La mattina di ieri domenica 10, Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha affermato nel suo account in Twitter che il Sistema Elettrico Nazionale è stato oggetto di molteplici attacchi cibernetici che ne hanno provocato l’interruzione ed hanno impedito i tentativi di collegamento nazionali.
Ciò nonostante, ha affermato i mandatario, si stanno realizzando grandi sforzi per ristabilire nelle prossime ore il servizio in forma stabile e definitiva.
« Il Sistema Elettrico Nazionale è stato oggetto di molteplici attacchi cibernetici che ne hanno provocato l’interruzione ed hanno impedito i tentativi di collegamento nazionali. Indubbiamente facciamo grandi sforzi per ristabilire il servizio in forma stabile e definitiva nelle prossime ore. pic.twitter.com/C1dJGuWxSD <https://t.co/C1dJGuWxSD>
— Nicolás Maduro (@NicolasMaduro) 10 marzo 2019
Telesur lo ha confermato ed ha annunciato che dopo tre giorni senza illuminazione, in Venezuela il sistema elettrico del paese si sta ristabilendo poco a poco, soprattutto nella capitale, Caracas.
Le istantanee captate dai giornalisti di Telesur la mattina di ieri domenica, mostrano edifici completamente illuminati, come constatazione che l’elettricità ritorna nelle case nella capitale venezuelana.
In varie zone di Caracas il servizio elettrico si è ristabilito la mattina di ieri, domenica. Propatria, Catia, Macaracuay, Pinto Salinas, 23 de Enero, Fuerzas Armadas, San Martin, El Paraíso, El Valle, San Bernardino, Alta
Florida, Los Chorros…
— VTV CANAL 8 (@VTVcanal8) 10 marzo 2019
Le autorità nazionali riferiscono che la mancanza di elettricità è stata provocata da fazioni sostenute da stranieri che tentano di destabilizzare il presidente costituzionale del Venezuela, Nicolás Maduro, che ha affermato che l’attacco «ha danneggiato tutti ugualmente e senza distinzione politica».
Jorge Rodríguez, vicepresidente del Settore della Comunicazione, Turismo e Cultura ha sostenuto in un comunicato lo scorso giovedì ch eil siste dicontrollo automatizzato della Centrale Idroelettrica Simón Bolívar, popolarmente conosciuta come El Guri, è stata attaccata e nell’impianto di alta tecnologia, tre dei cinque generatori d’appoggio sono stati sabotati elettronicamente. Jorge Rodríguez, ha chiarito alla stampa che i rapporti che circolano da venerdì che 79 persone sono morte in un ospedale per la mancanza di elettricità sono falsi ed ha affermato che «non sapevano che abbiamo un sistema di generatori configurato per evitare che succeda tutto quello che dicono che è accaduto.
#VenezuelaResiste
Il Presidente dei Consigli di Stato e de Ministri di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha espresso in Twitter la sua profonda condanna alle aggressioni contro la Patria di Chávez ed ha aggiunto che l’impero degli Stati Uniti intensifica la sua criminale e brutale aggressione contro il Venezuela. L’attentato elettrico pone alla vista la menzogna e il cinismo del falso discorso umanitario dell’ impero, ha aggiunto.
L’impero degli USA intensifica la sua criminale e brutale aggressione contro il #Venezuela
L’attentato elettrico pone alla vista la menzogna e il cinismo del falso discorso umanitario dell’ impero. Condanniamo le aggressioni contro la Patria di Chávez #GiùlemanidalVenezuela
— Miguel Díaz-Canel Bermúdez (@DiazCanelB) 10 marzo 2019
Il Vicepresidente dei Consigi di Stato e dei Ministri, Dr. Roberto Morales Ojeda e il Ministro delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla hannospreso il loro appoggio e la loro ammirazione alla Rivoluzione Bolivariana.
Chávez vive e la lotta continua per la Rivoluzione Bolivariana. Il popolo Venezuelano con #NicolásMaduro #SomosCuba
— Dr. Roberto Morales Ojeda (@DrRobertoMOjeda) 10 marzo 2019
Ferma e invariabile solidarietà di #Cuba Cuba con#Venezuela di fronte alle azioni terroriste e di guerra non convenzionale contro il sistema elettrico Ammiriamo la resistenza vittoriosa dell’unione civico militare del popolo bolivariano e chavista guidato dal Presidente costituzionale Nicolás Maduro
— Bruno Rodríguez P (@BrunoRguezP) 10 marzo 2019.
