Il cancelliere venezuelano, Jorge Arreaza, ha definito sabato 12 «un trionfo della pace» la rettifica di dieci dei 12 paesi che hanno firmato la dichiarazione dell’ auto nominato Gruppo di Lima, rispondendo al richiamo di Nicolás Maduro, a proposito della modifica del punto 9 del documento pubblicato lo scorso 4 gennaio, ha informato la catena multistatale Telesur.
«Sino ad ora possiamo dire che dei dodici paesi che hanno osato firmare questo documento, dieci hanno rettificato», ha comunicato Arreaza, riferendosi ai Governi di Argentina, Cile, Costa Rica, Panama, Guatemala, Brasile, Perù, Santa Lucía, Honduras e Colombia.
Non lo hanno fatto ancora Paraguay e Canada, e per questo il Governo del Venezuela ha ampliato sino a lunedì 14 la possibilità di realizzarlo.
«Sbagliare è umano e rettificare è saggio» ha detto il cancelliere che, in una conferenza stampa ha letto parte di uno dei comunicati e delle note inviate dai paesi che hanno cambiato la loro posizione unica.
«Per quante differenze e per quanti attacchi politici contro il Venezuela e il suo Governo si sferrino, le nazioni che hanno rettificato hanno saputo ponderare le differenze ed hanno fatto sì che la diplomazia e il rispetto del diritto internazionale s’impongano e che non si metta in pericolo la sicurezza della nostra regione».
Il cancelliere venezuelano ha definito il paragrafo nove «infame e brutale, una violazione del diritto internazionale».
Il tempo di 48 ore imposto dal presidente Maduro per modificare la loro posizione rispetto al questo punto del documento è stato rispettato dalla maggioranza dei firmatari.
Il cancelliere bolivariano, inoltre ha reiterato la proposta realizzata da Nicolás Maduro di realizzare un Vertice della CELAC (Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici) per trattare il tema del Venezuela.
«Lì ci andrebbe il presidente Maduro con la verità del Venezuela, a rispondere quello che va risposto, con la legittimità che gli ha dato il popolo venezuelano».
Inoltre il politico venezuelano ha chiesto appoggio ai Governi latinoamericani per facilitare il dialogo, l’intesa e la pace, al disopra delle dichiarazioni d’ingerenza e le intromissioni nei temi interni dei paesi.