Una nuova e pericolosa variante nella politica USA contro il paese sudamericano…
Nestor Nunez www.cubahora.cu
L’arsenale egemonico continua a crescere, anche quando, in forma rapida, metta a rischio l’intero sistema globale di condotta nelle relazioni internazionali.
E proprio persistono nello indebolire e distruggere quell’essenziale meccanismo politico quelli che eruttano essere i “fedeli difensori” della democrazia, della stabilità, della sicurezza e del progresso mondiale, benché si sa che ignorano il vero nodo della questione:”…sempre che convengano ai nostri interessi”.
La più recente prova di tutto quanto sopra si relaziona al Venezuela, un paese che Washington ed i suoi alleati, intra ed extra emisferici, persistono a far tornare all’ovile delle nazioni dipendenti e sotto stretto controllo in relazione all’ultra destra imperiale.
Noto è che la sua sempre più inutile corsa per cercare di raggiungere il trono del mondo, la Casa Bianca de i suoi partner cercano di mostrarsi “altamente creativi” nei metodi ed atti: rivoluzioni colorate, demonizzazione degli avversari, ruolo di primo piano delle campagne mediatiche avverse, colpi di stato “istituzionali”, guerre anti-terrorismo, e ora, nel caso venezuelano, l’apparizione della rozza figura politica del “presidente per ordine”.
Ed il burattino che sfoggia simile veste è risultato essere il parlamentare dell’opposizione Juan Guaidó, membro, inoltre, dell’Assemblea Nazionale oppositrice in oltraggio, dalla sua stessa formazione, per ammettere nei suoi banchi alcuni deputati dimostrati eletti con frode alle urne.
L’attuale manovra, la cui genesi e impulso, per nulla negato dalla Casa Bianca, al contrario, si basa anche sulla complicità di altre potenze straniere che di solito si collocano accanto ai piani della prima potenza capitalista.
Il problema, detto chiaramente, costituire autorità nazionali parallele contro i poteri democraticamente eletti e disconoscere persino i corpi legali vigenti, al fine di creare situazioni di instabilità che giustifichino, tra le tra altre cose, i possibili interventi armati stranieri precedentemente delineati sotto la copertura di azioni umanitarie ed altri sofismi di simile natura.
Ma al di là del Venezuela, ciò che forse trascurano coloro che promuovono queste “formule magiche” è che il seminare tali antecedenti favorisce solo il caos globale e può persino rivoltarsi contro i propri progenitori.
Perché, chi impedisce che alla luce della nuova “figura politica” dl presidente all’ordine, uno di questi giorni qualche legislatore USA decida di proclamarsi “presidente de facto” negli stessi USA, di fronte ad un’amministrazione, come quella di Donald Trump, che, tra altre assurdità proprie di un vero e proprio inetto politico, ha causato, per esempio, la maggior paralisi del governo nazionale a causa del suo ostinato capriccio di strappare, al Congresso, i fondi per sigillare il confine con il Messico, senza contare il cambio-cambio permanente nel suo gabinetto per la sua intolleranza ad ammettere giudizi non coerenti con i suoi particolari punti di vista.
E coloro che sostengono e seguono questa politica su scala mondiale che non dimentichino la propria realtà, molti di esse piuttosto controverse e fattibili per l’applicazione della formula di delegittimazione che, attualmente, si cerca applicare in Venezuela.
In breve, che non si possono lanciare pietre al vicino quando si ha il tetto di vetro, e in America Latina o in Europa occidentale, solo per menzionare due casi dove abbondano adepti al Washington ufficiale, non sono poche le teste senza copertura.
Continúa injerencia contra Venezuela
Una nueva y peligrosa variante en la política de Estados Unidos contra el país sudamericano…
NESTOR NUÑEZ
El arsenal hegemonista sigue creciendo, aun cuando de forma expedita ponga en riesgo todo el sistema global de conducta en las relaciones internacionales.
Y justo persisten en desvirtuar y desbaratar esa indispensable maquinaria política aquellos que eructan ser “fieles defensores” de la democracia, la estabilidad, la seguridad y el progreso mundiales, aunque bien se sabe que obvian la verdadera clave del asunto: “…en tanto convengan a nuestros intereses”.
La más reciente prueba de todo lo dicho anteriormente se relaciona con Venezuela, un país que Washington y sus aliados intra y extra hemisféricos se empecinan en devolver al redil de las naciones dependientes y bajo estricto control con relación a la ultraderecha imperial.
Conocido es que su cada vez más inútil carrera por intentar alcanzar el trono del planeta, la Casa Blanca y sus socios intentan mostrarse “altamente creativos” en métodos y actos: revoluciones de colores, demonización de los oponentes, papel preponderante de adversas campañas mediáticas, golpes “institucionales”, guerras antiterroristas, y ahora, en el caso venezolano, la aparición de la burda figura política de “presidente por encargo”.
Y la marioneta que estrena semejante ropaje ha resultado ser el parlamentario opositor Juan Guaidó, integrante por demás de una Asamblea Nacional opositora en desacato desde su propia formación por admitir en sus bancas a varios diputados probadamente electos mediante fraude en las urnas.
La actual maniobra, cuya génesis e impulso para nada niega la Casa Blanca, todo lo contrario, se apoya además en la complicidad de otros poderes extranjeros que habitualmente se colocan al lado de los planes de la primera potencia capitalista.
El asunto es, en plata, establecer autoridades nacionales paralelas contra los poderes democráticamente electos y desconociendo incluso los cuerpos legales vigentes, con vistas a crear situaciones de inestabilidad que justifiquen, entre otras cosas, posibles intervenciones armadas extranjeras previamente delineadas bajo el manto de acciones humanitarias y otros sofismas de similar talante.
Pero más allá de Venezuela, lo que tal vez pasan por alto aquellos que promueven estas “fórmulas mágicas” es que sembrar tales antecedentes solo favorece el caos global y puede incluso volverse en contra de sus propios progenitores.
Porque, quien quita que a la luz de la nueva “figura política” de presidente por encargo, uno de estos días cualquier legislador norteamericano decida autoproclamarse “mandatario de facto” en los propios Estados Unidos, frente a una administración como la de Donald Trump que, entre otras barbaridades propias de un nato y neto inepto político, ha provocado, por ejemplo, la mayor parálisis del gobierno nacional a cuenta de su tozudo capricho de arrancarle al Congreso los fondos para sellar la frontera común con México, sin contar el cambia-cambia permanente en su gabinete por su intolerancia para admitir criterios no concordantes con sus puntos de vista particulares.
Y aquellos que apoyen y sigan esta política a escala mundial que tampoco olviden sus propias realidades, muchas de ellas bastante controvertidas y factibles como para la aplicación de la fórmula de deslegitimación que hoy se intenta aplicar en Venezuela.
En pocas palabras, que no se puede lanzar piedras al vecino cuando se tiene techo de vidrio, y en América Latina o Europa Occidental, por solo citar dos casos donde abundan adeptos al Washington oficial, no son pocas las cabezas sin revestimiento.