Due possibilità ed una stessa finalità
Tra il volere ed il non volere più internet per i cubani si dibatte il potere USA: alcuni chiedono di rendere più flessibile l’interscambio in materia di telecomunicazioni e altri sostenere il blocco totale
Susana Antón – www.granma.cu
Cuba punta allo sviluppo tecnologico e, fin dall’inizio, lo ha fatto al fine di facilitare al popolo un maggiore accesso alla conoscenza.
Pertanto, il Governo cubano ha attuato la Politica di informatizzazione della società, che è stata concepita in corrispondenza con l’insieme di politiche ed azioni derivate e a loro volta facenti parte della implementazione del modello economico e sociale, e che si basa su alcuni principi generali.
Nel progetto di Concettualizzazione del Modello Economico e Sociale Cubano di Sviluppo Socialista, nel suo Capitolo 1, si afferma: “Le tecnologie dell’informazione, della comunicazione e dell’automazione sono sviluppate, in modo che contribuiscano ad una attiva partecipazione dei cittadini -soprattutto dei giovani-; all’elevazione della conoscenza, al livello ed alla qualità della vita; all’innovazione, al perfezionamento dello Stato, alle prestazioni dell’economia nazionale e della sfera sociale».
Quindi che un paese come Cuba promuova lo sviluppo delle tecnologie con una visione emancipatrice è un problema per il Governo USA, nel suo tentativo di destabilizzare l’isola. Tuttavia, Internet costituisce, al tempo stesso, una collaudata piattaforma per ottenere la penetrazione ideologica e, persino, convocare alla violenza, come è già successo in altre nazioni.
Tra il volere ed il non volere più internet per i cubani si dibatte il potere USA: alcuni chiedono di rendere più flessibile l’interscambio in materia di telecomunicazioni e altri sostenere il blocco totale, ma l’obiettivo è lo stesso, come lo ha dimostrato la seconda riunione della Task Force di Internet for Cuba (GTIC) del Dipartimento di Stato.
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Come l’amministrazione Trump è collegata a questo? Nel giugno 2017, secondo le indicazioni del memorandum presidenziale Rafforzamento della politica USA verso Cuba, il Dipartimento di Stato creava il GTIC per “esaminare le sfide tecnologiche e le opportunità per espandere l’accesso ad Internet e la libertà di espressione a Cuba ».
Secondo lo stesso governo USA, il GTIC “esaminerà le sfide tecnologiche e le opportunità per espandere l’accesso a Internet a Cuba, anche attraverso il sostegno del governo federale a programmi ed attività che fomentino la libertà di espressione attraverso mezzi indipendenti e la libertà di internet in modo che il popolo cubano possa godere del flusso libero e non regolato di informazioni».
Per questo contano su una capacità di consulenza esclusiva per quanto riguarda l’accesso a Internet a Cuba, ed il gruppo è composto da rappresentanti di dipartimenti ed agenzie rilevanti del Governo USA ed organizzazioni non governative relazionate ad Internet ed entità del settore privato.
Nella sua riunione inaugurale, il gruppo ha creato due sottocommissioni: una per esplorare il ruolo dei media ed il flusso della informazione libera e non regolata a Cuba, e un altro per esplorare l’accesso ad Internet a Cuba, obiettivi analizzai nella seconda riunione pubblico che si ebbe negli USA lo scorso 6 dicembre.
Secondo il sito web del Dipartimento di Stato, “a meno che non sia prorogato dal Presidente, il Gruppo di Lavoro terminerà il 16 giugno 2019 (in conformità con il Memorandum di Sicurezza Nazionale del 16 giugno 2017)”.
Dopo aver letto questa informazione salta agli occhi il paradosso: il gruppo desidera espandere gli orizzonti di Internet nello stesso paese a cui, per oltre 55 anni, hanno imposto il blocco economico, finanziario e commerciale.
Il secondo incontro si è svolto un giorno dopo l’annuncio dell’apertura del servizio di connessione dati di Etecsa. Coincidenza?
Questo gruppo cerca di “contribuire” allo sviluppo di Internet a Cuba, ma per quale scopo. Quali sono le reali intenzioni del governo USA dietro questo progetto?