Più di tre milioni di firme di Cuba per la pace in Venezuela
Vasti settori della popolazione di Cuba, con la loro firma hanno espresso una forte risposta solidale di massa in difesa della Rivoluzione Bolivariana del Venezuela e contro la scalata dei pressioni e azioni degli Stati Uniti, che prepara un’invasione militare con il pretesto di «un intervento umanitario» contro la Patria del Libertador Simón Bolivar e dello scomparso comandante Hugo Chávez Frías.
Si sa che a questa azione si sono sommati anche molti stranieri residenti temporanei nell’Isola.
La raccolta di più di tre milioni di firme ratifica l’appoggio alla democrazia in questo paese sudamericano e convoca le forze popolari di tutto il mondo a mobilitarsi per la pace, il rispetto della sovranità, dell’indipendenza e l’auto determinazione dei popoli.
Lo studente tedesco Elías Korte ha detto a Granma Internacional che la sua firma può aiutare ad impedire l’intervento militare in Venezuela: «Non voglio che avvengano una guerra o un conflitto armato dei paesi europei o degli Stati Uniti contro la fraterna nazione bolivariana», ha detto il giovane che risiede nella città di Bochum, nel centro ovest della Germania.
Poi ha sostenuto che la politica degli Stati Uniti verso il Venezuela non è onesta, perchè vuole saccheggiare le risorse naturali di questa nazione del detto Terzo Mondo, soprattutto il petrolio e l’oro. Poi ha commentato anche che al presidente Donald Trump non interessano le sofferenze provocate al popolo venezuelano con l’imposizione di un blocco commerciale e il furto dei suoi conti bancari all’estero.
Il cileno Alberto Patricio Reyes Reyes, ha segnalato d’aver firmato per la dignità dei popoli del sud, guidata oggi dai venezuelani.
«Cuba è la nostra forza che c’ispira con la sua Rivoluzione. Questo processo sociale e politico è stato la guida per i paesi latinoamericani. Il Venezuela ha acceso un’altra luce e non possiamo permettere che questa luce si spenga, perchè è una nostra speranza», ha indicato l’attivista politico, membro dell’Organizzazione Internazionale di Pace, Giustizia e Dignità per i Popoli.
«Si godono ancora i benefici ottenuti dalle nazioni del terzo mondo con i programmi sociali nei settori della salute, l’educazione, la cultura e lo sport e con altre battaglie sferrate che hanno posto un freno al capitalismo brutale. Firmiamo per appoggiare il Venezuela e dimostrare che la Rivoluzione Bolivariana è accompagnata da tutti i popoli dell’America Latina e del mondo», ha aggiunto l’intervistato.
Il neozelandese Patrick Brown ha reagito in forma categorica alzando il suo pugno destro e dicendo: «Giù le mani dal Venezuela!»
Lui desidera che il governo degli Stati Uniti rispetti la democrazia, evidenziata dall’appoggio costituzionale dato al presidente Nicolás Maduro, che nelle elezioni del mese di maggio scorso ha ottenuto più di sei milioni di voti.
Membro del Partito Lega Comunista della Nuova Zelanda, ha chiesto la pace per la nazione sudamericana, perché possa avanzare nelle sue proposte di cambi verso lo sviluppo, e ha detto che i venezuelani necessitano il progresso e che questo proposito si realizzerà solo con la vittoria della Rivoluzione Bolivariana.
L’imprenditore greco Babis Vorreas ha segnalato che il Venezuala è minacciato perchè è un paese con grandi riserve di petrolio e che questo già è avvenuto con le aggressioni nordamericane contro Afganistan, Libia, Iraq e Siria, dove sono state inventate guerre per impadronirsi delle risorse naturali. Ha assicurato d’essere contrario a una nuova aggressione militare.
«Uniamoci e formiamo un fronte comune per impedire una nuova guerra nel mondo».
Ugualmente il suo compatriota Dimitri Dimis, ha segnalato che appoggia il Venezuela per un sentimento di dignità e giustizia.
«60 anni fa appoggiammo Cuba e con questa solidarietà abbiamo fatto un ponte per difendere le cause giuste dei popoli. Ora questo ponte si chiama Venezuela.
Il Venezuela è vittima di un’enorme guerra economica, commerciale, finanziaria e mediatica a scala globale. La Casa Bianca prepara un’avventura militare camuffata da intervento umanitario in questo paese latinoamericano, per tentare di cambiare il suo regime politico. Washington ha riconosciuto un auto proclamato presidente di questa nazione. In questo conflitto si definisce se la legittimità di un governo emana dalla volontà espressa e sovrana del suo popolo o dal riconoscimento di potenze straniere».
