Carlos Fernández de Cossío, direttore generale per gli Stati Uniti della Cancelleria cubana, ha offerto alcuni giorni fa alcune dichiarazioni alla stampa sulla Legge Helms Burton.
Giovedì 21 marzo il direttore generale per gli Stati Uniti della Cancelleria cubana ha dimostrato in una conferenza stampa che l’applicazione della legge Helms-Burton in Cuba non è possibile.
Il diplomatico cubano, durante la sua dichiarazione si è riferito alle principali disposizioni della Legge Helms Burton, ha smascherato i suoi propositi e ha riaffermato la posizione del governo cubano di fronte alle indennizzazioni agli statunitensi, ha offerto elementi sull’inizio del blocco economico imposto all’Isola ed ha citato la posizione assunta dal popolo cubano nel processo rivoluzionario.
• Quali sono le principali disposizioni della Legge Helms Burton?
C.F.C.: «La legge Helms Burton è una legge molto ampia e molto complessa. È abbastanza singolare in questo senso, perché è una legge come probabilmente ne esistono poche negli USA -se ne esiste qualcuna- che pretende di definire con categoria di legge quale dev’essere il comportamento del governo degli Stati Uniti in un tema specifico della politica estera, in questo caso Cuba.
La legge persegue vari propositi. Prima di tutto internazionalizzare il
blocco economico, trattare di far sì che la comunità internazionale, lontano dal ripudiare il blocco economico come fa un anno dopo l’altro, s’incorpori al sistema di sanzioni contro Cuba. È così, tanto che la legge ha anche stabilito che i Dipartimento di Stato deve riportare al Congresso ogni anno come la si applica a livello internazionale per altri paesi e le sanzioni contro Cuba.
La legge vuole perpetuare il blocco. Lo codifica. Il blocco esisteva da prima, con la base fondamentale di prerogative del presidente degli Stati Uniti e quello che è stato fatto nel 1996 con la legge Helms Burton era quello che fu definito “codificarla”. Fu stabilire che tutte le misure del blocco esistenti sino allora con quelle che s’incorporarono alla legge, si convertissero in un’azione legislativa che non si può modificare senza una dichiarazione del Congresso.
Quello che si cercava era perpetuare le ostilità tra Cuba e gli Stati Uniti ed evitare che un futuro governo statunitense optasse, preferisse o considerasse che questa legge doveva rispondere solo agli interessi degli Stati Uniti e quindi cercasse un accomodamento diverso con Cuba.
La legge voleva anche dissuadere e inibire la possibilità che il capitale straniero giungesse a Cuba nella modalità d’investimento nel nostro paese. E per questo alcuni aspetti della Legge vogliono castigare l’investitore straniero se questi investe in qualcuna delle proprietà che furono nazionalizzate in Cuba al trionfo della Rivoluzione.
Per questo si basa sulla falsità che le nazionalizzazioni realizzate in Cuba negli anni’ 60 erano illegittime o erano indebite.
E finalmente la legge, se riuscisse a realizzare i propositi di far crollare la Rivoluzione con gli obiettivi precedenti, cerca di stabilire una specie di programma su come sarà il futuro di una Cuba carente totalmente di sovranità, se avvenisse il crollo del potere rivoluzionario nel nostro paese.
Stabilisce un periodo di transizione nel quale ci sarebbe un amministratore statunitense ovviamente designato dal governo degli USA, che s’incaricherebbe di garantire la distruzione di tutto quello che significa oggi il potere rivoluzionario, i sistema di giustizia sociale e il sistema socialista nel nostro paese. Inoltre avrebbe il compito d’iniziare una delle ambizioni più importanti della Helms Burton : che i vecchi reclamanti statunitensi e anche coloro che non erano statunitensi all’epoca – padroni di proprietà che furono nazionalizzate in Cuba o che furono abbandonate da persone che se ne andarono da Cuba, siano restituite a costoro o che si paghi secondo il valore deciso per quelle proprietà.
Questo vuol dire che praticamente ogni cubano, se si realizzasse questo proposito, vedrebbe che la casa dove vive, la comunità dove si trova il suo edificio, la scuola dove vanno i suoi figli, gli ospedali, i centri di lavoro, il luogo dove realizza il suo lavoro indipendente, il terreno che coltiva se è un piccolo agricoltore, tutto questo si potrebbe realizzare materialmente o si reclamerebbe un’indennizzazione.
Sino a che non si realizzerà, dice la legge, la totalità delle restituzioni e la totalità delle indennizzazioni, cioè il pagamento di queste proprietà e beni, non si potrà eliminare il blocco economico, in accordo con quello che stabilisce la legge. Questi sono i propositi della legge Helms Burton».
• Il governo di Cuba è disposto a pagare le indennizzazioni agli statunitensi le cui proprietà furono confiscate dopo il 1959?
