La Maggiore delle Antille ha celebrato il Giorno dei Diritti Umani con passi avanti e conquiste riconosciute a livello mondiale nella salute, educazione, cultura, partecipazione cittadina e rispetto degli strumenti internazionali che guidano questo tema.
Un giorno come il 10 dicembre di 70 anni fa l’Assemblea Generale della ONU adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, un documento storico che per centinaia di milioni di persone è lontano dall’applicazione per la povertà e la discriminazione che soffrono.
Nell’Isola il 1 gennaio del 1959 rappresentò un cambio radicale, che in decenni si è tradotto in risultati come un tasso di mortalità infantile del 4,0 per ogni mille nati, la più bassa della sua storia ottenuta nel 2017 , una speranza di vita superiore ai 78 anni e indici di scolarità e alfabetizzazione che toccano il 100%
Anche in materia di partecipazione popolare l’Isola dei Caraibi mostra cifre significative, tra le quali la presenza alle urne di più del 85% degli iscritti, nelle elezioni generali che si sono svolte nel marzo scorso e il protagonismo degli studenti e dei lavoratori nella recente consultazione sul progetto di nuova Costituzione.
In accordo con i dati diffusi, circa nove milioni di cubani hanno partecipato a 133.000 riunioni nei quartieri, nei centri di lavoro e di studio nei quali sono state avanzate 783.000 proposte per migliorare un testo che rappresenta una riforma totale della Carta Magna vigente dal 1976 e che si dovrà approvare con un referendum.
Nel mese di maggio scorso Cuba si è sottoposta a Ginevra per la terza volta (2009 e 2013) all’Esame Periodico Universale dei Diritti Umani (EPU), nel quale è stata riconosciuta per la sua executory che include la firma e la ratificazione di 44 dei 61 strumenti internazionali della materia.
Il cancelliere Bruno Rodríguez ha esposto in questo forum le trasformazioni che rappresentò per gli abitanti dell’Isola il trionfo della Rivoluzione, lasciando indietro uno scenario come quello in cui soffrono attualmente milioni di esseri umani nel pianeta.
«Con l’occupazione militare degli Stati Uniti che troncò la nostra indipendenza con governi imposti da questi, il 45% dei bambini non andava a scuola, l’85% delle persone mancavano di acqua corrente, i contadini vivevano in miseria e non erano padroni della terra che lavoravano, gli immigranti erano brutalmente sfruttati», ha indicato.
Inoltre ha ricordato che in Cuba non esistevano diritti per gli operai e i contadini, erano frequenti le esecuzioni extra giudiziarie, le sparizioni forzate, le torture. Era crudele la discriminazione per il colore della pelle, c’era un alto livello di povertà e le donne e le bambine erano le più escluse. La dignità dei cubani era schiacciata e la cultura nazionale aggredita».
Rodríguez ha ratificato, nella cornice del EPU, l’impegno del paese dei Caraibi con i diritti umani, la sua disposizione a parlare di questo tema.
«Cuba continuerà ad avanzare con passo fermo e sicuro sulla base della volontà politica e degli impegni del Governo e del popolo cubano nella costruzione di una società sempre più libera, democratica, partecipativa, giusta e solidale», ha sostenuto.
CIFRE E RISULTATI
In materia di salute, il governo dell’Isola garantisce ai suoi abitanti un’assistenza universale gratuita e di qualità, conquista che negli ultimi 55 anni ha condiviso con un centinaio di paesi dove i suoi medici hanno portato il loro aiuto solidale.
Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef) ha dichiarato nel 2017 che Cuba è uno dei 15 Stati che nel mondo applicano le politiche di base che garantiscono un buono sviluppo cerebrale dei bambini e il 30 giugno del 2015 l’Isola è stata riconosciuta come il primo paese del mondo che ha eliminato la trasmissione da madre a figlio del VIH/Sida e della sifilide.
Cuba ha eliminato 14 malattie infettive ed impedito ad atre nove d’essere un problema presentando tassi inferiori allo 0,1 por ogni 100.000 abitanti.
In materia d’educazione, il 3 settembre hanno iniziato il corso scolastico 2018-2019 più di un milione 750.000 studenti in un paese di 11 milioni di persone, nel quale esiste una copertura universale e gratuita a tutti i livelli d’insegnamento, senza importare il genere, il colore della pelle, la religione, le posizioni politiche e la situazione economica delle famiglie.
Secondo la relazione di continuazione di Educazione per Tutti nel Mondo del 2015 elaborata da UNESCO, Cuba è il solo paese dell’America Latina e dei Caraibi che ha realizzato totalmente gli obiettivi globali 2000- 2015 e l’ha ubicata come Stato con sviluppo alto, al 28º posto mondiale nell’Indice di Sviluppo dell’educazione per tutti.
Rispetto alla cultura, esiste nelle 15 province una vasta rete d’istituzioni formata da case della cultura, librerie, musei e biblioteche e si garantisce l’accesso pieno all’educazione artistica a livello elementare, medio e superiore.
Paradossalmente la questione dei diritti umani è una del punte di lancia della crociata che gli Stati Uniti guidano contro la Rivoluzione Cubana, anche se sono loro che mostrano una dubbiosa realizzazione nella materia, per cui basterebbe analizzare che sono firmatari di solo 18 dei 61 strumenti internazionali che li guidano.