Lisandra Fariñas Acosta
«L’intenzione era chiara: danneggiare la cooperazione di Cuba con altri paesi, ridurre le entrate di denaro in forma di pagamenti per questi programmi e drenare i medici e gli altri professionisti della sanità del paese», segnala
il professore titolare del Centro di Studi Emisferici sugli Stati Uniti dell’Università de L’Avana, Ernesto Domínguez López, nel suo articolo /Migrazione, fuga dei cervelli e relazioni internazionali. Il caso degli Stati Uniti e Cuba/. Per l’investigatore, gli anni dell’applicazione delle due politiche ( Parole e Piedi asciutti piedi bagnati), le trasformarono nelle componenti più rilevanti della politica migratoria degli Stati Uniti verso Cuba, e va anche più in là.
«Quando ubichiamo questo caso nella cornice molto più ampia della politica migratoria generale degli Stati Uniti, osserviamo che attrarre stranieri a riempire i vuoti della forza lavoro statunitense, è stata una politica tradizionale riflessa nell’esistenza del visto H1B. Con questo ombrello scienziati, ingegneri e medici sono andati a lavorare in istituzioni e compagnie dell’America del nord, aiutando a mantenere la loro posizione privilegiata in tutto il mondo.
«Si è trasformata così in una pietra angolare per l’economia statunitense e delle università statunitensi», spiega l’investigatore nel testo riferito.
Domínguez López riferisce che ci sono studi che dimostrano che i paesi più ricchi hanno implementato effettivamente politiche per assorbire immigranti qualificati, anche se l’investigazione sul tema è ancora insufficiente. «L’area che ha ricevuto un’attenzione permanente è il drenaggio dei professionisti medici nei paesi poveri. Questo è un tema particolarmente sensibile, per le sue implicazioni etiche e pratiche.
Di fatto, la disponibilità e la qualità dell’attenzione alla salute hanno un grande impatto negli indici di salute essenziali che sono considerata da celebri studiosi come una fonte fondamentale di disuguaglianza tra i paesi.
«Nel suo stato attuale la fuga dei cervelli non si può spiegare completamente al di fuori di un’analisi globale che considera le disuguaglianze strutturali, le reti migratorie, la politica mondiale, soprattutto le asimmetrie nella distribuzione del potere ed anche l’egemonia dei media di comunicazione occidentali e culturali.
Industrie che creano immagini, percezioni e aspirazioni distorcono le interazioni sociali di tipi differenti», ha segnalato Domínguez López.
In accordo con l’investigatore, l’argomento a favore di questa affermazione si basa in un’idea fondamentale : la fuga dei cervelli come parte dei flussi migratori globali, è possibile per via dei livelli di disuguaglianza tra e dentro i paesi, come lo dimostrano molteplici studi. Queste disuguaglianze non sono accidentali, ma sono componenti strutturali dell’ordine mondiale moderno, inteso come gerarchia mondiale di distribuzione di potere, ricchezza e sviluppo che è stato il risultato dell’evoluzione globale, sottolinea nel suo articolo.
Con questa logica qualsiasi tentativo per affondare e debilitare una delle risorse più valide del paese i suoi professionisti non è fortuita, né una casualità isolata.
È parte di un chiaro segnale di sintonia con la politica estera nordamericana e questo non lo afferma Cuba, ma gli applausi pubblici che solo alcuni giorni fa la vice segretaria nordamericana di Stato per i Temi dell’Emisfero Occidentale, Kimberly Breier, ha inviato per la posizione del futuro governante brasiliano, di fronte al quale Cuba ha determinato di non continuare la partecipazione dei medici cubani nel Programma Más Médicos di questa nazione.
NEL CONTESTO
1. La Legge del Programma Más Médicos è chiara in quanto a come si accreditano le lauree dei medici e al ruolo che svolgono l’Organizzazione Panamericana della Salute, il Ministero di Salute Pubblica e le facoltà cubane di medicina nel loro accredito. I collaboratori cubani dovevano superare vari esami prima d’andare in Brasile ed altri esami periodici durante il loro soggiorno, realizzati dal Ministero di Salute del Brasile.
2. Le offerte di rivalutazione delle lauree sono inganni, perché il Collegio Medico si oppone a questo: in Brasile ci sono migliaia di medici laureati i cui titoli non sono mai stati rivalutati. Ogni cento medici che si presentano agli esami, solo otto vengono approvati. Questa è la forma di mantenere regolato il mercato della salute privata, per garantire le sue enormi entrate. Meno medici e più denaro, e per questo l’opposizione all’inizio del Programma Más Médicos.
3. I medici cubani prestano servizio in quei luoghi dove i medici brasiliani e di altri paesi non vogliono andare. Assumono i pericoli per la loro vocazione di salvare vite. Stanno nei luoghi più pericolosi, nelle comunità di povertà estrema, in favelas e quartieri violenti dove nemmeno la polizia può entrare. Stanno nei 34 distretti speciali indigeni e nei 700 municipi che non avevano mai conosciuto prima un medico, in tutta la storia del Brasile.
Sino ad oggi il popolo e il governo li hanno protetti, ma questa protezione sarà ritirata dal nuovo governo.