I Giochi Centroamericani e dei Caraibi sono terminati con Cuba campionessa, che ha recuperato lo scettro, e con una cerimonia splendida con i protagonisti di una gara nella quale gli atleti e i loro sostenitori locali hanno sorriso nonostante l’avversità.
Non hanno potuto fermare Cuba nemmeno i fronti freddi che hanno colpito Veracruz ed hanno persino obbligato a cambiare il calendario delle gare, con la volontà degli organizzatori, le delegazioni di una trentina di nazioni centroamericane e dei Caraibi e gli appassionati sportivi locali e stranieri.
È stata una competizione nella quale gli anfitrioni hanno dato battaglia sino agli ultimi giorni e nella quale Cuba “ha fatto strage” nell’ atletica, nel remo, nel pugilato e in altre discipline per recuperare il suo regno, che aveva ceduto a Mayagüez nel 2010, quando si assentò per ragioni dovute al blocco che gli Stati Uniti impongono all’Isola e sono vigenti in Puerto Rico.
Nel medagliere, Cuba ha vinto 123 medaglie d’oro, tre più di quelle che si era proposto il Messico nella sua qualità di campione regionale e anfitrione dei Giochi.
I Giochi hanno avuto i risultati generali sperati, ma anche sorprese che indicano che il livello regionale cresce di qualità.
Un momento intenso è stato quello dei volontari che hanno reso possibili i Giochi, protagonisti di una coreografia de La Bamba, un tema musicale messicano che ha tre secoli d’esistenza rinnovata e vigente.
A Veracruz l’appuntamento regionale ha archiviato records nella partecipazione femminile con 56 nuovi.
Se il sapore latino lo ha posto il portoricano Ricky Martin nella cerimonia d’apertura lo scorso 14 novembre, la chiusura culturale ha visto l’esibizione del colombiano Juanes.
Il suo paese ha ottenuto un notevole terzo posto con 70 medaglie d’oro 223 medaglie in totale e la prossima sede dei Giochi sarà proprio la Colombia, a Barranquilla, nel 2018.