Rodolfo Dávalos Fernández www.granma.cu
Il grande scrittore nordamericano Ernest Hemingway partecipò alla Guerra Civile spagnola come corrispondente, ciò che gli permise apprezzare e valutare direttamente gli eventi bellici che si succedettero, e con esso l’ideale repubblicano, l’amore e la lotta, la barbarie fascista e la morte, nel suo romanzo ‘Per chi suona la campana’, pubblicato nel 1940.
Nella sua famosa opera letteraria sintetizza l’orrore di quella guerra, espone le implicazioni che aveva per l’umanità e lascia testimonianza storica della tragedia, dal titolo stesso, ricorrendo ad una citazione del genio poetico dell’inglese John Donne (1572-1631): «Nessuno è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo di continente, una parte di terra; se il mare si prende un pezzo di terra, tutta l’Europa resta diminuita, come se fosse un promontorio, o la casa di uno dei tuoi amici o la tua stessa. La morte di qualsiasi uomo mi diminuisce perché sono legato all’umanità; quindi non chiederti mai per chi suona la campana: suonano per te».
Per chi suona la campana?, insinuante e geniale, ci dice che l’uomo (come essere umano: uomo o donna) forma parte di un “essere collettivo”, costituito dalla somma di tutti; inesorabilmente legati, e quando qualcosa di quell’esistenza scompare è come una parte che crolla o si distacca da quell’ “essere unico” che costituisce l’umanità, che non è altro che l’unione di tutti gli uomini, ciascuno come essere sociale.
Come abbiamo detto in altre occasioni, il Blocco, come guerra economica, è un insieme di misure “pseudo-legali”, piuttosto totalmente illegali, perché nonostante il suo enunciato normativo, ossia, nonostante assumere forma di leggi o altre disposizioni legali queste eccedono l’ambito della facoltà legislativa di uno Stato quando pretendono dettare norme, che extraterritorialmente si applichino a tutti (non solo ai propri cittadini) ed in qualsiasi parte del mondo (e non solo in territorio USA).
Quindi, questo Blocco illegale ed ingiusto causa danni a tutti e non solo ai cubani, sebbene il nostro popolo degno, pacifico e laborioso, indiscutibilmente, sia di gran lunga il più danneggiato.
Noi cubani sappiamo che il Blocco e, come parte di esso, la Legge Helms-Burton, è una guerra economica per rovesciare la Rivoluzione; è anche, per sua spietata brutalità, una punizione, una “vendetta” per fare una Rivoluzione nelle stesse narici della prima potenza mondiale.
Fatto aggravato per trattarsi del paradiso sognato dal potente vicino del Nord, che doveva cadere come una mela matura nelle mani dell’impero. Sappiamo anche che la attuale versione aggravata, chiamiamola “il giro di vite” è un’ulteriore punizione frutto di una sorta di “capriccio” del settore più reazionario dell’estrema destra cubano-americana, per 60 anni di politica fallimentare.
Ma il giro di vite per “vendetta” e “capriccio” non distingue, e stringe sì, tutti coloro che cadono o si trovano nel suo campo oppressore, come la bomba che cade tranquilla dal cielo e uccide tutti coloro che raggiunge al suo intorno. Per questo motivo, vale la pena chiedersi: chi danneggia o colpisce?
Un giro di vite, sotto l’infondato pretesto degli attacchi sonici. Paranoia fantasiosa da fantascienza, che porta come conseguenza la drastica riduzione del personale delle Ambasciate di entrambi i paesi, nelle loro rispettive sedi: l’Avana e Washington, per decisione unilaterale del governo USA, in violazione delle Convenzioni di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche, del 1961, e delle Relazioni Consolari, del 1967.
Diminuzione dei contatti per migliorare i rapporti tra i due paesi, difficoltà e problemi per ottenere visti. Danneggia i cubani da un lato ed i loro parenti dall’altra, che vedono ostacolate le loro visite, danneggia anche gli statunitensi interessati a conoscere Cuba, che possono intimorirsi nel viaggiare a L’Avana; naturalmente, danneggia il turismo, diminuisce i viaggi degli statunitensi a Cuba, danneggia l’economia cubana e, con essa, il popolo cubano.
