Un totale di 255 collaboratori cubani lavorano nell’assistenza diretta ai pazienti con il virus dell’Ebola in tre nazioni africane, Sierra Leone, Liberia e Guinea, ha riportato oggi la dottoressa Ileana Gonzalez Pino, dell’Unità Centrale di Cooperazione Medica (UCCM).
Sono stati formati nell’Istituto di Medicina Tropicale “Pedro Kouri” (IPK), in settori quali, l’epidemiologia clinica, la manipolazione dei campioni in pazienti e cadaveri, e le questioni legate alla bio-sicurezza, connesse al tema della preparazione e l’igiene personale, ha detto l’esperta nella conferenza stampa.
I professionisti, tra cui medici ed infermieri, sono stati inoltre preparati in inglese e francese, che gli permette di mantenere una buona comunicazione con i pazienti, ha detto Gonzalez, la capo d’insegnamento e di ricerca dell’UCCM.
Inoltre, sono stati preparati altri 36 istruttori, che sono andati in 53 paesi dell’America Latina e dell’Africa, con l’obiettivo di trasmettere le conoscenze acquisite alle brigate mediche cubane che sono già in questi paesi, così come ai membri delle ambasciate dell’isola, ed ai residenti, secondo gli interessi dei ministeri nazionali della salute, ha espresso.
Così sono state aggiornate sul tema dell’Ebola, in quelle 53 nazioni, più di 14 mila persone, ha detto Gonzalez.
Ha anche sottolineato che tutti i collaboratori che ora vengono a compiere missione in qualsiasi dei 66 paesi dove esiste la presenza cubana sono formati nell’UCCM. L’obiettivo è che conoscano la malattia, che siano in grado d’individuarla e di contribuire con le loro conoscenze a rallentare e fermare l’epidemia, ha detto.
Quindi insistono sulle questioni di bio-sicurezza, come mettersi e togliersi i dispositivi di protezione individuale. Devono conoscere bene i protocolli stabiliti, e per questo lavorano in coppia, con l’assistenza di un supervisore, ha detto Gonzalez.
Ha ricordato che nei giorni scorsi si è tenuto presso l’IPK il primo corso internazionale di prevenzione e di lotta contro l’Ebola, con la partecipazione di esperti provenienti da 19 paesi, nel quale hanno anche partecipato i capi delle brigate mediche. In seguito, si sono sviluppati altri cinque corsi nella riconosciuta istituzione.
da Prensa Latina