Nel Palazzo delle Albere, la prestigiosa cornice che fu la prima sede del MART (Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto), dal 24 novembre 2018 al 24 febbraio 2019 si potrà visitare Cartel Cubano, grafica rivoluzionaria, la straordinaria mostra di manifesti cubani selezionati dalla raccolta di Luigino Bardellotto del Centro Studi Cartel Cubano di Venezia.
La mostra è un’occasione preziosa per conoscere l’arte del manifesto cubano e i suoi creatori che, tra infinite difficoltà, seppero interpretare un leggendario momento storico e che ancora oggi sono protagonisti e artefici di una comunicazione culturale e politica unica, rivoluzionaria nella forma e nei contenuti. Si tratta di un’antologia dei manifesti che per alcuni decenni hanno tappezzato le strade e gli edifici di Cuba o che sono stati diffusi attraverso la rivista Tricontinental della OSPAAAL – Organizzazione di Solidarietà dei Popoli di Asia, Africa e America Latina – raccontando la Storia e informando in quattro lingue, senza sosta e censure, sui conflitti e sulle vessazioni che per più di cinquant’anni hanno flagellato quei Paesi che in quei tre continenti mai si disposero ad accettare la subalternità alle potenze economiche e militari. Un’opportunità per entrare in contatto diretto con la sofferenza e la resistenza dei popoli e con una solidarietà espressa con straripante e disarmante immediatezza concettuale, sostenuta dalla forza della creatività e del colore.
I manifesti in mostra coprono i campi più diversi: dalla solidarietà politica internazionalista all’informazione di servizio; dalla promozione turistica alla comunicazione di eventi artistici, alle locandine dei film. Proprio a queste è dedicata una specifica sezione di carteles dell’ICAIC, Instituto Cubano de Arte y Industria Cinematografica, già ampiamente apprezzati in occasione di Hecho en Cuba, la mostra del Museo del Cinema di Torino che nel 2016 rimase aperta per più di sei mesi.
L’arte grafica cubana, tra le scuole più acclamate ed originali del mondo, deve la sua peculiare ricchezza espressiva proprio alla Rivoluzione del 1959. Negli anni precedenti, la cartellonistica cubana era di chiara derivazione occidentale, e fu proprio nel Cinema, grazie all’istituzione dell’ICAIC da parte del governo rivoluzionario, che iniziò il suo prorompente sviluppo. I manifesti di Cinema dell’ICAIC non avevano legami con i film se non come fonte di ispirazione ideale e, grazie alla libertà espressiva di cui godevano, assunsero un’autonomia formale unica per la capacità di coniugare i riferimenti alle avanguardie artistiche, presentandosi quindi come vere e proprie opere d’arte. Tra questi manifesti, poi, costituiscono ulteriore motivo di interesse le locandine dei film italiani rielaborate a Cuba.
A confronto con quelle originali, è facile apprezzarne la semplicità e la chiarezza del linguaggio, sempre orientato a cogliere l’essenza del messaggio.
Nel percorso della mostra, infine, non mancherà la possibilità di scoprire trucchi e segreti della realizzazione di questa particolare forma d’arte che, dovendo spesso fronteggiare la carenza delle materie prime, fece di necessità virtù e liberò una potentissima vena creativa.
Promossa dall’Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento, la mostra è curata dal CSCC (Centro Studi Cartel Cubano) di Venezia, dall’Associazione Filorosso Onlus e dal Circolo di Trento dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia Cuba, conta sul patrocinio del Comune di Trento, dell’Ambasciata della Repubblica di Cuba in Italia, dell’ICAIC (Instituto Cubano de Arte y Industria Cinematográficos), della Cinemateca di Cuba, della OSPAAAL (Organización de Solidaridad de los Pueblos de Asia, África y America Latina), del CSIC (Centro Studi Italia Cuba) di Torino e dell’ANAIC