di Fabrizio Verde www.lantidiplomatico.it
Il Messico è un paese devastato dal neoliberismo. Adesso il paese con la presidenza di Andrés Manuel López Obrador ha finalmente voltato pagina. «Restano abolite due cose, il modello neoliberista e la sua politica di saccheggio, antipopolare e servile», ha dichiarato il nuovo presidente durante la cerimonia di chiusura dell’assemblea per definire il Piano Nazionale di Sviluppo 2019-2024.
«É il momento di esprimere per noi, approfittando di questa assemblea, che si è concluso quell’incubo rappresentato dalle politiche neoliberiste, dichiariamo formalmente dal Palazzo Nazionale la fine della politica neoliberista combinata alla politica economica di saccheggio, antipopolare e servile», ha dichiarato tra gli applausi il presidente López Obrador.L’assemblea è stata promossa dal governo messicano per sviluppare in maniera condivisa il Piano Nazionale di Sviluppo al fine di progettare il nuovo Messico e per servire da «ispirazione per gli altri popoli».
L’esecutivo messicano ha proposto almeno 11 linee guida per creare la politica post-neoliberista per la quarta trasformazione del paese, che sarà basata su punti o principi come l’onorabilità e l’onestà; rifiuto del governo dei ricchi contro i poveri; economia per il benessere; il mercato non sostituisce lo Stato; uguaglianza tra uomini e donne; prima i poveri; non c’è pace senza giustizia; non più migrazione a causa della fame o della violenza; democrazia, etica, libertà e fiducia.
AMLO ha detto che “il mercato non sostituisce lo Stato, una bufala per imporre politiche neoliberiste».
Campagna sui social network contro López Obrador
Le politiche e le proposte del nuovo presidente messicano sono dirette a rivoltare come un calzino un Messico martoriato dal neoliberismo. Sulla scia di quanto fatto in Venezuela dal Comandante Hugo Chavez. Puntuali sono quindi partite le campagne mediatiche contro AMLO e il suo progetto per un nuovo Messico.
Il reportage Operación Berlín – secondo quanto riferisce Cubadebate – rivela che sono stati reclutati giovani pagati fino a 50 mila pesos al mese per ogni messaggio su Facebook, Twitter e Instagram volto a risaltare finanche una smorfia negativa del nuovo presidente, fino ad arrivare ad eventuali sfoghi di suoi collaboratori. Insomma, il classico campionario di fake news previsto in questi casi.
L’operazione imbastita contro Andrés Manuel López Obrador è stata resa pubblica dal libro ‘Juntos Hicimos Historia’ pubblicato dalla deputata Tatiana Clouthier.