Le donne e gli uomini che studiano medicina in Cuba non lo fanno come’è abituale nel mondo solo per poter curare la malattia, ma per preservare la salute di una persona, della famiglia, della comunità e anche dell’ambiente, e per questo in qualsiasi luogo si guadagnano il rispetto della gente per il loro umanesimo.
Il Dr. Jorge González Pérez, dircttore nazionale di Docenza del Ministero di Salute Pubblica (Minsap), lo ha detto durante la prima emissione del programma speciale Más que Médicos, della televisione cubana, trasmesso la note d ieri, mercoledì 21.
Il noto specialista ha aggiunto che l’impatto delle missioni mediche all’estero si deve precisamente a questa visione differente dell’assistenza centrata nella prevenzione e non ancorata al ricovero, che permette di scoprire problemi più generali dei luoghi, come per esempio che sia la qualità dell’acqua quello che sta danneggiando gli abitanti.
González Pérez ha ricordato che questa prospettiva risponde al concetto di Fidel sulla medicina, lo stesso che ha garantito l’esistenza di una rete di facoltà universitarie accessibili ai giovani di tutta la geografia nazionale, con lo stesso programma d’insegnamento, gli stessi esami finali e lo stesso rigore.
UNA TRADIZIONE CHE HA QUASI TRE SECOLI
Gli studenti qui ricevono in sei anni, oltre che la preparazione teorica, un forte legame pratico, ha spiegato nello spazio televisivo il Dr. Luis Alberto Pichs García, rettore della Facoltà di Meidicina de L’Avana.
Il lavoro in condizioni reali dall’inizio degli studi, per il dottor Pichs è una garanzia, sulla base d 290 anni di tradizione d’insegnamento medico.
«Tutto il Sistema Nazionale della Salute è uni scenario di formazione. Solo nella capitale sono associati al lavoro educativo 54 ospedali, 82 policlinici, 17 centri d’investigazione e tutte le unità d’assistenza primaria e ci sono circa 12600 studenti», ha commentato il Rettore.
Poi ha detto che l’aumento del numero di iscritti è relazionata allo sviluppo dei centri di studio – non solo uno com’esisteva al trionfo della Rivoluzione .
Ma anche se tutti hanno il diritto e le opportunità di optare per Medicina, solo il 70% di chi lo aspira lo realizza.
Prima si devono superare gli esami d’ingresso e i territori stabiliscono la loro domanda di risorse umane. Poi ci vuole molto sacrificio per continuare.
La maggioranza sollecita questa facoltà come prima o seconda opzione.
Cosa si fa nel mondo e non a Cuba?
Questa è una domanda che ha riferito il dottor González Pérez, che si fanno con frequenza nel Minsap per garantire gli alti standard della salute locale.
In questo modo negli ultimi anni sono state introdotte 44 tecnologie che prima si dovevano utilizzare all’estero, alcune associate a malattie cardiovascolari o al procedimento della fecondazione in vitrio e si convocano i migliori esperti internazionali per preparare il personale quand’è necessario.
Questo modo di fare in cui si combinano investigazioni e sacrificio in uno scenario di cruento blocco economico, così come lo ha descritto l’esperto, costituisce un altro pilastro grazie al quale Cuba dispone di medici del primo mondo, vestiti di sensibilità.