Johana Tablada www.cubadebate.cu
Negli ultimi mesi, alla decisione del governo USA, dal gennaio 2017 e successivamente a giugno dello stesso anno, di imporre o decretare una retrocessione nella politica USA verso Cuba, si è aggiunta un’escalation di dichiarazioni ed azioni che induriscono il blocco e che raddoppiano l’ostilità contro il nostro paese.
In questo contesto, e data l’impossibilità di contare sull’appoggio, in primo luogo, del popolo USA che ha simpatizzato ed ancora simpatizza con un approccio a favore del miglioramento delle relazioni con Cuba, dei viaggi a Cuba, degli scambi che hanno dimostrato essere, anche limitati, ma senza dubbio di reciproco vantaggio per entrambi i paesi e di fronte all’impossibilità di contare sul sostegno del popolo cubano, che anche sostiene la politica di principi storica di Cuba di avanzare verso una relazione civile e di rispetto con il nostro paese vicino ed, ancor più grande, di fronte all’impossibilità di contare sul sostegno della comunità internazionale che per 27 anni consecutivi ha espresso il suo sostegno alla revoca del blocco, è stato necessario, per gli USA, ricorrere all’uso ed all’abuso della calunnia, della menzogna, alla fabbricazione di pretesti ed alla creazione di focolai di tensione che contribuiscano ad avanzare verso un modello di scontro.
In questo senso, l’opinione pubblica ha visto come si sia ripetuto lo stesso modello per la manipolazione politica del tema degli incidenti alla salute segnalati dal Dipartimento di Stato, che presumibilmente avrebbero danneggiato il suo personale a L’Avana, e che dopo un anno e metà di calunnie, di accuse contro Cuba, a terzi, di teorie senza senso, pseudoscientifiche che sono state smentite, una dopo l’altra, da scienziati USA, da scienziati cubani, da scienziati di paesi terzi. Si è ricorso anche alle campagne contro Cuba nel campo dei diritti umani, con uno scandaloso doppio standard che ignora il contributo ed i risultati di Cuba in più aree, che ignora la realtà del nostro paese ed ignora anche la realtà del mondo in che viviamo
Più di recente abbiamo assistito al grossolano intervento sulla questione del programma di cooperazione Sud-Sud Cuba-Brasile, in cui gli USA è l’unico governo che ha solidarizzato con le calunnie e l’entusiasmo con cui figure reazionarie, ed in questo caso il presidente eletto del Brasile, ha smantellato o ha tentato di smantellare la nostra cooperazione, uno dei progetti più nobili e giusti e riusciti di cooperazione nel mondo
Nelle ultime settimane Cuba è stata oggetto, non tanto pubblicamente, ma lo abbiamo verificato dalle delegazioni che ci hanno visitato e da alcune dichiarazioni di fonti anonime del governo alla stampa USA, di accuse, a Cuba, di ostacolare il funzionamento dell’Ambasciata di Washington a L’Avana, quando in realtà è successo l’esatto contrario. A partire dalla espulsione arbitraria, ingiusta, unilaterale dei nostri compagni nella capitale USA, nel settembre dello scorso anno. Continuando ad usare il tema degli incidenti alla salute per imporre, a sangue freddo, misure che implicarono che, in pratica, si chiudesse il consolato USA a L’Avana, con un altissimo costo umanitario per le famiglie cubane, che non possono visitare i loro figli, persone che non possono andare a vedere i loro fratelli o genitori malati, che devono viaggiare verso destinazioni che non hanno i livelli di sicurezza e tranquillità che Cuba ha, anche con un elevato costo economico, per ottenere, forse , un visto che gli consenta di visitare o incontrare una persona cara.
L’ultimo capitolo è quello che ci chiama oggi, che è quello dei visti ed è davvero deplorevole. Noi associamo questa più recente escalation nell’ambito dei visti, nei diritti umani, nella nuova manipolazione del tema degli incidenti alla salute, che è bene ricordare che anche nei colloqui ufficiali con Cuba, il Dipartimento di Stato ci ha detto, così di recente come nel settembre del 2018, non sanno cosa sia successo, quando gli è stato chiesto come possono sostenere e su quali basi le loro accuse -e persino usare il termine attacchi- dicono che questo governo non l’ha usato -o questa amministrazione del Dipartimento di Stato non l’ha usato- e, tuttavia, lo hanno usato oggi nella risposta alla dichiarazione di Cuba, come una giustificazione per la riduzione del loro personale a L’Avana.
