Cuba è Fidel e Fidel è Cuba

È riuscito a suscitare sentimenti nelle folle e nel suo appello popolare per forgiare una nazione ha contato sulla maggioranza, che era povera, umile, emarginata.
Così, senza volerlo o senza pensarci, è diventato un gigante. Ha capito gli operai, stava accanto ai contadini, ascoltava gli intellettuali, ha donato dignità alle donne, ha riempito i sogni dei bambini con libri, matite e scuole.


Ha iniziato la lotta nella pianura e nelle montagne della Sierra Maestra ha coronato il trionfo che lo ha portato a guidare i destini di una nazione attraverso le vie del diritto all’istruzione, alla terra, alle fabbriche. In seguito, i cubani sono stati i veri proprietari della Patria, senza distinzione, lasciando da parte le classi sociali, i colori della pelle, compreso il luogo dal quale ognuno di loro proveniva.

Non più yankee sulla strada, non più traditori della patria, non più traditori servili all’impero.

Dalla sua posizione di statista ha vegliato sul destino del popolo ed è stato proprio questo che gli ha dato le più grandi gioie. Ha aperto le porte delle scuole agli insegnanti, agli studenti delle classi, ha risvegliato le coscienze degli scienziati, la conoscenza dei medici, ha elevato l’onore delle donne fino a posizioni impensabili, ambiti e settori vergini per loro, dove non sarebbero mai arrivate.

Cuba è Fidel e Fidel è Cuba, e per milioni di uomini e donne, bambini e anziani, è il più grande dei cubani.

Ha continuato il cammino dei patrioti più illustri e impegnati, ha bevuto dalla linfa di Martí, e in quella lotta per l’indipendenza definitiva ha aggiunto i più validi del suo tempo.

Mi sono sempre chiesta come sia riuscito a unire volontà e folle, riempire piazze, unire i cubani alla prima chiamata. Certamente, Fidel non era un dio, era meraviglioso quanto reale, autentico quanto inspiegabile. Ma senza dubbio, era un gigante dell’umiltà e della morale, del coraggio e della dignità, che sapeva – come nessun altro – capire che tutta la gloria del mondo entra in un chicco di mais, come disse Martí e di essere il suo più fedele discepolo.

Autore: Alina M. Lotti / CubaSí

Traduzione: Redazione di El Moncada

http://cubasi.cu

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