W. M. LeoGrande pubblicato in The Huffington Post. www.cubadebate.cu
In settembre, il presidente Obama ha firmato un memorandum presidenziale per estendere l’embargo USA contro Cuba per un altro anno, così come fecero, di routine, tutti i presidente da Jimmy Carter. Al riguardo John Oliver ha fatto una domanda un pò divertente nel suo programma di HBO, e mi ha fatto pensare. Perché è necessario rinnovare l’embargo ogni anno e che accadrebbe se un presidente decidesse di non rinnovarlo?
La risposta avrebbe bisogno di percorrere tutto il cammino, a rovescio, sino alle origini dell’embargo. Il presidente John F. Kennedy annunciò l’embargo nel febbraio del 1962, ma la piena attuazione di questa decisione non si produsse fino alla promulgazione delle prime norme che definirono tali sanzioni per i cubani, nel luglio 1963.
La Legge sul Commercio con il Nemico, del 1917, (TWEA) fu uno degli strumenti fondamentali per imporre l’embargo, e ad oggi lo continua a rimane. Il TWEA, il Patriot Act del suo tempo, diede al presidente ampie facoltà esecutive in tempo di guerra o di emergenza nazionale.
Ma quando Kennedy impose l’embargo, non dichiarò un’emergenza nazionale nei confronti di Cuba al fine di accedere alle prerogative del TWEA. Invece di ciò, si basò su una particolare situazione di emergenza nazionale dichiarata dal presidente Harry Truman, nel 1950, all’inizio della Guerra contro la Corea, un’emergenza destinata ad affrontare la minaccia della “conquista del mondo da parte dell’imperialismo comunista” e “la crescente minaccia delle forze di aggressione comunista”.
Così la principale giustificazione legale per l’embargo contro Cuba dipese da un’ emergenza nazionale dichiarata nove anni prima che Fidel Castro arrivasse al potere!
A metà degli anni ’70, il Congresso decise che l’esistenza di situazioni di perpetua emergenza nazionale, come ad esempio la dichiarazione di Truman del 1950, era un pericolo per la democrazia e che l’autorità esecutiva, che era disponibile per il presidente, sotto il TWEA, era eccessiva. Emendarono il TWEA per limitare i poteri straordinari del presidente al solo in tempo di guerra ed approvarono una nuova legge, l’ International Emergency Economic Powers Act (IEEPA), per rispondere alle nuove emergenze nazionali, anche con una più stretta supervisione del Congresso.
Anche se il Congresso non giunse a cancellare dal panorama la possibilità delle antiche situazioni d’emergenza, la National Emergencies Act (Legge di Emergenza Nazionale), del 1976, limitava i poteri allo spogliare il presidente del suo potere d’invocare la sua antica autorità per imporre nuove sanzioni nel modo con cui Kennedy aveva fatto con Cuba.
Tuttavia, il Congresso protesse le sanzioni economiche già stabilite, tra cui le sanzioni contro Cuba, ed anche l’autorità del presidente sotto il TWEA per mantenerle o modificarle. L’unico requisito: che il presidente rinnovasse la sua decisione anno dopo anno. Così ogni anno, dal 1978, i successivi presidenti hanno firmato le sanzioni, mantenendo vive le competenze sotto il TWEA d’imporre sanzioni economiche contro Cuba.
L’Emergenza nazionale della Guerra coreana, moribonda già all’epoca di Harry Truman, ancora perseguita i rapporti tra USA e Cuba, come uno zombie, 64 anni dopo che la Legge fu firmata e 24 anni dopo la fine della Guerra Fredda.
Cosa succederebbe se il presidente riconoscesse l’ovvio, cioè che le condizioni che hanno causato l’emergenza nazionale di Truman sono sparite da molto tempo? E se il presidente semplicemente non rinnovasse la decisione del TWEA che deriva da quella particolare emergenza?
No, l’embargo contro Cuba non se ne andrebbe. Anche se il TWEA era la sua originale base giuridica, il Cuban Liberty and Democratic Solidarity Act del 1996 – la Helms-Burton – trasformò l’embargo in legge, stabilendo che le sanzioni economiche esistenti sarebbero rimaste in vigore fino a che Cuba si sottometta ad un cambio di regime. E altre leggi blindano varie parti e pezzi dell’embargo: per esempio, il Foreign Assistance Act, del 1961, conferisce al presidente l’autorità d’imporre un embargo commerciale contro Cuba; il Cuban Democracy Act, del 1992, (Legge Torricelli) vieta il commercio con Cuba alle controllate estere di società statunitensi; ed il Trade Sanctions Reform and Export Enhancement Act, del 2000, proibisce i viaggi turistici. Quindi l’embargo continuerebbe anche senza TWEA.
