XVI Vertice dell’ALBA-TCP

Dichiarazione finale XVI Vertice ALBA-TCP

 

L’Avana, 14 dicembre 2018

In Difesa dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace.

I capi di Stato e di Governo dei los paesi membri dell’Alleanza Bolivariana per i popoli di Nuestra America-Trattato del Commercio dei Popoli  (ALBA-TCP) riuniti a L’Avana, in occasione del XVI Vertice dell’ ALBA-TCP:


Ispirati dall’incontro fraterno dei  Comandanti Fidel e Chávez, nella prima visita di questi a Cuba, il 14 dicembre del 1994, che pose la semente  della nostra cooperazione:

1. Reiteriamo la nostra volontà di continuare a fomentare la costruzione di un nuovo ordine internazionale, democratico, giusto, inclusivo ed equo, nel quale sia effettiva l’uguaglianza sovrana tra gli Stati e il rispetto della libera  autodeterminazione dei popoli; un ordine che promuova la cooperazione e el multilateralismo, e che nello steso tempo respinga l’interventismo e le azioni coercitive  unilaterali.

2. Ratifichiamo il nostro impegno con la concertazione politica, la cooperazione  e l’integrazione, coscienti che solo l’unità tra i nostri popoli doterà le nazioni   latinoamericane e caraibiche di una maggior capacità per far fronte all’ingerenza e al dominio politico ed economico storicamente imposto dai poteri egemonici globali.

3. Riaffermiamo la necessità di rinforzare la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) come meccanismo di concertazione politica regionale basato nel  più stretto rispetto e nella difesa dei principi del Diritto Internazionale, includendo la soluzione pacifica delle controversie, la proibizione dell’uso e della minaccia dell’uso della forza, il rispetto del libera determinazione, della sovranità, dell’integrità territoriale e la non ingerenza nei temi interni di ogni paese.

4. Riconosciamo l’attivismo di El Salvador per favorire lo sviluppo e il rafforzamento della CELAC, così come riaffermiamo il nostro appoggio alla Bolivia nel suo esercizio della Presidenza Pro Tempore della CELAC nel 2019.

5. Insistiamo che le misure coercitive unilaterali sono contrarie alla Carta delle Nazioni Unite e al Diritto Internazionale, vulnerano le regole internazionali del commercio, minacciano la pace e la sicurezza  internazionali e restringono il godimento dei diritti umani della popolazione degli Stati contro i quali si applicano.

6. Segnaliamo la necessità che le organizzazioni internazionali e in particolare  l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), adottino le misure che ci vogliono per affrontare le violazioni alle norme del commercio internazionale comprese nelle misure coercitive unilaterali, e che gli Stati e i loro gruppi adottino azioni per impedire gli affetti dell’extraterritorialità che  le accompagnano.

7. Denunciamo il carattere extraterritoriale di  molte di queste misure che non solo danneggiano gli indici  socioeconomici degli Stati colpiti, ma danneggiano anche gli interessi economici e commerciali di terzi.

8. Esprimiamo la nostra preoccupazione per le aggressioni e le azioni contro la pace e la sicurezza regionali e soprattutto le minacce dell’uso della forza contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela che attentano il Proclama dell’America Latina e i Caraibi come Zona di Pace, firmato dai capi di Stato e di Governo nel II Vertice della CELAC, realizzato a L’Avana il 28 e 29 gennaio del 2014.

9. Segnaliamo la resistenza del Governo e del popolo del Venezuela di fronte all’ingerenza esterna e alle misure coercitive unilaterali, e alla costante manipolazione mediatica contro questo paese.

10. Reiteriamo il nostro appoggio e riconoscimento al Governo eletto del presidente Nicolás Maduro Moros al quale auguriamo successo nella sua gestione al fronte della Repubblica Bolivariana del Venezuela, a partire dalla  consegna del potere il prossimo 10 gennaio del 2019.

11. Respingiamo le azioni d’ingerenza del Governo degli Stati Uniti, che utilizza ancora una volta la OSA nella sua politica interventista contro la sovranità, l’autodeterminazione e l’ordine costituzionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, del Nicaragua e di  altri paesi.

12. Ratifichiamo il nostro appoggio senza condizioni al governo e al popolo del Nicaragua nella sua decisione di continuare a difendere la sua sovranità, la pace, le notevoli conquiste sociali, economiche, di sicurezza e di unità nazionale conquistati.

13. Reiteriamo il reclamo della comunità internazionale che esige l’eliminazione  senza condizioni del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti a Cuba, che è una violazione assoluta, flagrante e sistematica dei diritti umani del popolo cubano, il cui carattere extra territoriale danneggia tutti gli Stati. Celebriamo l’approvazione nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per la 27ª volta, della risoluzione che reclama la fine del blocco e ratifica la condanna di questa frustrata politica.