C.F.C.: «Quello che Cuba è disposta a fare, e lo disse negli anni ’60 quando si fecero queste indennizzazioni, lo ha ratificato quando fu adottata la Legge di Riaffermazione della Dignità e la Sovranità Cubane, nel dicembre del 1996, è entrare in un processo di negoziati con il governo degli Stati Uniti, alla ricerca di un accordo di somma totale perché si possano compensare i vecchi reclamanti. E mi sto riferendo a coloro che furono riconosciuti dalla Commissione dei Reclami stranieri degli USA. Sono 5903. Ma la legge dice che questo negoziato si dovrà fare assieme a un processo d’indennizzo al quale hanno diritto il governo e il popolo cubano per i danni materiali, sentimentali, personali, provocati negli anni dell’aggressione militare, del terrorismo, le sanzioni economiche e le privazioni di diverso tipo provocate dal Governo degli Stati Uniti. In un processo come questo, Cuba è disposta a giungere ad un accordo di compenso mutuo con li governo degli Stati Uniti».
• Si può dire che il blocco degli Stati Uniti comincerebbe davvero con l’applicazione della Helms Burton?*
C.F.C.: C’è una tesi che il blocco economico è cominciato con l’applicazione della Legge Helms Burton nel 1996, che non è corretta. Il blocco è cominciato agli inizi del trionfo della Rivoluzione. Ufficialmente con un ordine esecutivo del presidente Kennedy basato in una legge del 1917 emessa all’epoca della Prima Guerra Mondiale e con ordini esecutivi di quel momento. Il presidente con successivi ordini stabilì la proibizione del commercio con Cuba, la proibizione che le navi statunitensi venissero a Cuba, la proibizione della transazioni finanziarie e altro che s’incrementò negli anni, sino a giungere alla Legge Hlems Burton.
E inoltre si può dire che il blocco era cominciato e che le sanzioni erano cominciate prima di questo.
Perché il governo degli Stati Uniti la prima cosa che fece fu ridurre la quota dello zucchero nel mercato degli USA, dal quale dipendeva l’economia cubana . Quella fu la prima azione aggressiva e di sanzione e fu concepita da allora come un’ zione indirizzata a generare scarsità, privazioni, fame e penuria in Cuba, con l’obiettivo di piegare la volontà politica del popolo cubano per far crollare il governo rivoluzionario».
• Quale sfida impone l’applicazione della Helms Burton alle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti ?
C.F.C.: «La sfida per le relazioni tra Cuba e gli USA storicamente è stata l’incapacità del governo degli Stati Uniti d’accettare che Cuba è un paese sovrano e d’accettare che il popolo cubano ha una volontà ferma sostenuta di difendere questo diritto sovrano di costruire il suo futuro. Questa è una sfida dato che la simmetria tra i due paesi fa pensare a molti politici degli Stati Uniti che avrebbero la capacità e il potere di sottomettere il popolo cubano con sanzioni e con pressioni per cercare di piegare la volontà dei cubani.
La storia ha dimostrato che non è cosi. La legge Helms Burton si è proposto questo nel 1996. Si devono ascoltare i discorsi fatti in quell’epoca, gli argomenti che presentavano vari politici degli USA su perché ci voleva questa legge.
Qualsiasi persona disinformata avesse ascoltato quei dibattiti, avrebbe pensato che mancavano mesi o settimane alla sopravvivenza della Rivoluzione cubana.
La storia ha dimostrato che non è così e nuovamente, adesso, quando trattano di strumentare alcuni attributi addizionali della legge il risultato è stesso di quello del 1996.
La sfida per Cuba è continuare a resistere come abbiamo fatto sino ad ora, essendo creativi come lo è il nostro popolo, cercando di continuare a sviluppare il nostro paese con progressi, cercando di migliorare i benessere della popolazione, con un chiaro senso di giustizia sociale e dando garanzie ai nostri soci stranieri, a quelli dei paesi di altre parti del mondo, che i loro investimenti in Cuba contano con la garanzia delle leggi cubane, del Diritto Internazionale, delle leggi del loro paese, e che è totalmente legittimo interagire con Cuba e sviluppare affari con l’Isola.
Il popolo cubano ha dimostrato che è impegnato nel processo rivoluzionario e ha anche dimostrato storicamente che ha una condotta ferma di rifiuto verso qualsiasi pretesa di sottomissione da parte di una potenza straniera come nel caso degli Stati Uniti. Il nostro paese è in rivoluzione da 60 anni e non ha avuto mai nemmeno un giorno di riposo in quanto all’aggressività degli USA. Indipendentemente dal fatto che in alcuni momenti sono stati più aggressivi che in altri, il nostro popolo si sta preparando, ha esperienza, ha l’esperienza d’aver vissuto i duri momenti del Período Speciale e che oggi noi non siamo in guerra e nemmeno in condizioni così difficili come altri vissuti in quei momenti. Abbiamo superato difficoltà, periodi duri del passato e saremo capaci di farlo anche in questi momenti.
Questo è un tema importante, un tema sul quale tutti i cubani dobbiamo essere informati e che dobbiamo comprendere, come devono essere informati i latino americani. Ed è molto importante che si condividano le informazioni, che ci si unisca e che si denunci la Legge Helmes Burton come azione dell’imperialismo contro tutta Nuestra America.