Ma l’autorità legale del presidente di modificare le sanzioni contro Cuba può convertire queste sanzioni in qualcosa di più tenue. Il TWEA dà al presidente l’autorità praticamente illimitata di stringere o allentare le sanzioni. Quando Helms-Burton codificò le norme per le sanzioni cubane, codificò anche l’autorità del presidente di concedere deroghe all’embargo, allentando così le sanzioni, dal momento che le norme si riferiscono specificamente all’autorità. In assenza di una forza legale come il TWEA, non è chiaro se il presidente potrebbe inasprire le sanzioni.
Senza TWEA, un presidente che tenti di ripristinare la sanzione sarebbe vulnerabile all’impugnazione legale di chiunque subisse un danno come conseguenza. In Regan v. Wald, la Corte Suprema considerò che la decisione del presidente Ronald Reagan era legalmente giustificata quando indurì le restrizioni ai viaggi a Cuba, grazie alle ampie facoltà che aveva sotto il TWEA. Senza questo sostegno, non avrebbe potuto imporre nuove restrizioni a meno che lui dichiarasse una nuova emergenza nazionale nei confronti di Cuba sotto IEEPA.
Lì c’è il vero motivo del perché tutti i presidenti, da Jimmy Carter fino ad oggi, hanno rinnovato le prerogative legali previste dal TWEA: nessun presidente, democratico o repubblicano, vuole rinunciare alla sua discrezione esecutiva o ad essere forzato a dichiarare – anche giustificandola – una nuova emergenza, nazionale.
Se i repubblicani del Congresso sono davvero così infastiditi dell’uso che dà il presidente Obama ai suoi poteri esecutivi, possono assestare un colpo alla Presidenza Imperiale esortandolo a non rinnovare l’autorità TWEA che supporta l’embargo contro Cuba. Ma prima dovranno smettere di respirare.
William M. LeoGrande è coautore con Peter Kornbluh di ‘Back Channel to Cuba; The Hidden History of Negotiations between Washington and Havana’ (University de North Carolina Press, 2014).
La política de la era Truman de Emergencia Nacional acecha a Cuba
En septiembre, el presidente Obama firmó un memorando presidencial para extender el embargo de Estados Unidos contra Cuba por un año más, como hicieron rutinariamente todos los presidentes desde Jimmy Carter. Al respecto John Oliver hizo una pregunta un tanto divertida en su programa de HBO, y me puso a pensar. ¿Por qué es necesario renovar el embargo cada año y qué pasaría si un presidente decide no renovarlo?
La respuesta necesitaría recorrer todo el camino de regreso a los orígenes del embargo. El presidente John F. Kennedy anunció el embargo en febrero de 1962, pero la plena aplicación de esta decisión no se produjo hasta la promulgación de las primeras normas que definieron estas sanciones para los cubanos, en julio de 1963.
La Ley de Comercio con el Enemigo de 1917 (TWEA) fue uno de los instrumentos fundamentales para imponer el embargo, y lo sigue siendo hoy. El TWEA, la Ley Patriota de su tiempo, le dio al presidente amplias facultades ejecutivas en tiempo de guerra o emergencia nacional.
Pero cuando Kennedy impuso el embargo, él no declaró una emergencia nacional con respecto a Cuba con el fin de acceder a las prerrogativas del TWEA. En lugar de ello, se basó en una particular situación de emergencia nacional declarada por el presidente Harry Truman en 1950, al comienzo de la Guerra contra Corea, una emergencia destinada a enfrentar la amenaza de “la conquista del mundo por el imperialismo comunista” y “la creciente amenaza de las fuerzas de la agresión comunista “.
¡Así que la justificación legal principal para el embargo contra Cuba dependió de una emergencia nacional declarada nueve años antes de que Fidel Castro llegara al poder!
A mediados de la década de 1970, el Congreso decidió que la existencia de situaciones de emergencia nacional perpetuas, como la declaración de Truman de 1950, era un peligro para la democracia y que la autoridad ejecutiva que estaba disponible para el presidente bajo TWEA era excesiva. Enmendaron el TWEA para limitar los poderes extraordinarios del presidente a sólo tiempos de guerra y aprobaron una nueva ley, la Ley de Poderes Económicos de Emergencia Internacional (IEEPA), para cubrir las nuevas emergencias nacionales, aunque con una más estricta supervisión del Congreso.