14. Reiteriamo la nostra solidarietà con il compagno Lula Da Silva, leader emblematico di Nuestra America, prigioniero politico in Brasile.

15. Lamentiamo le modifiche annunciate al Programma “Más Médicos para Brasil”, che impongono condizioni inaccettabili e non rispettano le garanzie accordate per la partecipazione dei medici cubani al Programma. . Respingiamo gli attacchi alla dignità, alla professionalità e all’altruismo dei collaboratori cubani.

16. Riaffermiamo il nostro appoggio e il nostro impegno al popolo e al governo della Bolivia nel suo storico e giusto diritto di un’uscita sul mare con sovranità. Invitiamo la Repubblica del Cile e lo Stato Plurinazionale della Bolivia a iniziare nuovamente il dialogo e gli scambi, nella cornice della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, con il proposito di risolvere la chiusura  marittima della Bolivia.

17. Respingiamo  energicamente le misure adottate contro i fraterni paesi dei Caraibi, considerandoli giurisdizioni non cooperative ed esortiamo a rivedere i criteri di che li pongono tra i paesi a reddito medio, cosa che rende più difficile il loro accesso al credito e alla cooperazione internazionale.

18. Riaffermiamo  il nostro continuo appoggio ai paesi dei Caraibi nel nostro continuo reclamo del compenso per il genocidio della popolazione nativa e gli orrori della schiavitù e la tratta.

19. Riaffermiamo il nostro impegno d’affrontare  il cambio climatico,
coscienti che le cause  di questo fenomeno radicano nei modelli irrazionali di produzione e consumo  imposti dal sistema capitalista. Le aggressioni alla nostra Madre Terra mostrano impatti
negativi  sempre più evidenti e questo impone premura nelle azioni della comunità internazionale al rispetto.

20. Sottolineiamo la notevole  vulnerabilità dei nostri paesi di fronte agli effetti avversi del cambio climatico e ai disastri naturali.  L’ALBA-TCP chiama alla piena implementazione dell’Accordo di Parígi, prendendo come base il principio delle responsabilità comuni ma differenti, per fermare il riscaldamento globale e lavorare per lo sviluppo sostenibile in armonia con la natura.

21. Riaffermiamo il nostro impegno nella preservazione e il rafforzamento delle istituzioni sorte nel seno  ALBA-TCP, che  apportano benefici ai nostri popoli attraverso la cooperazione, la complementarità economica e la concertazione.

22. Esprimiamo la nostra volontà di studiare la possibilità d’implementare le nuove iniziative nel seno dell’ALBA-TCP, che promuovono il beneficio equo e complementare delle economie dei paesi membri.

23. Riconosciamo la necessità del dialogo costante tra le forze  politiche progressiste e dei movimenti sociali. L’ALBA-TCP  ha il dovere d’essere una piattaforma che favorisce l’incontro tra le organizzazioni sociali della regione, coscienti che l’unità dei nostri popoli costituisce il baluardo della sovranità degli  Stati latinoamericani e caraibici.

24. Felicitiamo il Governo e il popolo  cubani per il 60º anniversario del trionfo della Rivoluzione Cubana contro le forze  imperialiste degli Stati Uniti e la dittatura di Fulgencio Batista.

25. Ratifichiamo la piena vigenza delle parole del  Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, il 18 ottobre del 1995 nel Undicesimo  Vertice del Movimento dei Paesi non Allineati (MNOAL)  quando disse: «Non siamo semplici spettatori. Questo mondo è anche il nostro mondo. Nessuno può sostituire la nostra azione unita e nessuno prenderà la parola per noi.

Solo noi e solo uniti possiamo respingere l’ingiusto ordine politico ed economico mondiale che si pretende d’imporre ai nostri popoli».


Declaración de la XVI Cumbre del ALBA-TCP efectuada en LaHabana Cuba, el 14 de diciembre de 2018

Los Jefes de Estado y de Gobierno de los países miembros de la Alianza Bolivariana para los pueblos de Nuestra América-Tratado de Comercio de los Pueblos (ALBA-TCP) reunidos en La Habana, en ocasión de la XVI Cumbre del ALBA-TCP;

Inspirados en el encuentro fraterno de los Comandantes Fidel y Chávez, en la primera visita de este a Cuba el 13 de diciembre de 1994, que sembró la semilla de nuestra cooperación:

1.     Reiteramos nuestra voluntad de continuar impulsando la construcción de un nuevo orden internacional, democrático, justo, inclusivo y equitativo, en el que sea efectiva la igualdad soberana entre los Estados y el respeto a la libre determinación de los pueblos; un orden que promueva la cooperación y el multilateralismo, al mismo tiempo que repudie el intervencionismo y las acciones coercitivas unilaterales.