GIÙ LE MANI DAL VENEZUELA
– Durante un emozionante incontro di solidarietà con la Repubblica Bolivariana del Venezuela realizzato il 22 febbraio nella sede dell’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP), è stato consegnato all’ incaricata degli affari di Caracas a L’Avana, Vivian Alvarado, un certificato con più di tre milioni di firme raccolte in tutto il paese come parte della giornata “Giù le mani dal Venezuela!”
– Fernando González, presidente del ICAP, ha affermato che il nostro popolo reitera il suo appoggio assoluto a Nicolás Maduro, unico e legittimo presidente del Venezuela, e respinge il falso aiuto umanitario organizzato dall’impero per costruire una piattaforma per invadere questo paese.
– L’incaricata degli affari di Caracas a L’Avana, Vivian Alvarado, ha espresso il suo ringraziamento a quest’Isola che dimostra il suo valore e la sua solidarietà.
– La portavoce del Ministero delle Relazioni Estere della Russia, María Sajárova, ha dichiarato il 21 febbraio: «Lo sviluppo degli avvenimenti in Venezuela hanno raggiunto un punto critico. Ci sono dati che le compagnie statunitensi e i loro alleati della NATO stanno lavorando all’acquisizione di un grande lotto di armi e munizioni in uno dei paesi dell’Europa dell’Est, da trasferire poi alle forze dell’opposizione venezuelana». «Gli Stati Uniti stanno muovendo forze speciali e apparati alla frontiera del Venezuela».
– L’Unione degli Scrittori e gli Artisti di Cuba (Uneac), in una dichiarazione realizzata lo scorso 21 febbraio, ha denunciato il concerto organizzato dal multi milionario britannico Richard Branson, a Cúcuta, in Colombia. «Quello che ricaveranno non si avvicinerà minimamente agli attivi bancari venezuelani sequestrati dal governo degli Stati Uniti e alcuni dei loro alleati, né ai pagamenti del petrolio bloccati dall’amministrazione nordamericana, e alle risorse che i governi dell’occidente bloccano per non farle giungere ai venezuelani. Il solo interesse dell’iniziativa è rinforzare la violenza della campagna mediatica contro il Venezuela, dice il documento.
– L’unione dei Giornalisti di Cuba, in nome dei circa 4000 giornalisti che formano l’organizzazione, ha dichiarato la sua ferma solidarietà con il popolo e il governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela di fronte al pericolo di un’avventura militare degli Stati Uniti in questo paese. «Noi giornalisti diciamo “No al colpo di Stato” e ci sommiamo alla mobilitazione internazionale in difesa della pace nella regione».
– Canto de Todos, uno spazio dedicato alla trova e ai cantautori dell’America Latina, dedicherà un concerto speciale al Venezuela e alla regione. Nella dichiarazione firmata dal coordinatore generale, Vicente Feliú, hanno espresso la loro posizione ferma e impegnata gli artisti identificati con la Patria Grande. «Coloro che non hanno dichiarato in quest’ora molto critica che l’impero viene con tutto e contro tutti, nel migliore dei casi incorrono nel delitto di stupidità». Parafrasando José Martí, la dichiarazione sostiene: «Chi si alza oggi con il Venezuela si alza per Nuestra America». E afferma: «L’ordine, dato da quelli che sono partiti, è non smettere mai di cantare. E l’altro ordine, di quelli che devono restare, è non distrarsi mai, stare attenti e allerta e sopratutto uniti».
-I collaboratori cubani in Venezuela hanno firmato il loro impegno assoluto con il destino bolivariano. Gli stessi collaboratori che il 16 e il 17 febbraio hanno partecipato al 99,96% al Referendum per la nuova Costituzione cubana, hanno espresso dalle 700 brigate in tutto il paese la volontà di sostenere la dichiarazione del Governo Rivoluzionario contro le minacce imperialiste alla patria del Libertador.
– Il 22 febbraio è terminato nelle brigate dei collaboratori in Venezuela e in altre missioni ufficiali cubane in terra bolivariana, il processo delle assemblee per firmare la Dichiarazione del Governo Rivoluzionario d’appoggio al Venezuela con incontri terminati con la firma da parte dei 19.200 cubani qui presenti, impegnati a rimanere nei loro posti solidali in qualsiasi circostanza.