«Prepariamoci per proseguire la marcia vittoriosa di questo progetto storico, unico, nato dalle mani di Fidel e Chávez, prepariamoci per rinnovare la speranza e per nuove vittorie», ha affermato il presidente venezuelano Nicolás Maduro Moros, pronunciando le parole di chiusura della cerimonia per il 14º anniversario dell’Alleanza Bolivariana dei Popoli di Nuestra America-Trattato del Commercio dei Popoli (ALBA-TCP), con la presenza del Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito, e il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez.
Applausi prolungati hanno chiuso queste sue riflessioni finali in un discorso dedicato in parte a ricordare gli inizi della bella relazione tra i popoli di Cuba e del Venezuela, attraverso i loro due leaders e le sfide che affrontano oggi le nazioni latinoamericane e caraibiche di fronte alla scalata del neoliberalismo.
Maduro ha invitato ad essere più forti per resistere alle aggressioni del nemico. Siamo sottoposti a grandi pressioni e sembra che la pazzia si sia impadronita degli organismi che prendono le decisioni nel potere del Nord, e di fronte a questa situazione ha chiamato a prepararci.
Hanno fatto retrocedere alcuni paesi sino a dove non si era più pensato che sarebbero tornati, al neoliberalismo selvaggio, al si salvi chi può, ed per questo che è tanto importante questo Vertice di oggi, ha segnalato riferendosi alla XVI riunione realizzata venerdì 14 nel salone di protocollo di El Laguito, con la presenza di mandatari, primi ministri e capi di delegazione di 12 nazioni dell’area.
Di fronte a questa realtà il mandatario venezuelano ha chiamato a far sì che i popoli conoscano e sentano presto la rivitalizzazione delle missioni e dei programmi sociali dell’ALBA, come il grande attore politico che è stata ed è della regione e del sistema delle Nazioni Unite.
Per questo è tanto importante che ci poniamo alla velocità e all’altezza del grande impegno economico che abbiamo di creare un modello di ricchezza comune, ed ha segnalato che non era mai esistita una realtà come questo meccanismo d’integrazione che esprimesse la speranza, la realizzasse in azioni concrete e avesse in sè tutto il valore e la dignità di popoli che hanno lottato per secoli per il loro diritto al futuro.
La dichiarazione finale del XVI Vertice, letta dal Cancelliere cubano, mostra buona parte di quello che è il consenso attivo, il pensiero rivoluzionario per questo secolo XXI dei governi coraggiosi e ribelli che ognuno dei presenti rappresenta.
Ha segnalato che è una grande allegria condividere in incontri come questi la presenza del compagno Raúl Castro Ruz.
Ricordando l’arrivo per la prima volta a L’Avana del comandante Hugo Chávez, in pieno periodo di battaglia, di difficoltà, periodo eroico del popolo cubano, ha detto che allora c’erano governi di sinistra vigliacchi e ci sono anche adesso, che credono che prendendo le bandiere della destra gli si perdoneranno i peccatucci e potranno avere potere, quando il loro destino è seccarsi, affondare e sparire dalla mappa.
Ha ricordato l’abbraccio che si scambiarono Fidel e Chávez alla scaletta dell’aereo in quello che fu un momento storico, di due uomini che non agirono mai per fare la storia, ma che la fecero in tutte le sue attuazioni, con modestia, intelligenza e coraggio.
Lì, ha sottolineato, cominciò una relazione che indubbiamente segnò il cammino dei nostri popoli, non solo quelli di Cuba e del Venezuela ma, come si è dimostrato, dell’America Latina e dei Caraibi.
La realtà dei sogni condivisi
Un decennio dopo erano divenuti realtà parte dei sogni condivisi ed erano altre le circostanze per l’avvicinamento profondo delle due rivoluzioni tra i popoli; già dalle menti brillanti dei due erano sorti il progetto di Petrocaribe, ed anche le missioni salvatrici per il popolo bolivariano nei settori della salute, l’educazione, la cultura e la casa.
Su quella base nacque l’ALBA come alternativa al modello colonizzatore dell’Area di Libero Commercio per le Americhe, che pretendeva d’annullare i processi rivoluzionari, ha detto Maduro.
Indicando i temi trattati nel Vertice,si è riferito al bilancio realizzato dai passi avanti in materia sociale, politica e diplomatica in questi 14 anni.