La verità è, tornando al tema dei visti, che Cuba ha concesso più di 100 visti agli USA, dal settembre 2017, come prova della nostra fermezza nella posizione di Cuba di difendere il diritto che Cuba ha ad un rapporto civile e di rispetto reciproco con gli USA ed il nostro interesse a preservare gli spazi di cooperazione, piccoli e limitati, ma che hanno avuto ripercussioni in molteplici aree a vantaggio dei nostri due paesi.
Nello stesso periodo di tempo, gli USA hanno concesso a funzionari e personale amministrativo cubani, per Washington, solo 26 visti. Per quasi due decenni Cuba non aveva negato un solo visto per l’ambasciata, per il funzionamento dell’ambasciata USA, includendo i periodi in cui anche esistettero tensioni. Se mancasse un’altra prova di flessibilità, di responsabilità, di coerenza politica di Cuba tra i suoi atti ed il suo discorso eccola lì ce l’avete.
Gli USA, da tale data ad oggi, ha smesso di rispondere alle molteplici richieste di visti di Cuba, ne ha negato sei ed ha recentemente accusato Cuba ed ha cercato di fabbricare il pretesto che avrebbero dovuto prendere misure con Cuba, perché non si sta producendo un flusso normale di visti. Questo è semplicemente una menzogna, come è una menzogna che siano avvenuti attacchi, a Cuba, contro il personale USA, come è una menzogna che ci siano nuove misure di blocco a causa di problemi di diritti umani a Cuba, perché veramente tutte queste misure rispondono all’interesse di alti funzionari di danneggiare Cuba, esiste una politica storica del governo USA per soffocare economicamente Cuba, per imporre un governo che risponda ai suoi interessi. Quella politica si mantiene, ma oggi assume nuove sfumature con il recente arrivo, al governo USA, di figure molto reazionarie con un collaudato modello di comportamento e di azione anti cubana in alte posizioni del governo sostenuti anche da quella piccola minoranza che dal Congresso USA lucra, e si beneficia della politica contro Cuba.
Tergiversaciones en la escalada de EEUU contra Cuba
Por: Johana Tablada
En los últimos meses, a la decisión del gobierno de Estados Unidos desde enero de 2017 y posteriormente en junio de ese mismo año, de imponer o decretar un retroceso en la política de los EE.UU. hacia Cuba, se ha sumado una escalada de declaraciones y acciones que endurecen el bloqueo y que redoblan la hostilidad contra nuestro país.
En este contexto y ante la imposibilidad de contar con el apoyo, en primer lugar, del pueblo de los EE.UU. que simpatizó y aún simpatiza con una aproximación en favor de la mejoría de las relaciones con Cuba, de los viajes a Cuba, de los intercambios, que han demostrado ser, aún limitados, pero sin dudas de beneficio mutuo para ambos países y ante la imposibilidad de contar con el apoyo del pueblo cubano, que también respalda la política de principios histórica de Cuba de avanzar hacia una relación civilizada y de respeto con nuestro país vecino y aun mayor ante la imposibilidad de contar con el apoyo de la comunidad internacional que durante 27 años consecutivos ha expresado su apoyo al levantamiento del bloqueo, ha sido necesario para Estados Unidos acudir al uso y al abuso de la calumnia, de la mentira, a la fabricación de pretextos y a la creación de focos de tensión que contribuyan a avanzar hacia un patrón de confrontación.
En este sentido, la opinión pública ha visto cómo se ha repetido el mismo patrón para la manipulación política del tema de los incidentes de salud reportados por el Departamento de Estado, que supuestamente afectaron a su personal en La Habana, y que después de un año y medio de calumnias, de acusaciones a Cuba, a terceros, de teorías descabelladas, pseudocientíficas que han sido desmentidas una tras otra por científicos estadounidenses, por científicos cubanos, por científicos de terceros países. Se ha acudido también a las campañas contra Cuba en el área de los derechos humanos, con un escandaloso doble rasero que ignora la contribución y los resultados de Cuba en múltiples áreas, que ignora la realidad de nuestro país y también ignora la realidad del mundo en que vivimos.