La giornalista Rosa Miriam Elizalde, in un’intervista concessa al programma Enlace_Cuba di Cubavision Internazionale, ha espresso che “se abbiamo bisogno di spiegare in una frase di cosa stiamo parlando e che lo possa capire il popolo di Cuba, diremmo: questa è la versione di Radio e TV Martí per internet, dedicata esclusivamente a produrre notizie false 24 ore al giorno, o come ora vengono chiamate “fake news”, adattate alle particolari condizioni di Cuba nello spazio pubblico digitale del paese. Ed è illegale e interferente come Radio e TV Martí”.
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Il nostro paese ha già concepito il graduale sviluppo di Internet, contando sempre sui nostri sforzi e senza dipendere da volontà altrui che vogliono interporsi nel progresso della nazione.
In generale, dal 2003, Etecsa ha implementato oltre 1200 siti Wi-Fi, 670 sale di navigazione, oltre 60000 account Nauta Hogar, 1,9 milioni di account permanenti per l’accesso a Internet e oltre 34000 entità connesse.
Questo sostenuto accesso è stato quello che ha posizionato l’isola come il paese che ha registrato il maggior incremento di penetrazione nelle reti sociali, nel 2016, con un 346%.
In precedenti dichiarazioni, il Ministro delle Comunicazioni, Jorge Luis Perdomo, ha fatto riferimento ad alcune delle sfide del settore delle telecomunicazioni per il 2019: creare più infrastrutture, con priorità per la banda larga mobile e la tecnologia di quarta generazione, in modo che si ottenga ampliare le capacità di accesso; incrementare il contenuto digitale nazionale; ottenere che le aziende che sviluppano applicazioni informatiche si integrino e contribuiscano maggiormente al processo di informatizzazione; lavorare per raggiungere una relazione naturale tra entità statali ed il settore privato; oltre a dare la priorità all’informatizzazione nei territori.
Perdomo ha anche affermato che la direzione del Governo e del Partito hanno piena coscienza della necessità di un servizio internet. «Internet e le tecnologie, in generale, incentivano lo sviluppo economico, sociale, culturale, generalizzano la conoscenza ed il suo accesso. È un fattore che incide su tutti i settori dell’economia, genera occupazione; è utile in funzione della crescita”.
Nell’editoriale ‘L’informatizzazione della società, una priorità per Cuba’, pubblicato su questo giornale, si dimostra quale è la volontà di Cuba su questo tema:
Il nostro Paese “è stato ed è determinato a connettersi con il mondo, nonostante la propaganda contro di lui, l’assedio economico, la raddoppiata sorveglianza e le guerre di quarta generazione. La decisione è presa non solo per bere da quella immensa fonte di conoscenze che è la “autostrada dell’informazione”, ma per porre in essa il meglio della nostra cultura, educazione, conoscenza e umanesimo, che sono il nucleo fondante della Rivoluzione cubana e del pensiero dei suoi dirigenti».
Cronologia del Gruppo di Lavoro
– 14 febbraio 2006: La Segretaria di Stato, Condoleezza Rice, cerò ufficialmente il Gruppo di lavoro per la Libertà di Internet Globale.
– 2008: Il governo di Barack Obama diresse verso il cyberspazio cubano la maggior parte del bilancio pubblico assegnato alla politica di “cambio di regime” sull’isola.
– Settembre 2009: L’ Office of Industry and Security creò un’eccezione alla licenza di esportazione a Cuba per “dispositivi di comunicazione donati”: telefoni cellulari, sim card, PDA, pc portatili, memoria flash, dispositivi Bluetooth e dispositivi di connessione internet wireless.
– 16 giugno 2017: il Dipartimento di Stato creò il Gruppo di Lavoro d’Internet per Cuba per “esaminare le sfide tecnologiche e le opportunità per espandere l’accesso ad Internet e la libertà di espressione a Cuba”.
– 22 gennaio 2018: L’avviso della riunione inaugurale del Gruppo fu pubblicato nel Registro Federale e fu annunciato dal Dipartimento di Stato.
– 7 febbraio 2018: Riunione inaugurale del Gruppo di Lavoro.