2.     Ratificamos nuestro compromiso con la concertación política, la cooperación y la integración, conscientes de que solo la unidad entre nuestros pueblos dotará a las naciones latinoamericanas y caribeñas de una mayor capacidad para hacer frente a la injerencia y dominación política y económica históricamente impuesta por los poderes hegemónicos globales.

3.     Reafirmamos la necesidad de fortalecer la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC) como mecanismo de concertación política regional basado en la estricta observancia y defensa de los principios del Derecho Internacional, incluidos la solución pacífica de controversias, la prohibición del uso y de la amenaza del uso de la fuerza, el respeto a la libre determinación, a la soberanía, la integridad territorial, y la no injerencia en los asuntos internos de cada país.

4.     Reconocemos el activismo de la República de El Salvador en aras de favorecer el desarrollo y fortalecimiento de la CELAC, así como reafirmamos al Estado Plurinacional de Bolivia nuestro respaldo en su ejercicio de la Presidencia Pro Tempore de la CELAC en el año 2019.

5.     Insistimos en que las medidas coercitivas unilaterales son contrarias a la Carta de Naciones Unidas y el Derecho Internacional, vulneran las reglas internacionales del comercio, amenazan la paz y la seguridad internacionales y restringen el disfrute de los derechos humanos de la población de los Estados contra los cuales se aplican.

6.     Destacamos la necesidad de que las organizaciones internacionales, en particular la Organización Mundial de Comercio (OMC), adopten las medidas que se requieran para enfrentar las violaciones a las normas del comercio internacional que entrañan las medidas coercitivas unilaterales, y de que los Estados y sus agrupaciones adopten acciones para impedir los efectos de la extraterritorialidad que las acompañan.

7.     Denunciamos el carácter extraterritorial de muchas de estas medidas que no solo afectan los indicadores socioeconómicos de los Estados afectados, sino también dañan los intereses económicos y comerciales de terceros.

8.     Expresamos nuestra preocupación por las agresiones y acciones contra la paz y la seguridad regionales, especialmente las amenazas de uso de la fuerza contra la República Bolivariana de Venezuela, que atentan contra la Proclama de América Latina y el Caribe como Zona de Paz, firmada por los Jefes de Estado y/o Gobierno en la II Cumbre de la CELAC, celebrada en La Habana los días 28 y 29 de enero de 2014.

9.     Destacamos la resistencia del Gobierno y pueblo venezolanos frente a la injerencia externa, las medidas coercitivas unilaterales y la constante manipulación mediática contra su país.

10. Reiteramos nuestro apoyo y reconocimiento al gobierno electo del presidente Nicolás Maduro Moros a quien auguramos éxitos en su gestión al frente de la República Bolivariana de Venezuela, a partir de la toma de posesión del próximo 10 de enero de 2019.

11. Rechazamos el accionar injerencista del Gobierno de Estados Unidos, que utiliza una vez más a la OEA en su política intervencionista contra la soberanía, la libre determinación y el orden constitucional de la República Bolivariana de Venezuela, de la República de Nicaragua y de otros países.

12. Ratificamos nuestro apoyo incondicional al gobierno y pueblo de Nicaragua en su decisión de continuar defendiendo su soberanía, la paz, los notables avances sociales, económicos, de seguridad y de unidad nacional alcanzados.

13. Reiteramos el reclamo de la comunidad internacional de que se levante de manera incondicional el bloqueo económico, comercial y financiero impuesto por los Estados Unidos a Cuba, que constituye una violación masiva, flagrante y sistemática de los derechos humanos del pueblo cubano y cuyo carácter extraterritorial afecta a todos los Estados. Celebramos la aprobación en la Asamblea General de las Naciones Unidas, por vigésimo séptima ocasión, de la resolución que reclama el fin del bloqueo y ratifica el rechazo abrumador a esta política.

14. Reiteramos nuestra solidaridad con el compañero Lula Da Silva, líder emblemático de Nuestra América, preso político en Brasil.

15. Lamentamos las modificaciones anunciadas al Programa Más Médicos de Brasil que imponen condiciones inaceptables e incumplen las garantías acordadas para la participación de los médicos cubanos en el Programa. Rechazamos los cuestionamientos a la dignidad, la profesionalidad y el altruismo de los colaboradores cubanos.

16. Reafirmamos nuestro apoyo comprometido al pueblo y gobierno de Bolivia en su histórico y justo derecho a una salida al mar con soberanía. Instamos a la República de Chile y al Estado Plurinacional de Bolivia a reiniciar el diálogo e intercambios, en el marco de la sentencia de la Corte Internacional de Justicia, con el propósito de resolver el enclaustramiento marítimo de Bolivia.

