tiempo.

Entre las más sonadas, se recuerda la filtración de la conversación entre Dilma Rousseff y Lula Da Silva cuando éste último acababa de ser nombrada jefe de Gabinete de la ex presidenta, o la reciente filtración ilegal de la delación de un ex ministro de Lula para influir en las presidenciales una semana antes que ocurrieran.

También se sabe en boca del futuro vicepresidente, el general Hamilton Mourao, que Moro fue contactado para ser Ministro de Justicia de Bolsonaro antes de las elecciones.

Así es el segundo ministro más importante de Bolsonaro, y tendrá a su cargo a las fuerzas de seguridad, más las oficinas judiciales, para hacer respetar decisiones impopulares del gobierno de Bolsonaro, e incluso la persecución contra quienes el gobierno tilde de terroristas, como suceder con el Movimiento Sin Tierras según las declaraciones del ex capitán.

¿Dónde empezó Sergio Moro?

La trayectoria de Moro permite apreciar su derrotero para divisar su punto de llegada. Formado en la universidad de Maringa, tres años después de graduado, tomó clases en 1997 en un programa especial de lucha contra la corrupción de la Escuela de Leyes de Harvard. Según el abogado Carlos Zuculotto, una de sus personas más cercanas, “admira el rigor y la eficiencia de la justicia estadounidense”.

Con esta formación, intervinó como juez en el caso de los sobornos de Banestado, y como auxiliar de la investigación por el Mensalão, un esquema de sobornos para votar leyes claves del Partido de los Trabajadores. En el medio de estos procesos, siete años antes de asumir el liderazgo del Lava Jato, recibió un curso para “potenciales líderes” del Departamento de Estado en 2007

Así si las investigaciones del Mensalão terminaron por desarticular la política del PT para colonizar el sistema político brasilero, e incluso culimnaron con la condena a su número dos, José Dierceu, la operación Lava Jato fue la bomba que terminó por implosionar las relaciones de poder adentro de Brasil como ampliamente hemos dicho en esta tribuna.

Desde su juzgado en Curitiba, Moro lanzó su investigación, basado en el caso Manos Limpias de Brasil, en base a filtraciones a la prensa y detenciones preventivas. Según Ives Gandra Martins de la Universidad de San Pablo, el proceso se basó en el “empleo de torturas mentales para que los sospechosos llegasen a un acuerdo de delación premiada”

Incluso, el Tribunal Federal de Porto Alegre (TF4), que ratificó todas sus condenas, afirmó que “la operación Lava Jato no debía seguir las leyes del país por ser excepcional”. En ese marco, la operación funcionó con sus propias reglas y sus propios tribunales de excepción, dado que una vez que las informaciones salían a la prensa, fiscales y jueces tenían ya dictadas las condenas.

Sus conexiones geopolíticas y su carácter transnacional

Por esta tarea, Sergio Moro entre 2014 y 2018 dio conferencias en Washington en el Consejo de las Américas, fundado por David Rockefeller para ser su centro de pensamiento para América Latina, y The Wilson Center, donde fue presentado por el exembajador de Estados en Brasil, Anthony Harrington.

Además fue premiado por la revista Times como el hombre del año, y la Cámara de Comercio de Estados Unidos-Brasil por su labor frente al Lava Jato, que fue reconocida como el modelo a seguir en la lucha contra la corrupción en el mundo.

En unas de esas conferencias a favor del Lava Jato, Kenneth Blanco del Departamento de Justicia reconoció la colaboración de EEUU con el Lava Jato. Incluso, Blanco afirmó que con la condena a Lula, Brasil va a la “vanguardia de la lucha contra la corrupción”.

En ese sentido, la estrategia 2018-2022 de la Agencia para el Desarrollo Internacional del Departamento de Estado sostiene que debe lucharse contra la “corrupción que genera desventajas para las empresas estadounidenses”. Según este enfoque, se debe “iluminar la corrupción para que el público controle a sus gobiernos”.

El Lava Jato fue eficaz en este objetivo porque Moro trasnacionalizó la investigación contra Odebrecht, Embraer, JBS y Petrobras, entre otras. Algunas de ellas incluso debieron vender parte de sus acciones para dejar de ser investigadas en EEUU después de una serie de acuerdos

Así facilitó la intervención de las trasnacionales de Brasil, de los partidos políticos financiados por éstas y por último creó las condiciones para el movimiento anticorrupción que llevó a Jair Bolsonaro a la presidencia, dado que centró como el enemigo derribar a los políticos y empresarios corruptos identificados con el proyecto de Brasil potencia.

Este modelo que le da a la corrupción una dimensión moral, por ende despolitizada y desconectada de intereses estadounidense, intenta ser replicado en toda América Latina luego de su rotundo éxito para reorganizar las relaciones de poder en Brasil.

Moro ¿nuevo gendarme regional anti corrupción o futuro presidente de Brasil?

Muchos especulan de que Moro pueda ser la figura de recambio presidencial de Bolsonaro para el periodo posterior a su presidencia entre 2022-2026, sin embargo, para efectos prácticos su nombramiento lo pone como miembro de un gobierno hegemonizado por las tres B: la biblia, la bala y el buey, en refencia a los sectores evangélicos, militares y agroindustriales que apoyan a Bolsonaro.

En esta tónica, Moro se convierte finalmente en el gran protector del plan de shock neoliberal, propuesto por el futuro Ministro de Hacienda, Paulo Guedes, quien pretende sentar las bases de la economía brasileña a través de la privatización de empresas estatales, una impopular reforma de pensiones y un ajuste de los gastos del Estado.

Traslando las analogías, si Bolsonaro es el Pinochet de las reformas de un Chicago Boy reconocido por su labor en trasformar a Chile en el modelo neoliberal, Sergio Moro vendría a ser el jefe de sus servicios de inteligencia, sus funcionarios policiales y judiciales, su guardiacarceles para ser más exacto.

Pero si a eso le sumamos una mirada regional, sin irnos muy lejos, el ex juez Moro vendría a ser el jefe del Plan Cóndor judicial que en este momento persigue a políticos, y empresarios corruptos que afectan los intereses de Estados Unidos. Entre sus funciones, por eso, seguramente esté movilizar la agenda anti corrupción, promovida por Estados Unidos en la OEA y la Cumbre de las Américas, para que otros países se sumen a esta cruzada a través de reformas judiciales y la adopción de acuerdos internacionales destinados a trasnacionalizar asuntos de política interna como son los casos de sobornos.

Así Moro, junto con Bolsonaro, cierra un circulo virtuoso de la Escuela de Leyes de Harvard, pasando por el Departamento de Estado y su juzgado de Curitiba, para culminar finalmente como el gran gendarme judicial de Estados Unidos en América Latina.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.