– 6 dicembre 2018: Il Gruppo di Lavoro di Internet organizzò una seconda riunione aperta al pubblico.
Fonte: Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e Dominio Cuba.
¿Más intercambio o más bloqueo?: dos posibilidades y una misma finalidad
Entre el querer y no querer más internet para los cubanos se debate el poder norteamericano: unos piden flexibilizar el intercambio en materia de telecomunicaciones y otros sostener el bloqueo total
Autor: Susana Antón
Cuba apuesta por el desarrollo tecnológico y, desde el principio, lo ha hecho con el fin de facilitar al pueblo un mayor acceso al conocimiento.
Por ello, el Gobierno cubano ha implementado la Política de informatización de la sociedad, que se concibió en correspondencia con el conjunto de políticas y acciones derivadas y a la vez conformadoras de la implementación del modelo económico y social, y que se sustenta en varios principios generales.
En el Proyecto de Conceptualización del Modelo Económico y Social Cubano de Desarrollo Socialista, en su Capítulo 1, se plantea: «Están desarrolladas las tecnologías de la información, las comunicaciones y la automatización, de modo que contribuyen a una activa participación ciudadana –sobre todo de los jóvenes–; a la elevación del conocimiento, el nivel y calidad de vida; a la innovación, al perfeccionamiento del Estado, al desempeño de la economía nacional y de la esfera social».
Entonces, que un país como Cuba impulse el desarrollo de las tecnologías con una visión emancipadora es un problema para el Gobierno de Estados Unidos, en su afán de desestabilizar a la Isla. Sin embargo, internet constituye, a la vez, una plataforma probada para lograr penetración ideológica e, incluso, convocar a la violencia, como ya ha sucedido en otras naciones.
Entre el querer y no querer más internet para los cubanos se debate el poder norteamericano: unos piden flexibilizar el intercambio en materia de telecomunicaciones y otros sostener el bloqueo total, pero el fin es el mismo, como lo demostró la segunda reunión del Grupo de Tareas de Internet para Cuba (GTIC) del Departamento de Estado.
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¿Cómo la administración Trump está relacionada con esto? En junio del 2017, de acuerdo con las indicaciones del memorando presidencial Fortalecimiento de la política de Estados Unidos hacia Cuba, el Departamento de Estado creaba el gtic para «examinar los desafíos tecnológicos y las oportunidades para ampliar el acceso a internet y la libertad de expresión en Cuba».
De acuerdo con el propio Gobierno estadounidense, el gtic «examinará los desafíos tecnológicos y las oportunidades para ampliar el acceso a internet en Cuba, incluso a través del apoyo del Gobierno federal a programas y actividades que fomenten la libertad de expresión a través de medios independientes y la libertad de internet para que el pueblo cubano pueda disfrutar del flujo libre y no regulado de información».
Para ello cuentan con una capacidad de asesoría exclusiva con respecto al acceso a internet en Cuba, y el grupo está compuesto por representantes de departamentos y agencias relevantes del Gobierno de Estados Unidos y organizaciones no gubernamentales relacionadas con internet y entidades del sector privado.
En su reunión inaugural, el grupo creó dos subcomités: uno para explorar el papel de los medios de comunicación y el flujo de información libre y no regulado en Cuba, y otro para explorar el acceso a internet en Cuba, objetivos analizados en la segunda reunión pública que tuvieron en Estados Unidos el pasado 6 de diciembre.
De acuerdo con el sitio web del Departamento de Estado, «a menos que sea extendido por el Presidente, el Grupo de Trabajo terminará el 16 de junio del 2019 (de conformidad con el Memorando de Seguridad Nacional del 16 de junio del 2017)».
Luego de leer esta información salta a la vista la paradoja: el grupo desea ampliar los horizontes del internet en el mismo país al que por más de 55 años han impuesto el bloqueo económico, financiero y comercial.
Su segunda reunión se celebró un día después del anuncio de la apertura del servicio de conexión de datos por parte de Etecsa. ¿Coincidencia?
Este grupo busca «contribuir» al desarrollo de la internet en Cuba, pero para qué. ¿Cuáles son las reales intenciones del Gobierno norteamericano tras este proyecto?