Altro giro di vite: emendamenti ai Regolamenti per il Controllo degli Attivi Cubani ed ai Regolamenti per l’Amministrazione delle Esportazioni del Dipartimento del Tesoro, emesse il 9 novembre 2017, lista delle Entità Ristrette. Infonde paura a coloro che commerciano con le compagnie cubane, molesta, crea incertezza, danneggia e pregiudica l’imprenditore straniero interessato, che perde opportunità e danneggia l’economia cubana.
Altro giro di vite: il 15 marzo di quest’anno, l’Ambasciata USA a L’Avana annuncia che i visti per i cubani serviranno per una sola entrata negli USA. Lo stesso Miami Herald pubblica “che questa nuova politica per concedere visti ai cubani danneggerà le famiglie e avrà effetti pregiudiziali sul settore privato”.
Non sono necessarie ulteriori spiegazioni: nuoce ai cubani ed alle loro famiglie, da entrambe i lati, e danneggia seriamente i lavoratori autonomi.
Altro giro di vite: minaccia e cambio di politica nell’applicazione del Titolo III della Legge Helms-Burton, che consente ai cittadini statunitensi, le cui proprietà furono oggetto di nazionalizzazioni da parte delle leggi cubane a partire dal gennaio 1959, di presentare un reclamo davanti alla Corte USA, contro quelle persone che “traffichino” con le loro antiche proprietà, passando sopra il diritto di uno stato sovrano, della pratica internazionale in materia di nazionalizzazioni, e da ciò che è stabilito a tal fine dal Diritto internazionale e dalla stessa ONU.
Autorizzazione di azioni legali contro entità cubane limitate. Timori di coloro che commerciano con esse a causa dell’incertezza.
Minaccia di estendere la sua applicazione agli investitori stranieri. Aspettativa di migliaia di cause legali contro imprenditori stranieri. Dubbi e preoccupazioni per gli investitori stranieri interessati ad investire a Cuba. Danneggia la sovranità degli Stati degli investitori.
Danneggia l’economia cubana e con essa il popolo, poiché lesiona anche ogni straniero che negozi, commerci od investi a Cuba. Viola il diritto degli Stati sovrani.
Altro giro di vite: si cancella l’Accordo tra la Federazione Cubana di Baseball e la Major League Baseball; un felice accordo, raggiunto dopo uno sforzo e ragionamento congiunto, che poneva fine al traffico di persone con i giocatori cubani di baseball, al rischio di partenze illegali, in cui i talenti si convertono in mercanzie gestite dai mercanti senza scrupoli che li seducevano e li portavano in avventure senza finale sicuro. Danneggia i giovani atleti e le squadre USA a loro interessate.
Chi danneggia il giro di vite? In tutti i giri di vite ci sono danni, fastidi, pregiudizio al popolo cubano, non solo colpi diretti contro un determinato obiettivo, sono come “bombe economiche espansive” che raggiungono tutto ciò che gli sta intorno.
Danneggia l’intesa tra i cubani di qua e di là, separati, molti di loro senza propria volontà, da una stretta striscia di mare, quando molti di noi sono fratelli, figli, genitori, cugini, zii, amici o vicini.
Inoltre danneggia gli statunitensi, viola i loro diritti legati al turismo, al commercio o agli investimenti. Danneggia l’impresario straniero, senza distinzione di nazionalità, viola i suoi diritti, trasgredisce il diritto internazionale e con esso fa a pezzi la sovranità degli Stati i cui cittadini sono colpiti da una norma extraterritoriale che non deve raggiungerli.
Rimarranno indifesi dai loro Governi o si alzeranno le voci e ci sarà azione contro l’illecito fatto internazionale? Cuba, i cubani e la loro Rivoluzione resisteremo con stoicismo, come in questi 60 anni di criminale Blocco, e continueremo nello sforzo di costruire una società più giusta. Non c’è vite, per quanto si stringa, che soffochi la dignità di un popolo, il suo spirito di lotta, indipendenza e libertà. Benché suonino le campane per te, per me, per tutti.
