Circoli oppositori venezuelani riconoscono Maduro come presidente

Benché l’opposizione venezuelana cerchi di presentare un’immagine di unità, l’auto-nomina di Juan Guaidò come presidente del paese ha dimostrato, un’altra volta, le profonde divisioni dei nemici della Rivoluzione bolivariana.   
Non risolveremo nulla facendo giurare Guaidò, perché dovrebbe in primo luogo avere il riconoscimento dei poteri dello Stato, ha detto in un’intervista col quotidiano Panorama il vicepresidente dell’Assemblea Nazionale (parlamento in oltraggio), Edgar Zambrano.

“Dobbiamo essere onesti con gli elettori e con la popolazione, non possiamo continuare ad alimentare aspettative false”, ha detto Zambrano.

Da parte sua, Claudio Fermin, capo delle partito Soluzioni per Venezuela, ha respinto le affermazioni su un supposto vuoto di potere.

“C’è gente che parla di mancanza assoluta, c’è gente facendo piani politici perché si suppone che non c’è un presidente, a me sembra che la prima cosa che dobbiamo fare è essere realisti, vedere i fatti (…) non falsifichiamo la realtà”, ha affermato giorni fa in un’intervista televisiva.

Fermin è stato il capo della campagna elettorale dell’ex governatore dello stato di Lara, Henri Falcon, candidato alle elezioni presidenziali dell’anno scorso.

Milioni di persone hanno votato per Maduro e questo fatto non può essere ignorato, ha sottolineato l’oppositore in allusione alle ultime elezioni generali.

Da parte sua, Eduardo Fernandez, dirigente storico del partito sociale-cristiano Copei, ha usato l’ironia per criticare quelli che appoggiano l’azione di Guaidò.

“…Una volta ho chiesto ad un ambasciatore: Chi credi che sia il presidente? E l’ambasciatore mi ha risposto: quello che risponde al telefono di Miraflores. Ed io penso che se chiamo a Miraflores mi risponde Maduro”, ha scherzato.

Riferendosi alle elezioni del 2018 ed all’astensione oppositrice, ha affermato che tutto ciò è successo per la mancanza di unità, di un programma e di una strategia chiara.

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