La Repubblica cubana, passione per il decoro

José Martì

«Perché se nelle cose della  mia  patria  mi  fosse dato di  preferire un  bene  a  tutti gli altri, un bene fondamentale che di tutti quelli del paese fosse la base e il principio e senza il quale gli altri beni sarebbero fallaci e insicuri, questo sarebbe il bene che io preferirei:  io vorrei che la prima legge della nostra Repubblica sia il culto dei cubani alla dignità piena dell’uomo.


Tutti i veri uomini devono sentire sulla guancia il colpo che qualsiasi guancia d’uomo riceve : rende vili i popoli sin dalla culla l’abito di ricorrere a cricche personali fomentate da interessi noti o segreti per la difesa delle libertà : uscite  a brillare, a incendiare gli animi, a vibrare come fulmini e la verità seguitela liberi, gli uomini onorati!

Che si ponga al di sopra di tutte le cose questa tenera considerazione, questo virile omaggio di ogni cubano a un altro.

Nè misteri, nè calunnie né impegni per screditare  e nemmeno lunghe e astute preparazioni per il giorno funesto dell’ambizione.

O la Repubblica ha come base il carattere intero di ognuno dei suoi figli, l’abito di lavorare con le proprie mani e pensare per se stesso, esercizio integro di sé e il rispetto, come onore della famiglia, dell’esercizio integro degli altri, la passione infine per il decoro dell’uomo, o la Repubblica non vale una lacrima delle nostre donne, né una sola goccia di sangue dei nostri bravi.

Lavoriamo per la verità e non per i sogni …».

José Martí

Frammenti dal discorso nel Liceo Cubano, di Tampa, il  26 novembre del 1891.

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