Aunque el Congreso no llegó a borrar del panorama la posibilidad de la antiguas situaciones de emergencia, la Ley de Emergencia Nacional de 1976 rebanaba los poderes al despojar al presidente de su poder de invocar la antigua autoridad para imponer nuevas sanciones a la manera que Kennedy había hecho con Cuba.
Sin embargo, el Congreso protegió las sanciones económicas ya establecidas, incluyendo las sanciones para Cuba, y también la autoridad del presidente bajo TWEA para mantenerlas o modificarlas. El único requisito: que el presidente renovara su decisión año tras año. Así que cada año desde 1978, los sucesivos presidentes han firmado las sanciones, manteniendo vivas las competencias bajo el TWEA para imponer sanciones económicas a Cuba.
La Emergencia Nacional de la Guerra coreana, moribunda ya en la era de Harry Truman, todavía persigue a las relaciones entre EEUU y Cuba, como un zombie, 64 años después de que se firmó aquella Ley y 24 años después del fin de la Guerra Fría.
¿Qué pasaría si el presidente reconoce lo obvio, es decir, que las condiciones que provocó la emergencia nacional de Truman desaparecieron hace mucho tiempo? ¿Y si el presidente simplemente no renueva la decisión de TWEA que se deriva de aquella particular emergencia?
No, el embargo contra Cuba no se iría. Aunque TWEA fue su fundamento legal original, la Ley de la Libertad Cubana y Solidaridad Democrática de 1996 -la Helms-Burton- convirtió el embargo en ley, al establecer que las sanciones económicas vigentes permanecerían en su lugar hasta que Cuba se sometiera a un cambio de régimen. Y otras leyes blindan diversas partes y piezas del embargo: por ejemplo, la Ley de Asistencia al Extranjero, de 1961, da al presidente la autoridad para imponer un embargo comercial a Cuba; la Ley para la Democracia Cubana de 1992 (Ley Torricelli) prohibe el comercio con Cuba a filiales extranjeras de empresas estadounidenses; y la Ley de Reforma de Sanciones Comerciales y Fomento de la Exportación, de 2000, prohíbe los viajes turísticos. Así que el embargo continuaría incluso sin TWEA.
Pero la autoridad legal del presidente para cambiar la sanciones contra Cuba puede convertir estas sanciones en algo más tenue. El TWEA otorga al presidente autoridad prácticamente ilimitada para apretar o aflojar las sanciones. Cuando Helms-Burton codificó las normas para las sanciones cubanas, también codificó la autoridad del presidente para autorizar excepciones al embargo, aflojando con ello las sanciones, ya que las normas se refieren específicamente a la autoridad. En ausencia de una fuerza legal comoTWEA, no está claro que el presidente podría endurecer las sanciones.
Sin TWEA, un presidente que intente restablecer la sanción, sería vulnerable al desafío legal de cualquier persona por sufrir daños como resultado. En Regan v. Wald, el Tribunal Supremo consideró que la decisión del presidente Ronald Reagan estaba legalmente justificada cuando endureció las restricciones a los viajes a Cuba, debido a las amplias facultades que mantenía bajo TWEA. Sin este respaldo, no habría podido imponer nuevas restricciones a menos que él declarara una nueva emergencia nacional con respecto a Cuba bajo IEEPA.
Ahí está la verdadera razón de por qué todos los presidentes desde Jimmy Carter hasta hoy han renovado la prerrogativas legales proporcionadas por TWEA: ningún presidente, demócrata o republicano, quiere renunciar a su discreción ejecutiva o a ser forzados a declarar -aún justificándolo- una nueva emergencia nacional.
Si los republicanos del Congreso están realmente tan molestos con el uso que da el presidente Obama a sus poderes ejecutivos, pueden asestar un golpe a la Presidencia Imperial instándole a no renovar la autoridad TWEA que sustenta el embargo contra Cuba. Pero antes tendrían que dejar de respirar.
William M. LeoGrande es coautor con Peter Kornbluh de Back Channel to Cuba; The Hidden History of Negotiations between Washington and Havana (University de North Carolina Press, 2014).
(Publicado en The Huffington Post. Versión Cubadebate)