17. Rechazamos enérgicamente las medidas adoptadas contra hermanos países caribeños, considerándolos jurisdicciones no cooperativas, a la vez que exhortamos a revisar los criterios de graduación como “países de renta media”, lo que dificulta su acceso al crédito y a la cooperación internacional.

18. Reafirmamos nuestro continuo apoyo a los países caribeños en su reclamo de compensación por el genocidio de la población nativa y los horrores de la esclavitud y la trata.

19. Reafirmamos nuestro compromiso de enfrentar el cambio climático, conscientes de que las causas de este fenómeno radican en los modelos irracionales e insostenibles de producción y consumo impuestos por el sistema capitalista. Las agresiones a nuestra Madre Tierra muestran impactos negativos cada vez más evidentes, lo cual impone premura en el accionar de la comunidad internacional al respecto.

20. Hacemos énfasis en la considerable vulnerabilidad de nuestros países ante los efectos adversos del cambio climático y los desastres naturales. El ALBA-TCP hace un llamado a la plena implementación del Acuerdo de París, tomando como base el principio de responsabilidades comunes pero diferenciadas, para detener el calentamiento global y trabajar por el desarrollo sostenible en armonía con la naturaleza.

21. Reafirmamos nuestro compromiso en la preservación y fortalecimiento de las instituciones surgidas en el seno del ALBA-TCP, que benefician a nuestros pueblos a través de la cooperación, la complementariedad económica y la concertación.

22. Expresamos nuestra voluntad de estudiar la posibilidad de implementar nuevas iniciativas en el seno del ALBA-TCP, que promuevan el beneficio equitativo y complementario de las economías de los países miembros.

23. Reconocemos la necesidad del diálogo constante entre las fuerzas políticas progresistas y los movimientos sociales. El ALBA-TCP tiene el deber de ser una plataforma que propicie el encuentro entre las organizaciones sociales de la región, conscientes de que la unidad de nuestros pueblos constituye el baluarte de la soberanía de los Estados latinoamericanos y caribeños.

24. Felicitamos al Gobierno y pueblo cubanos por el 60 aniversario del triunfo de la Revolución Cubana contra las fuerzas imperialistas de los Estados Unidos y la dictadura de Batista.

25. Ratificamos la plena vigencia de las palabras del Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz, el 18 de octubre de 1995 en la Oncena Cumbre del Movimiento de Países no Alineados cuando expresó “No somos simples espectadores. Este mundo es también nuestro mundo. Nadie puede sustituir nuestra acción unida, nadie tomará la palabra por nosotros. Solo nosotros, y solo unidos, podemos rechazar el injusto orden político y económico mundial que se pretende imponer a nuestros pueblos”.

La Habana, 14 de diciembre de 2018

Nota: Declaración leída por el Canciller de Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla


Verso un ordine internazionale democratico

teleSUR – Traduzione de l’AntiDiplomatico

Gli Stati membri dell’Alleanza Bolivariana dei Popoli della Nuestra America – Trattato del Commercio dei Popoli (ALBA-TCP) si sono riuniti a Cuba per celebrare 14 anni di lavoro per difendere la pace regionale e consolidare l’integrazione latinoamericana e caraibica.

“Ribadiamo la nostra volontà di continuare a promuovere la costruzione di un nuovo ordine internazionale democratico, equo ed inclusivo in cui l’eguaglianza sovrana tra gli Stati e il rispetto della libera autodeterminazione dei popoli sia effettiva”, si legge nella dichiarazione finale del summit.

“Riaffermiamo la necessità di rafforzare la comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (CELAC) come meccanismo di concentrazione politica regionale basata sul rispetto della sovranità, l’integrità territoriale e il non intervento negli affari interni di ciascun paese”.

Il presidente cubano Miguel Diaz-Canel ha dichiarato che l’integrazione è l’unico modo per affrontare le minacce dei paesi interventisti. Ha inoltre difeso il Nicaragua e il Venezuela, affermando che il costante sovvertimento politico, l’aggressione economica e le minacce dell’uso della forza mettono in pericolo la pace e la sicurezza della regione.

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha esortato i membri dell’alleanza a rafforzare la piattaforma sulla base di cooperazione, unità e solidarietà.

“Insistiamo sul fatto che le misure coercitive unilaterali sono contrarie alla Carta delle Nazioni Unite e al diritto internazionale, violano le regole del commercio internazionale, minacciano la pace e la sicurezza internazionali e limitano il godimento dei diritti umani”, viene ribadito nella dichiarazione finale in rimprovero contro il blocco degli Stati Uniti verso Cuba, la legge NICA recentemente approvata contro il Nicaragua e le sanzioni economiche e finanziarie contro il Venezuela.

Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha affermato che il miglior tributo ai leader rivoluzionari e ai principali promotori dell’ALBA, Fidel Castro e Hugo Chavez, sarebbe quello di impegnarsi nelle lotte per la liberazione della regione e raggiungere la giustizia e la pace sociale.

“Abbiamo partecipato al XVI Vertice ALBA-TCP all’Avana, a Cuba, per commemorare il 14° anniversario della sua fondazione da parte dei comandanti Fidel Castro e Hugo Chavez e abbiamo ribadito la nostra volontà di lavorare insieme per rafforzare la fratellanza e l’integrazione dell’America Latina e dei Caraibi “, ha scritto il leader boliviano su Twitter.

Il presidente del Nicaragua Daniel Ortega ha denunciato gli atti interventisti degli Stati Uniti contro il Venezuela e Cuba.

Gli Stati membri hanno anche solidarietà solidarietà all’ex presidente brasiliano Lula Da Silva che è stato condannato a 12 anni e un mese di prigione con l’accusa di corruzione passiva e riciclaggio di denaro sporco. Lula nega il suo coinvolgimento in nessuno dei casi e afferma di essere bersaglio della persecuzione politica, insieme alla Presidente Dilma Rousseff e al loro Partito dei Lavoratori (PT).

“Ribadiamo la nostra solidarietà al compagno Lula Da Silva, leader emblematico della Nuestra America, prigioniero politico in Brasile”, afferma la dichiarazione finale dell’ALBA.

Il primo ministro di Saint Vincent e Grenadine, Ralph Gonsalves, ha affermato che un intervento militare contro il Venezuela avrebbe successo se l’ALBA non esistesse.

“Il Venezuela non è una minaccia per nessuno, non disturba la pace mondiale, non è nel mezzo di una guerra civile, non c’è condizione del diritto internazionale che permetta (agli Stati Uniti) di intervenire in Venezuela”, ha detto il leader caraibico.

Secondo lui, queste minacce degli Stati Uniti dovrebbero essere prese sul serio perché provengono dalla più grande potenza militare del mondo. Quindi, l’ALBA-TCP deve rispondere con maggiore unità, ha detto.

Il Primo Ministro del Commonwealth della Dominica, Roosevelt Skerrit, ha ratificato la difesa della sovranità popolare e la validità dell’ALBA-TCP, specialmente per i più vulnerabili ed emarginati.

“Siamo interessati a risolvere i problemi delle persone… è quello che sarà sempre fatto”, ha detto Skerrit.

Il segretario generale dell’ALBA-TCP, David Choquehuanca, ha chiesto l’unità e l’integrazione delle popolazioni latinoamericane nel quadro della fraternità e della difesa della sovranità, al fine di rafforzare lo sviluppo multilaterale.

Nicolas Maduro ha scritto su Twitter, “Abbiamo proposto al XVI Summit di ALBA-TCP, di promuovere fortemente la costruzione di un modello di sviluppo integrativo, capace di generare ricchezza che ci consenta di raggiungere la liberazione economica, di avanzare verso un livello più alto di sviluppo condiviso. #AlbaIstheFuture”.

Choquehuanca ha sottolineato l’importanza di consolidare i sistemi monetari sviluppati nella regione, riferendosi alla criptovaluta venezuelana Petro e al Sucre, come basi per un nuovo modello economico.

“Dobbiamo essere attivi nello scenario multilaterale, nei meccanismi delle alleanze, nel movimento sociale ed economico, nei consigli dei nostri popoli, che vogliono integrarsi, che vogliono lavorare per la loro terra (…) Dobbiamo anche adattarci e costruire quel nuovo pensiero economico con Sucre e Petro, una nuova architettura finanziaria che ora è realtà”, ha affermato il segretario.

Si è anche concentrato sul lavoro con la Russia, la Cina, l’Iran e la Turchia perché sono interessati a lavorare con i governi degli Stati membri dell’ALBA. Il segretario ha aggiunto che devono collaborare con i movimenti sociali.

“Dobbiamo diventare lo spirito di integrazione dei popoli del mondo, per risvegliare quel sentimento di fratellanza”, ha concluso.


L’ ALBA e la grandezza di Fidel e Chávez

 

Cerimonia per il XIII Anniversario della fondazione dell’ALBA presieduta dal Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, presidente dei Consigli di Stato e de Ministri e da Nicolás Maduro Moro, presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Díaz-Canel, Maduro e Raúl sono oggi gli incaricati di dare continuità all’ALBA come paesi fondatori di questo progetto creato da Fidel e Chávez.

