Trasformiamo la solidarietà con Lula in causa comune dei cubani

Raúl Antonio Capote www.granma.cu

Come se non bastasse la barbarie giudiziaria commessa contro Luiz Inácio Lula da Silva, ingiustamente incarcerato dall’aprile 2018, la giudice brasiliana Gabriela Hardt ha condannato, nei giorni scorsi, l’ex presidente del Brasile 12 anni e 11 mesi di carcere per “crimini di corruzione”.

In un incontro tenutosi nella mattinata ieri al quotidiano Granma, il teologo ed intellettuale brasiliano Frei Betto, ad una domanda circa la necessaria solidarietà internazionale per ottenere la libertà di Lula, ha condiviso con i presenti le loro esperienze nelle recenti visite in carcere dove Lula è: «Ha molta coscienza del suo ruolo nella storia».

“Gli avvocati gli hanno portato una proposta che avevano confrontato con tre giudici della Corte Suprema del Brasile. Loro vedevano la possibilità di rilasciare Lula o cambiare la sua situazione in arresti domiciliari per motivi di salute”.

Ha spiegato che Lula si è seccato, “primo -ha detto l’expresidente- non accetto che la mia casa sia trasforma in una prigione; in secondo luogo, io non sono un piccione per andare con un bracciale elettronico alla caviglia e, terzo, sono qui ingiustamente, loro devono dimostrare che io sono colpevole”,

In effetti, non sono stati in grado di provarlo, ha detto Frei Betto. “Il Palacio do Planalto è proprietà della nazione, non appartiene a Lula, come neppure gli appartiene l’appartamento, per cui lo hanno condannato, l’acquisto mai ebbe luogo e a Lula non gli piace nemmeno perché è vicino alla spiaggia e non avrebbe privacy; mentre la finca (azienda agricola) è di proprietà di una famiglia amica che gliela prestava, a volte, durante il fine settimana per riposare”.

Visibilmente commosso, il noto intellettuale ha concluso: “Lula è in carcere per impedire che sia presidente; egli è un prigioniero politico”.

Il 1 gennaio scorso il Generale dell’Esercito Raúl Castro Ruz, ha appellato a trasformare solidarietà con Lula in causa comune dei cubani/e.

Il compagno Fernando González Llort, presidente dell’ICAP, in occasione del lancio della campagna di solidarietà “Lula libero, ora” nel XIII Seminario Internazionale sui Paradigmi Emancipatori, ha detto: “Da oggi aggiungeremo tutte le forze e moltiplicheremo i nostri sforzi per reclamare la libertà immediata per l’ex presidente si origine operaio e ha fatto così tanto per i più poveri del suo paese.

«Lula libero, ora. Questo sarà il nostro obiettivo a partire da oggi, insieme a milioni di donne e uomini degni del pianeta”, ha puntualizzato nel suo appello l’Eroe della Repubblica di Cuba. Ottenere la libertà di Lula non è solo un atto di giustizia, è un dovere ineludibile ed inderogabile, un impegno di tutti gli uomini e donne di buona volontà, della gente onesta, di coloro che credono e difendono la verità e la giustizia.


Transformemos la solidaridad con Lula en causa común de los cubanos

Raúl Antonio Capote

Como si no bastara la barbarie judicial cometida contra Luiz Inácio Lula da Silva, preso injustamente desde abril de 2018, la jueza brasileña Gabriela Hardt condenó en días pasados al expresidente de Brasil a 12 años y 11 meses de prisión por «delitos de corrupción».

En un encuentro realizado en la mañana de ayer en el periódico Granma, el intelectual y teólogo brasileño Frei Betto, ante una pregunta sobre la necesaria solidaridad internacional para lograr la libertad de Lula, compartió con los presentes sus vivencias en las recientes visitas a la cárcel donde se encuentra Lula: «Él tiene mucha conciencia de su papel en la historia».

«Los abogados le trajeron una propuesta que habían conversado con tres jueces de la Corte Suprema de Brasil. Ellos veían la posibilidad de liberar a Lula o cambiar su situación a prisión domiciliaria por motivos de salud».

Explicó que Lula se puso bien molesto, «primero –dijo el expresidente– no acepto que mi casa sea transformada en cárcel; segundo, no soy palomo para andar con un control electrónico en el tobillo y, tercero, yo estoy aquí injustamente, ellos tienen que probar que soy culpable».

Efectivamente, no han logrado probarlo, afirmó Frei Betto. «El Palacio de do Planalto es propiedad de la nación, no pertenece a Lula, como tampoco le pertenece el apartamento por el cual lo han condenado, la compra nunca se efectuó y a Lula ni tan siquiera le gusta porque está cerca de la playa y no tendría privacidad; en tanto la finca es propiedad de una familia amiga, que se la prestaba a veces los fines de semana para descansar».

Visiblemente emocionado, el destacado intelectual finalizó: «Lula está en la cárcel para impedir que sea presidente; él es un prisionero político».

El 1ro. de enero pasado, el General de Ejército, Raúl Castro Ruz, llamó a transformar la solidaridad con Lula en causa común de las cubanas y cubanos.

El compañero Fernando González Llort, presidente de icap, en el lanzamiento de la campaña solidaria «Lula libre, ya», en el xiii Taller Internacional sobre Paradigmas emancipatorios, expresó: «A partir de hoy sumaremos todas las fuerzas y multiplicaremos nuestros esfuerzos en reclamo de libertad inmediata para el expresidente de origen obrero y que tanto hizo por los más pobres de su país.

«Lula libre, ya. Ese será nuestro objetivo a partir de hoy, junto a millones de mujeres y hombres dignos del planeta», puntualizó en su llamado el Héroe de la República de Cuba. Lograr la libertad de Lula no es solo un acto de justicia, es un deber ineludible e inaplazable, un compromiso de todos los hombres y mujeres de buena voluntad, de la gente honesta, de los que creen y defienden la verdad y la justicia.

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