La Helms-Burton: ¿A quién daña la rosca que aprieta?
Rodolfo Dávalos Fernández
El gran escritor norteamericano Ernest Hemingway participó en la Guerra Civil Española como corresponsal, lo que le permitió apreciar y valorar directamente los acontecimientos bélicos que se sucedieron, y con ello el ideal republicano, el amor y la lucha, la barbarie fascista y la muerte, en su novela Por quién doblan las campanas, publicada en 1940.
En su conocida obra literaria sintetiza el horror de aquella contienda, expone las implicaciones que tenía para la humanidad y deja constancia histórica de la tragedia, desde el título mismo, acudiendo a una cita del genio poético del inglés John Donne (1572-1631): «Nadie es una isla, completo en sí mismo; cada hombre es un pedazo de continente, una parte de la tierra; si el mar se lleva una porción de tierra, toda Europa queda disminuida, como si fuera un promontorio, o la casa de uno de tus amigos, o la tuya propia. La muerte de cualquier hombre me disminuye porque estoy ligado a la humanidad; por ello nunca preguntes por quién doblan las campanas: doblan por ti».
¿Por quién doblan las campanas?, insinuante y genial, nos dice que el hombre (como ser humano: hombre o mujer) forma parte de un «ser colectivo», constituido por la suma de todos; inexorablemente ligados, y cuando algo de esa existencia desaparece es como una parte que se desmorona o desprende de ese «ser único» que conforma la humanidad, que no es más que la unión de todos los hombres, cada uno como ser social.
Como hemos dicho en otras ocasiones, el Bloqueo, como guerra económica, es un conjunto de medidas «seudolegales», más bien totalmente ilegales, porque a pesar de su enunciado normativo, o sea, a pesar de asumir forma de leyes u otras disposiciones jurídicas exceden del ámbito de la facultad legislativa de un Estado al pretender dictar normas, que extraterritorialmente se apliquen a todos (no solo a sus ciudadanos) y en cualquier lugar del mundo (y no solo en territorio de EE. UU.).
Así ese Bloqueo ilegal e injusto causa daños a todos y no solo a los cubanos, aunque nuestro pueblo digno, pacífico y trabajador, indiscutiblemente, y por mucho, es el más afectado.
Los cubanos sabemos que el Bloqueo y, como parte de él, la Ley Helms-Burton, es una guerra económica para derrocar la Revolución; es también, por su saña despiadada, un castigo, una «vendetta» por hacer una Revolución en las propias narices de la primera potencia mundial.
Hecho agravado por tratarse del paraíso soñado por el poderoso vecino del Norte, que debió caer como una manzana madura en manos del imperio. Sabemos también que la versión agravada actual, llamémosla «la rosca que aprieta», es un castigo adicional fruto de una especie de «perreta» del sector más reaccionario de la extrema derecha cubanoamericana, por 60 años de política fracasada.
Pero la rosca que aprieta por «vendetta» y «perreta» no distingue, y aprieta sí, a todo el que caiga o se encuentre en su campo opresor, como la bomba que cae mansa del cielo y mata a todo el que alcance a su alrededor. Por ello, vale la pena preguntarse: ¿a quién daña o afecta?
Una vuelta a la rosca, bajo el pretexto infundado de los ataques sónicos. Paranoia fantasiosa de ciencia ficción, que trae como consecuencia la reducción drástica del personal de las Embajadas de ambos países, en sus respectivas sedes: La Habana y Washington, por decisión unilateral del Gobierno de EE. UU., violatoria de las Convenciones de Viena sobre Relaciones Diplomáticas de 1961, y sobre Relaciones Consulares de 1967.
Disminución de los contactos para mejorar las relaciones entre los dos países, dificultades y molestias para obtener visas. Daña a los cubanos de un lado y a sus familiares del otro, que ven impedidas sus visitas, perjudica también a los estadounidenses interesados en conocer Cuba, que puedan asumir temor a viajar a La Habana; por supuesto, daña al turismo, disminuyen los viajes de los estadounidenses a Cuba, daña la economía cubana y, con ello, al pueblo cubano.