Era il mese di gennaio del 1959. Erano passati solo 22 giorni dal trionfo della Rivoluzione, quando Fidel Castro giunse a Caracas nel suo primo viaggio all’estero. Del suo viaggio lì si ricorda pe la sua totale vigenza quello che disse:

« Voglio che il concetto di Patria abbia una maggiore portata, che dicendo patria ci si sti riferendo alla grande America, composta dalle nostre piccole patrie».

Più tardi, davanti a 100.000 persone che gli gridavano “Viva”, sottolineò:

«L’ora dell’America, quella della giustizia, è giunta. Lo spirito della Rivoluzione popolare sta cavalcando sul suolo dell’America».

quelle parole molto simili a una profezia, Fidel le aveva concepite molti anni prima, dalla sua tappa alla guida dei ribelli nella Sierra Maestra ed anche negli anni quando era studente.

In quell’andare a favore dell’Unità Latinoamericana, il leader della Rivoluzione con il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, firmarono il 14 dicembre del 2004 a L’Avana la Dichiarazione Congiunte per la creazione dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA).

Nasceva così un meccanismo che ci mostrò , ci mostra e continuerà a farlo in futuro la grandezza di questi due leader.

Quando erano trascorsi solo cinque anni dal sua creazione, in una Riflessione il leader della Rivoluzione Cubana del 19 ottobre del 2009 scrisse: «L’ALBA creata dalla Repubblica Bolivariana del Venezuela e da Cuba, ispirata alle idee di Bolívar e Martí, come un esempio senza precedenti di solidarietà rivoluzionaria, ha dimostrato quanto si può fare in soli cinque anni di cooperazione pacifica».

Fidel concepiva l’ ALBA come uno strumento per sviluppare basi di cooperazione mutua e complementazione politica, sociale ed economica per i paesi dell’America Latina e i Caraibi.

Tra i suoi frutti più visibili e umani c’è l’invio di missioni mediche nei luoghi più isolati di vari paesi per scoprire le malattie genetiche e sviluppare un programma d’assistenza per gli handicappati, nella maggioranza dei casi in famiglie umili, totalmente abbandonate e senza accesso a medici o a medicine.

L’Operazione Miracolo che ha restituito la vista a milioni di persone con entrate scarse, gratuitamente; l’eliminazione dell’analfabetismo in Venezuela, Bolivia, Nicaragua e in Ecuador, mediante il metodo «Io sì posso», elaborato in Cuba e tradotto in varie lingue, sono due delle maggiori conquiste sociali d’integrazione regionale dell’ ALBA.

Il 20 agosto del 2005, nella cerimonia per la prima festa di laurea della Scuola Latinoamericana di Medicina, nel teatro Karl Marx, il Comandante in Capo disse: «Quanto ho detto è senza dubbio poco a lato del colossale movimento di formazione dei medici d’avanguardia che alla luce dell’Alba bolivariana stanno realizzando il Venezuela e Cuba.

In questa forma e in pieno sviluppo della Missione Barrio Adentro, concepita dal Presidente Hugo Chávez, 22.043 liceali venezuelani frequentano oggi studi premedici nei 7898 consultori di Barrio Adentro, in stretta cooperazione con i ministeri venezuelani d’Insegnamento Superiore e Salute Pubblica. Il 3 ottobre inizieranno a studiare nel primo anno di medicina. In soli dieci anni si laureeranno in 40.000».

L’organismo, che nei suoi primi anni è stato formato da quattro paesi (Cuba, Venezuela, Bolivia e Nicaragua) ha avuto un quinto membro con l’ integrazione dell’Ecuador, paese il cui governo attuale, in questo 2018 ha abbandonato l’ ALBA.

In questo processo d’integrazione, a partire dell’Alleanza Bolivariana sono stati messi in moto importanti meccanismi di collaborazione come Petrocaribe,

sorto nel 2005; l’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur), nel 2007, e la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (Celac), nel Tutti questi spazi di concertazione e unità costituiscono, come ha detto il Generale d’Esercito Raúl Castro nel XIV Vertice dell’ALBA, realizzato a Caracas il 5 marzo del 2017, l’impegno più importante che affronta ogni vera rivoluzione.

ALBA-TCP: 14 ANNI DI CONQUISTE

– Grazie alla Missione Miracolo hanno recuperato la vista più di cinque milioni di persone in trenta nazioni.

– Durante il primo decennio del meccanismo, circa 24.000 medici integrali comunitari dell’America Latina e dei Caraibi si sono laureati grazie a programmi sviluppati dall’ ALBA-TCP.

– Cuando se arribó al año 2014, cinco millones de ciudadanos de 18 países de nuestra región habían sido alfabetizados gracias al método «Yo sí puedo».