La periodista Rosa Miriam Elizalde, en entrevista concedida al programa Enlace_Cuba, de Cubavisión Internacional, expresó que «si necesitamos explicar en una frase lo que estamos hablando y lo pueda entender el pueblo de Cuba, diríamos: esta es la versión de Radio y tv Martí para internet, dedicado exclusivamente a producir las 24 horas del día noticias falsas, o como ahora se le llama, “fake news”, adaptadas a las condiciones particulares de Cuba en el espacio público digital del país. Y es tan ilegal e injerencista como Radio y TV Martí».
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Nuestro país ya tiene concebido el paulatino desarrollo de la internet, siempre contando con nuestros esfuerzos y sin depender de voluntades ajenas que quieran interponerse en el progreso de la nación.
De forma general, desde el 2003, Etecsa ha implementado más de 1 200 sitios wifi, 670 salas de navegación, más de 60 000 cuentas Nauta Hogar, 1,9 millones de cuentas permanentes para el acceso a internet y más de 34 000 entidades conectadas.
Este acceso sostenido fue el que posicionó a la Isla como el país que más creció en penetración en las redes sociales durante el 2016, con un 346 %.
En declaraciones anteriores, el ministro de Comunicaciones, Jorge Luis Perdomo, se refirió a algunos de los retos del sector de las telecomunicaciones para el 2019: crear más infraestructuras, con prioridad para la banda ancha móvil y la tecnología de cuarta generación, de modo que se logren ampliar las capacidades de acceso; incrementar los contenidos digitales nacionales; lograr que las empresas que desarrollan aplicaciones informáticas se integren y aporten más al proceso de informatización; trabajar en pos de alcanzar una relación natural entre las entidades estatales y el sector privado; así como priorizar la informatización en los territorios.
Perdomo también afirmó que la dirección del Gobierno y del Partido tienen plena conciencia de la necesidad del servicio de internet. «El internet y las tecnologías de forma general incentivan el desarrollo económico, social, cultural, generalizan el conocimiento y su acceso. Es un factor que incide en todos los sectores de la economía, genera empleo; es útil en función del crecimiento».
En el editorial La informatización de la sociedad, una prioridad para Cuba, publicada en este diario, se demuestra cuál es la voluntad de Cuba en este tema:
Nuestro país «ha estado y está decidida a conectarse con el mundo, a pesar de la propaganda en su contra, el cerco económico, la vigilancia redoblada y las guerras de cuarta generación. La decisión está tomada no solo para beber de esa inmensa fuente de conocimientos que es la “autopista de la información”, sino para poner en ella lo mejor de nuestra cultura, educación, conocimiento y humanismo, que son el núcleo fundacional de la Revolución Cubana y del pensamiento de sus líderes».
Cronología del Grupo de Trabajo
– 14 de febrero del 2006: La secretaria de Estado, Condoleezza Rice, creó oficialmente el Grupo de Tareas para la Libertad de la Internet Global.
– 2008: El gobierno de Barack Obama dirigió hacia el ciberespacio cubano la mayoría del presupuesto público destinado a la política de «cambio de régimen» en la Isla.
– Septiembre del 2009: La Oficina de Industria y Seguridad creó una excepción a la licencia de exportación a Cuba para «dispositivos de comunicación donados» : teléfonos celulares, tarjetas sim, pda, computadoras portátiles y de escritorio, memorias flash, equipos Bluetooth, y dispositivos de conexión inalámbrica a internet.
– 16 de junio del 2017: El Departamento de Estado creó el Grupo de Trabajo de Internet para Cuba para «examinar los desafíos tecnológicos y las oportunidades para ampliar el acceso a internet y la libertad de expresión en Cuba».
– 22 de enero del 2018: El aviso de la reunión inaugural del Grupo se publicó en el Registro Federal y fue anunciado por el Departamento de Estado.
– 7 de febrero del 2018: Reunión inaugural del Grupo de Trabajo.
– 6 de diciembre del 2018: El Grupo de Trabajo de Internet organizó una segunda reunión abierta al público.
Fuente: Departamento de Estado de Estados Unidos y Dominio Cuba.