L’irruzione dell’ALBA risultò decisiva per la fondazione della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi nel 2011 e per la sua proiezione come istanza di convivenza e unione dei nostri popoli, ha precisato,
Non deve stupire quindi che una delle proposte nella riunione è stata la ripresa della MIssione Miracolo per portarla a tutta la regione.
Ha reiterato che nonostante i benefici restano molti impegni e il primo identificato è stata la necessità dello sviluppo economico su basi integrazioniste, la creazione di un modello proprio.
Non è casuale, ha segnalato, che gli attacchi principali contro i processi progressisti e rivoluzionari dei governi dell’ALBA e dell’America Latina in generale sono nell’ambito economico, ed ha citato com esempi l’indurimento delle strategie di persecuzione e blocco contro Cuba, l’attivazione di una politica finanziaria criminale
contro Venezuela e Nicaragua, le minacce ci guerra economica e commerciale contro paesi anche e poderosi.
La cupola degli Stati Uniti applica come forma principale d’attacco la guerra commerciale ed economica e per questo nell’ALBA siamo coscienti che così come i grandi impegni e le missioni della sua tappa di fondazione sono stati ratificati, oggi abbiamo ben chiaro che in queste condizioni avverse ci tocca il forte compito della resistenza sviluppando un modello economico integrato. Solo noi possiamo formare un pensiero economico proprio, ha indicato.
Il mandatario venezuelano ha convocato alla coesione per far fronte all’ostilità imperialista.
«Vediamo l’importanza di unire tutte le nostre esperienze nel sociale e nella cultura, ma dove siamo rimasti indietro è nello sviluppo economico, nella creazione di basi economiche solide che sostengano lo sviluppo sociale, la felicità, la tranquillità e la prosperità alle quale hanno diritto i nostri popoli come grande obiettivo comune», ha sostenuto.
Poi ha avvertito che i nostri popoli necessitano le loro proprie ricchezze e ha detto a intellettuali, pensatori ed economisti, che è una menzogna la realizzazione dello sviluppo economico tirando tutti al proprio lato ed ha chiesto d’elaborare una strategia comune.
«Oggi possiamo comprendere meglio l’eroicità del popolo cubano contro il criminale blocco applicato per frenare lo sviluppo, la libertà, l’indipendenza e la dignità del popolo cubano, ha precisato ed ha proposto che tanto Petrocaribe come la criptomoneta siano le moneta di cambio nelle operazioni commerciali e internazionali tra i paesi membri dell‘Organizzazione. Saranno i mezzi di cambio liberamente convertibile con indipendenza commerciale.
Dobbiamo concentrarci nella produzione di ricchezze, ha sottolineato, «Le risorse non cadono dal cielo, è necessaria una corretta strategia d’investimento. È il fronte principale in cui ci si attacca per farsi arrendere, asfissiarci e indebolirci, confondere i popoli, dividerci e in buona misura a volte ci riescono», ha indicato Maduro Moros.
Poi ha riconosciuto che nonostante i grandi sforzi e le condizioni avverse, le ostilità e le aggressioni permanenti dell’imperialismo yankee sono state affrontate.
Rispetto all’ambiente continentale oggi hanno preso il potere le correnti neofasciste con posizioni importanti nei governi dell’America Latina e dei Caraibi. Esiste una destra estrema, con correnti imposte dagli Stati Uniti e dall’Europa.
«Attraversiamo una tappa di duro scontro per il potere politico in alcuni paesi vicini. Vari governi sono nelle mani della destra intollerante. Il Mercato Comune del Sud, Mercosur, è stato praticamente disintegrato. Si stabilisce il congelamento dell’Organizzazione delle Nazioni Sudamericane, Unasur, si minaccia una scalata di guerra, alleata alle oligarchie che oggi governano negli USA, ma ugualmente oggi possiamo dire in queste condizioni avverse,dove s’impone il neoliberalismo, possiamo dire 24 anni dopo quell’abbraccio, 14 anni dopo la nostra fondazione, che abbiamo vissuto anni intensi d’espansione della speranza, dell’ uguaglianza e della giustizia. Possiamo dire qui c’è l’ALBA come riferimento, disposta a resistere e a durare. Qui siamo pronti per continuare a combattere, per proseguire questa lotta», ha sostenuto il Presidente venezuelano.
Poi ha portato l’esempio dei popoli rappresentati da uomini coraggiosi come Raúl Castro e Daniel Ortega e quando si ricorda Fidel, i popoli sentono presente lo spirito immortale di coloro che ci hanno lasciato un pensiero come legato. Questa eredità sospinge tutti i loro sogni e la loro ansia di realizzare quel che è giusto e guida le nuove generazioni.