– Anche se l’ALBA e Petrocaribe sono due meccanismi differenti, condividono la stessa visione integratrice e per questo con il secondo i paesi della regione hanno potuto contare sul rifornimento stabile di combustibile a prezzi e forme di pagamento solidali.

-I paesi del blocco –in maniera indipendente– sono stati essenziali nella creazione della catena Telesur come uno spazio per lottare contro le correnti egemoniche dell’informazione.

– Sono stati realizzati diversi studi clinici e genetici su persone con handicap in vari paesi del blocco.

– Di fronte al passaggio di fenomeni naturali, i paesi dell’ALBA hanno mostrato la loro solidarietà e in questo spicca il programma venezuelano delle Petrocase


Le principali conquiste dell’ALBA

 

Per difendere la pace regionale e consolidare l’integrazione latinoamericana e caraibica, oggi venerdì 14 si celebra a L’Avana il XVI Vertice dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America -Trattato del Commercio dei Popoli.

Con più di dieci anni di vita, l’ ALBA-TCP continua a lavorare per la trasformazione delle società latinoamericane, per farle più giuste, più colte, partecipative e solidali.

Nella cornice del XVI vertice, Granma condivide con i suoi lettori alcuni degli obiettivi realizzati grazie al progetto di collaborazione e complementazione politica, sociale ed economica tra i paesi dell’America Latina e i Caraibi, concepito da Chávez e Fidel, che vide la luce il 14 dicembre del 2004.

Le conquiste dell’ALBA:

•         Grazie all’ALBA-TCP, tre paesi di Nuestra America sono stati dichiarati «Territori Liberi dall’Analfabetismo». Venezuela (2005), Bolivia (2008) e Nicaragua (2009)

•         La Missione Miracolo ha fatto recuperare la vista in forma gratuita a più di 5 milioni di persone. Inoltre ha offerto più di 27 milioni di visite oftalmologiche ed ha consegnato circa 41 milioni di paia di occhiali.

•         La Missione Miradolo ha privilegiato principalmente le persone con scarse risorse che non avevano mai ricevuto assistenza medica per i loro problemi oftalmologici.

•         Come parte dello Studio Ciínico Genetico Psicosociale delle Persone con Handicap, sono state identificate circa 1 milione di persone che non avevano protezione in sei dei paesi dell’ALBA-TCP. Sono stati consegnati aiuti tecnici come protesi per lo stesso valore e sono state effettuate 2 milioni di visite.

•         Lo studio Clinico Genetico Psicosociale delle Persone con Handicap come programma, ha anche integrato i pazienti alla società, senza discriminazione alla pari con la promozione delle loro potenzialità

•   Più di 2000 giovani provenienti dall’America Latina, i Caraibi e l’Africa si formano come medici comunitari di profonda vocazione sociale e con un’alta preparazione scientifica, tecnica, etica e umanistica nella Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM) con sedi in Cuba e in Venezuela.

•   Sono state realizzate quattro edizioni dei Giochi Sportivi dell’ALBA con la partecipazione di più di 10000 atleti di 31 nazioni.

•   Come conseguenza del terremoto del 12 gennaio del 2010 in Haiti, i paesi dell’ALBA-TCP approvarono un piano d’azione e contribuirono alla ricostruzione e allo stimolo dello sviluppo del fraterno paese dei Caraibi, nelle aree della salute, le finanze, l’energia, l’agricoltura, la sovranità alimentare, l’educazione, la costruzione e la sicurezza, il trasporto e la logistica.

•   L’Alleanza si è proposta la costruzione e il consolidamento di un Spazio d’Interdependenza, Sovranità e Solidarietà Economica attraverso il Trattato del Commercio dei Popoli, il SUCRE e il Banco dell’ALBA.

•   Il blocco ALBA ha difeso posizioni ferme e sicure per condannare in maniera assoluta il genocida blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba.


L’ Avana, capitale dell’unità, l’integrazione e la pace

 

Venerdì 14 dicembre: oggi L’Avana è la capitale dell’integrazione, l’unità e la capacità di concertazione, con rappresentanti d’alto livello dei dieci paesi che formano l’Alleanza Bolivariana dei Popoli di Nuestra America, Trattato del Commercio dei Popoli, riuniti nel suo Vertice nel Palazzo delle Convenzioni.

Il Presidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha espresso nel suo account di Twitter, a proposito di questa storica riunione: «Ratifichiamo la nostra volontà per consolidare l’integrazione latino americana e caraibica».

In una recente dichiarazione a PL, il segretario generale del blocco, David Choquehuanca, ha segnalato che l’ALBA «è importante in un contesto in cui forze oscure vogliono il ritorno del neocolonialismo, perché nel nostro continente la divisione è giunta con la colonia, assieme al razzismo, la cultura della divisione e la guerra».