Otra vuelta a la rosca: enmiendas a las Regulaciones de Control de Activos Cubanos y a las Regulaciones para la Administración de las Exportaciones del Departamento del Tesoro emitidas el 9 de noviembre de 2017, listado de Entidades Restringidas. Infunde temor a los que comercien con empresas cubanas, molesta, crea incertidumbre, daña y perjudica al empresario extranjero interesado, que pierde oportunidad y daña la economía cubana.
Otra vuelta a la rosca: el 15 marzo de este año, la Embajada de EE. UU. en La Habana anuncia que los visados para los cubanos servirán para una sola entrada a EE. UU. El propio Miami Herald publica «que esa nueva política para otorgar visas a los cubanos daña a las familias y tendrá efectos perjudiciales en el sector privado».
No es necesario más explicación, perjudica a los cubanos y a sus familiares, de uno y otro lado, y daña seriamente a los trabajadores por cuenta propia.
Otra vuelta a la rosca: amenaza y cambio de política en la aplicación del Título III de la Ley Helms-Burton, que permite a los ciudadanos estadounidenses cuyas propiedades fueron objeto de nacionalizaciones por las leyes cubanas a partir de enero de 1959, presentar reclamación ante las Corte de EE. UU., contra aquellas personas que «trafiquen» con sus antiguas propiedades, pasando por encima del derecho de un Estado soberano, de la práctica internacional en materia sobre nacionalizaciones, y de lo establecido al efecto por el Derecho internacional y la propia ONU.
Autorización de demandas contra las entidades cubanas restringidas. Temor de los que comercian con ellas por incertidumbre.
Amenaza de ampliar su aplicación a los inversionistas extranjeros. Expectativa de miles de demandas contra los empresarios extranjeros. Dudas y preocupaciones en los inversionistas extranjeros interesados en invertir en Cuba. Lesiona la soberanía de los Estados de los inversionistas.
Perjudica la economía cubana y con ella al pueblo, como lesiona también a todo extranjero que negocie, comercie o invierta en Cuba. Viola el derecho de los Estados soberanos.
Otra vuelta a la rosca: se cancela el Acuerdo entre la Federación Cubana de Béisbol y la Major League Baseball; un feliz acuerdo, logrado luego de esfuerzo y razonamiento conjunto, que ponía fin al tráfico de personas con los jugadores cubanos de béisbol, al riesgo en salidas ilegales, a que los talentos se conviertan en mercancías manejadas por los mercaderes sin escrúpulos que los seducían y llevaban a aventuras sin final seguro. Perjudica a los jóvenes deportistas y a los equipos de ee. uu. interesados en ellos.
¿A quién daña la rosca que aprieta? En todas las vueltas a la rosca hay daño, molestia, perjuicio al pueblo cubano, no son golpes dirigidos contra un solo objetivo determinado, son como «bombas económicas expansivas» que alcanzan a todo el que está su alrededor.
Daña el entendimiento entre los cubanos de aquí y de allá, separados, muchos de ellos sin voluntad propia, por una estrecha franja de mar, cuando la mayoría somos hermanos, hijos, padres, primos, tíos, amigos o vecinos.
Daña también a los estadounidenses, vulnera sus derechos vinculados al turismo, el comercio o la inversión. Daña al empresario extranjero, sin distinción de nacionalidad, vulnera sus derechos, transgrede el Derecho internacional y con ello hace trizas la soberanía de los Estados cuyos nacionales se ven afectados por una norma extraterritorial que no debía alcanzarles.
¿Quedarán indefensos por sus Gobiernos o se alzarán las voces y habrá acciones contra el hecho ilícito internacional? Cuba, los cubanos y su Revolución resistiremos con estoicismo, como en estos 60 años de criminal Bloqueo, y seguiremos en el empeño de construir una sociedad más justa. No hay rosca, por mucho que apriete, que ahogue la dignidad de un pueblo, su espíritu de lucha, de independencia y libertad. Aunque doblen las campanas por ti, por mí, por todos.