Más recientemente hemos visto la grosera intervención en el tema del programa de cooperación Sur Sur Cuba-Brasil, en la cual EE.UU. es el único gobierno que se ha solidarizado con las calumnias y el entusiasmo con que figuras reaccionarias, y en este caso del presidente electo de Brasil ha desmontado o ha pretendido desmontar nuestra cooperación, uno de los proyectos más nobles y justos y exitosos de cooperación en el mundo.
En las últimas semanas, Cuba ha sido objeto, no tan públicamente pero lo hemos comprobado por las delegaciones que nos visitan y por algunas declaraciones de fuentes anónimas del gobierno a medios de prensa de EE.UU., de acusaciones a Cuba de obstaculizar el funcionamiento de la Embajada de Washington en La Habana, cuando en realidad ha ocurrido todo lo contrario. Comenzando por la expulsión arbitraria, injusta, unilateral de nuestros compañeros en la capital estadounidense en septiembre del año pasado. Continuando por la utilización del tema de los incidentes de salud para imponer a sangre fría medidas que implicaron que en la práctica se cerrara el consulado de los Estados Unidos en La Habana, con un altísimo costo humanitario para las familias cubanas, que no pueden visitar a sus hijos, personas que no pueden acudir a ver a sus hermanos o padres enfermos, que tienen que viajar a destinos que no cuentan con los niveles de seguridad y de tranquilidad que tiene Cuba, con un alto costo económico también, para obtener, tal vez, una visa que les permita visitar o reunirse con un ser querido.
El último capítulo que es el que nos convoca hoy, que es el de las visas y es realmente lamentable. Nosotros asociamos esta escalada más reciente en lo de las visas, en lo de los derechos humanos, en la nueva manipulación del tema de los incidentes de salud, que es bueno recordar que incluso en conversaciones oficiales con Cuba el Departamento de Estado nos ha dicho tan recientemente como en septiembre del año 2018 que no saben lo que ocurrió, al preguntarles cómo pueden sostener y sobre qué base fundamentan sus acusaciones -y utilizar incluso el término ataques-, dicen que este gobierno no lo ha usado -o esta administración del Departamento de Estado no la ha usado- y, sin embargo, lo utilizaron hoy mismo en la respuesta a la declaración de Cuba, como una justificación para la reducción de su personal en La Habana.
Lo cierto es, volviendo al tema de las visas, que Cuba ha otorgado más de 100 visas a los Estados Unidos desde septiembre del 2017, como prueba de nuestra firmeza en la posición de Cuba de defender el derecho que tiene Cuba a una relación civilizada y de respeto mutuo con losEstados Unidos y nuestro interés de preservar los espacios de cooperación, pequeños y limitados, pero que han repercutido en múltiples áreas en beneficio de nuestros dos países.
En el mismo periodo de tiempo Estados Unidos ha otorgado a funcionarios y personal administrativo cubano para Washington solo 26 visas. Por casi dos décadas Cuba no había negado una sola visa para la embajada, para el funcionamiento de la embajada de Estados Unidos, incluyendo momentos en que también existieron tensiones. Si faltara otra prueba de flexibilidad, de responsabilidad, de coherencia política de Cuba entre sus actos y sudiscurso ahí la tienen.
Estados Unidos desde esa fecha para acá ha dejado de contestar múltiples solicitudes de visas de Cuba, ha denegado seis y ha acusado recientemente a Cuba y ha tratado de fabricar el pretexto de que tendrían que tomar medidas con Cuba porque no está produciéndose un flujo normal de visado. Eso es sencillamente mentira, como es mentira que hayan ocurrido ataques en Cuba contra personal estadounidense, como es mentira que hay nuevas medidas de bloqueo debido a problemas de derechos humanos en Cuba, porque verdaderamente todas estas medidas responden al interés de altos funcionarios de afectar a Cuba, hay una política histórica del gobierno de los Estados Unidos de asfixiar económicamente a Cuba, de imponer un gobierno que responde a sus intereses. Esa política se mantiene, pero hoy cobra nuevos matices con la llegada reciente al gobierno de los Estados Unidos de figuras muy reaccionarias con un probado patrón de comportamiento y acción anticubana en altos puestos del gobierno apoyados también por esa pequeña minoría que desde el congreso de Estados Unidos lucra, se beneficia de la política contra Cuba.