L’appuntamento riaffermerà la necessità dell’unione dell’America Latina, facendo enfasi sulla vigenza del legato dei patrioti latino americani e il ruolo storico svolto dai suoi fondatori, Fidel Castro e Hugo Chávez, e vi partecipano rappresentanti d’alto livello delle dieci nazioni che formano questo apparato d’unificazione, assieme ad altri paesi invitati e agli osservatori.

È stata una realizzazione dell’ALBA la Missione Miracolo, che ha ridato la vista in forma gratuita a più di cinque milioni di persone, grazie a più di 27 milioni di visite oculistiche, con la consegna di 27 milioni di paia di occhiali, e sono state privilegiate le persone con scarse entrate economiche, che prima non avevano mai ricevuto assistenza medica per i loro problemi oftalmologici.

Ugualmente ha favorito con uno studio clinico – genetico psicosociale delle persone con handicaps l’identificazione di più di un milione di quelle che erano senza protezione in sei paesi dell’ALBA- TCP, alle qual sono state consegnate milioni in aiuti tecnici come protesi e sono state offerte più di due milioni di visite.

Più di 200 giovani provenienti dall’America Latina, dai Caraibi e dall’Africa studiano medicina e si formano come medici comunitari di profonda vocazione sociale e con un’alta preparazione scientifico – tecnica, etica e umanistica nella Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM), con sedi in Cuba e in Venezuela. Anche questo è un frutto di questo meccanismo d’integrazione e complementarità.

Ugualmente lo è la realizzazione delle quattro edizioni dei Giochi Sportivi dell’ALBA, con la partecipazione di più d 10.000 atleti di 31 nazioni.

L’alleanza si è proposta la costruzione e il consolidamento di uno spazio d’interdipendenza, sovranità e solidarietà economica attraverso il Trattato di Commercio dei Popoli, il Sucre e il banco dell’ALBA.

Inoltre ha difeso posizioni ferme e precise per condannare in maniera assoluta il genocida blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti contro Cuba.

Queste sono ragioni per le quali in questo Vertice, al termine di un anno molto impegnativo per la regione, l’ALBA difenderà la necessità di preservare la condizione dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace.


Inizia oggi il XVI Vertice dell’ALBA-TCP a L’Avana

 

Oggi L’Avana è la capitale dell’integrazione, l’unità e la capacità di concertazione, con rappresentanti d’alto livello dei dieci paesi che formano l’Alleanza Bolivariana dei Popoli di Nuestra America, Trattato del Commercio dei Popoli, riuniti nel suo Vertice nel Palazzo delle Convenzioni.

Il Presidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha espresso nel suo account di Twitter, a proposito di questa storica riunione: «Ratifichiamo la nostra volontà per consolidare l’integrazione latino americana e caraibica».

In una recente dichiarazione a PL, il segretario generale del blocco, David Choquehuanca, ha segnalato che l’ALBA «è importante in un contesto in cui forze oscure vogliono il ritorno del neocolonialismo, perché nel nostro continente la divisione è giunta con la colonia, assieme al razzismo, la cultura della divisione e la guerra».

Il segretario generale del meccanismo regionale, David Choquehuanca, lo ha detto in un’intervista rilasciata a Prensa Latina.

Il XVI Vertice dei Capi di Stato e di Governo sarà il luogo in cui i rappresentanti delle organizzazioni ricorderanno il momento della fondazione dell’ALBA, il 14 dicembre del 2004 e i suoi due creatori: Fidel Castro e Hugo Chávez.

Choquehuanca ha detto :«Due fratelli«Due fratelli con grandi visioni, straordinari, in un incontro decisero di costruire uno spazio d’integrazione inedito che comprendesse tutti i temi, non solo il commercio, e che costruisse unità, fraternità, speranza e pace».

Il Presidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha ratificato nel suo account in Twitter la volontà della parte cubana di consolidare l’integrazione latino americana e caraibica.

Questo Vertice avviene in un contesto difficile per i movimenti progressisti di Nuestra America.

Nel mese di novembre scorso si è svolta a Managua, la capitale del Nicaragua, la XVII Sessione del Consiglio Politico del Blocco in cui si è reiterato l’impegno con l’unità latinoamericana e caraibica e si è riaffermata la necessità di rinforzare l’unità nella diversità.

Lì si è accordato di realizzare questo nuovo appuntamento a L’Avana, luogo emblematico per l’unità latinoamericana dove si firmò il 29 gennaio del 2014 durante il II Vertice della CELAC,  il proclama dell’America Latina e i Caraibi come Zona di Pace, i cui postulati sono oggi più necessari che mai.

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