Santiago di Cuba – La determinazione di difendere l’opera della Rivoluzione con lo stesso eroismo, rispondendo al vile attacco all’aeroporto internazionale Antonio Maceo, il 15 aprile del 1961, è stata riaffermata dai lavoratori del terminale aereo santiaghero, nel 58º della codarda aggressione.
Il fatto, considerato assieme ai bombardamenti de L’Avana agli aeroporti di San Antonio de los Baños e Ciudad Libertad, come il preludio dell’invasione mercenaria a Playa Girón, quando furono danneggiati seriamente apparecchi della Forza Aerea Rivoluzionaria (FAR) e dell’aviazione civile, la pista d’ atterraggio e gli edifici.
Inoltre un proiettile di mitragliatrice attraversò il busto del Titano di Bronzo, il Maggior Generale Antonio Maceo Grajales, situato davanti all’aeroporto e penetrato nello stesso metallo simbolizza «la sua 27ª ferita in combattimento» ed è divenuto il luogo idoneo per porre le offerte di fiori dedicate, che ogni anno alla data pone il popolo di Cuba.
Luis Copo Quiñones, testimone dell’aggressione, intervenendo nella commemorazione ha ricordato che pirati aerei portavano le insegne della FAR e la bandiera cubana sulla coda degli apparecchi per confondere la nostra difesa aerea, così come veri momento eroici con lavoratori e combattenti come protagonisti.
Allora operatore della torre di controllo, Copo ha ricordato i combattenti sparando in piedi coi fucili puntati contro gli aerei, trascinare un aereo incendiato caduto vicino a un altro colpito dall’artiglieria, che avrebbe potuto esplodere ed anche togliere dall’area di reale pericolo un carro cisterna carico di combustibile.
Nel suo discorso la membro del Burò del Partito in questo municipio, Keisa Reyes Torreblanca, ha ricordato che quell’odio dell’impero verso la Rivoluzione, lontano da scomparire, si è indurito con l’attuale amministrazione yankee e per questo, con lo sviluppo dell’economia, s’impone oggi la difesa della Patria socialista con lo stesso eroismo di Maceo.