Maduro ha terminato dicendo che non c’è mai stata prima un’istituzione di questo tipo che esprimesse la speranza, che realizzasse azioni concrete e che apportasse tutto il valore e la dignità in sé dei popoli che hanno lottato per secoli per il loro diritto al futuro.
Parla Daniel Ortega Saavedra, Presidente del Nicaragua
Il presidente del Nicaragua Daniel Ortega ha denunciato che tutte le politiche interventiste contro Venezuela, Bolivia e Cuba sono azioni criminali di lesa umanità, parlando durante il XVI Vertice dei capi di Stato e di Governo dell’Alleanza Bolivariana dei Popoli di Nuestra America-Trattato di Commercio dei Popoli (ALBA-TCP).
In particolare ha citato l’indurimento del blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba, nonostante le risoluzioni approvate dalla stragrande maggioranza dei membri dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che domandano la sospensione di questa politica unilaterale.
Ha sostenuto che la celebrazione di questo Vertice nel 14º anniversario dell’ALBA-TCP ratifica il valore della solidarietà degli anni di lotta dei popoli per la giustizia e la pace.
Ha definito Fidel Castro e Hugo Chávez “gli Spartaco” dei nostri tempi di fronte alla schiavitù che impone il capitalismo moderno globale.
Ha detto che crede che il numero dei conflitti che oggi soffre l’umanità sono provocati dalla concentrazione della ricchezza in poche mani, mentre la maggioranza sopporta la povertà presente anche nell’opulenta società nordamericana.
«Il capitalismo non crede nella solidarietà, ma è egoista per essenza, ha detto, ed ha portato l’esempio della tragedia rappresentata dalle due Guerre Mondiali che colpirono il pianeta, iniziate in Europa e non in Africa, Asia o America Latina, creando dolore e morte nei popoli».
Ha indicato il valore della sovranità e del rispetto del Diritto Internazionale ed ha sottolineato che le azioni e gli attacchi
sferrati nel mondo dagli Stati Uniti e dai loro alleati non hanno sostegno giuridico e sono crimini di guerra.
«E quando si lanciano in questi tempi a una politica apertamente d’ingerenza e d’intervento contro, per esempio, il Venezuela, vediamo un’azione di prepotenza e mancanza di rispetto da parte di una potenza che non può coesistere e coabiatare con il Diritto Internazinale e che, anche, passa al disopra delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza della ONU.
Si è riferito all’utilizzo di Washington della tristemente celebre Organizzazione degli Stati Americani (OSA) per coprire gli interventi militari nella regione, come nel caso della Repubblica Dominicana ed ha indicato che le truppe nordamericane furono accompagnate da soldati del regime dittatoriale di Anastasio Somoza.
«Gli Stati Uniti non vogliono capire che il mondo è in una fase di cambio multipolare e vogliono continuare con un mondo unipolare con azioni anche contro i loro stessi alleati.
Il multilateralismo è una realtà che presenta una tendenza al suo rafforzamento nonostante i tentativi della superpotenza americana di afferrarsi all’egemonismo.
Poi ha segnalato che l’ALBA-TCP ha l’obiettivo di lottare per la vita e che nonostante gli attacchi contro questa organizzazione, l’ALBA non si è disintegrata, non si è arresa, non si è venduta e questo fa disperare l’impero nordamericano.
Questi sono momenti di forte lotta perchè sono anche tempi di cambi profondi per il bene dei popoli.
Ortega ha sottolineato l’importanza di unire le forze e ha denunciato la guerra sferrata contro la Rivoluzione Sandinista in Nicaragua, che però non sono riusciti a sconfiggere e a distruggere.
Dopo la sconfitta nelle elezioni nel 1990 abbiamo ripreso ilgoverno per via elettorale nel 2007 quando cominciarono di nuovo le cospirazioni e le sanzioni economiche contro il Nicaragua per sottometterci.
«Abbiamo la certezza che i nostri popoli hanno la forza e la dignità di vincere le sanzioni nonostante le minacce. Siamo sicuri che le rivoluzioni venezuelana e cubana supereranno invitte questo transito difficile, accompagnate dai popoli dell’ ALBA-TCP e del mondo».
Al termine ha reso omaggio a Fidel e a Chávez, «a questi due grandi gladiatori della pace e della giustizia ».