Diaz-Canel: un anno dopo

Ricambio, continuità, approfondimento rivoluzionario

Pedro de la Hoz

Un anno dopo l’elezione di un nuovo Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, in una memorabile sessione dell’Assemblea Nazionale conclusiva di un trasparente e democratico processo d’elezioni, le trasformazioni rivoluzionarie si consolidano e si approfondiscono.


Chi sognava il fallimento di una trama intessuta per 60 anni ed anche prima, dalla fase finale delle gesta d’emancipazione nelle montagne e le città, è crollato di fronte a una realtà indiscutibile: la Rivoluzione continua in piedi e non si ferma. Non ci sono stati svenimenti, né passi indietro, né salti nel vuoto.

Il ricambio nella massima direzione dello Stato implica continuità.

La generazione storica  che ci ha portato fino qui con la guida di Fidel e poi di Raúl, nutre e fertilizza i nuovi dirigenti, estranei all’inerzia, la routine e la clonazione. Lo stile di lavoro si rinnova, la vocazione di servizio di esprime attraverso azioni rivelatrici e il legato dei fondatori si moltiplica.

La coerenza e la consistenza del processo contano come baluardi nell’articolazione tra il Partito Comunista, avanguardia politica della società e le strutture statali e di governo. Il Generale d’Esercito Raúl Castro al fronte del Partito e Miguel Díaz-Canel come capo di Stato, assumono missioni e doveri che si uniscono e garantiscono l’unità d’azione.

Sono sempre più visibili le decisioni collettive, la costruzione di consensi, le differenziazioni delle funzioni politiche e di governo e le responsabilità specifiche di coloro che hanno la responsabilità di prendere le decisioni e dell’esecuzione dei compiti.

Nello stesso tempo nell’ultimo anno si è posto in evidenza ancora una volta come nell’unità del popolo e nell’identificazione di questo con la cupola, radica la forza della rivoluzione. La schiacciante votazione popolare a favore della nuova Costituzione è stata un esempio.

I percorsi del Governo, dei suoi ministri nei territori favoriscono dialoghi che arricchiscono con la popolazione e che si trasformano in azioni puntuali di notevole ripercussione economica e sociale.

La comunicazione è aperta e sistematica al punto che qualsiasi cittadino può seguire di prima mano il modo in cui i governanti affrontano diverse situazioni e problemi.

Nel  piano internazionale, il prestigio di Cuba si consolida e ne sono testimoni i giri e le visite del Presidente in nazioni dell’Europa, Asia, America Latina e  Caraibi, il rispetto e l’ammirazione della voce cubana nei Forum multilaterali, la pratica conseguente della solidarietà internazionalista e la volontà assoluta di una politica di pace.

Tutto questo senza intaccare i nostri principi. Cuba è socialista per decisione e convinzione sovrana. Cuba è martiana e fidelista.

Questo fa male ai nemici e scatena incubi imperiali.

Questo fa sì che il cammino sia più complesso e sfidante.

Ma ogni cubano sa, come direbbe il poeta, che quello che è difficile è stimolante.


Díaz-Canel ha compiuto il suo primo anno come presidente di Cuba

 

Il presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri ha compiuto venerdì 19 aprile, nel 58º anniversario della Vittoria di Girón, un anno  con l’incarico al quale è giunto con l’impegno di dare continuità alla Rivoluzione cubana.

«Assumo questa responsabilità con la convinzione che tutti i cubani, dalla posizione che occupiamo, saremo fedeli all’esempio de leader storico della Rivoluzione, Fidel e del primo segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista, Raúl Castro», ha detto nel suo primo discorso come capo di Stato.

In quella opportunità il mandatario ha chiamato all’unità del popolo per continuare la costruzione di un socialismo prospero e sostenibile con tutti e per il bene di tutti Ingegnere di formazione ha assunto la presidenza il 19 aprile, dopo la sua elezione da parte dei deputati nella sessione costitutiva della IX Legislatura dell’ Assemblea Nazionale del Potere Popolare.

Il suo lavoro di un anno risponde all’impegno assunto, e un esempio sono i suoi contatti permanenti con il popolo come parte delle visite di governo che ha guidato nelle 15 province, i congressi delle organizzazioni della società civile, gli eventi internazionali e  la sua prima visita ufficiale all’estero realizzata nel mese di maggio nella fraterna  Repubblica Bolivariana del Venezuela.

A meno di un mese dalla sua investitura,  il presidente di Cuba ha dovuto affrontare situazioni complesse come il disastro aereo del 18 maggio a L’Avana -nel quale persero la vita 112 persone- e le piogge associate alla tormenta subtropicale Alberto, che provocò  perdite umane e severi danni in varie province.

La sua presenza dal 15 al 17 luglio nel XXIV Incontro del Forum di Sao Paulo- accolto per la terza volta nella capitale cubana – è stata di grande importanza.  Nell’incontro ha incitato all’unità delle forze progressiste e di sinistra, in uno scenario marcato dall’aggressività della destra con le sue politiche neoliberali e l’atteggiamento egemonico degli Stati Uniti.

La solidarietà con il Venezuela e il Nicaragua di fronte all’indurimento delle ostilità degli USA è stata costante nel discorso del mandatario nato a Villa Clara il 20 aprile.

Díaz – Canel ha guidato la condanna dell’Isola contro la crociata di Washington per distruggere la Rivoluzione Bolivariana e far cadere il presidente Nicolás Maduro.

Con il proposito di accrescere i vincoli d’amicizia e cooperazione con altre nazioni, Díaz-Canel ha realizzato in novembre un giro in Russia, Repubblica Popolare Democratica della Corea, Cina, Vietnam e Laos, e ha fatto scali tecnici in Francia e Regno Unito.

Il periplo ha lasciato accordi di cooperazione ed ha aperto il cammino per futuri scambi politici e commerciali come parte del proposito di differenziare le relazioni dell’Isola Grande della Antille.

Con l’obiettivo d’accrescere i vincoli con i paesi della regione,Díaz-Canel ha viaggiato in Giamaica l’anno scorso per partecipare alla  39ª Riunione Regolare della Conferenza dei capi di Governo della  Comunità dei Caraibi (Caricom) e alla fine di marzo in Nicaragua, per partecipare al  VIII Incontro dell’Associazione degli Stati dei Caraibi.

Il turismo, la riduzione dei rischi di disastri, il commercio, il trasporto e la protezione del Mare dei Caraibi spiccano tra i temi analizzati nelle sue visite.

Inoltre ha guidato riunioni annuali di ministeri e altre istituzioni vitali per lo sviluppo del paese, nelle quali ha chiamato a raddoppiare gli sforzi per portare avanti l’economia in uno scenario complesso, marcato dall’indurimento delle ostilità di Washington.

Díaz-Canel ha indicato la necessità di potenziare l’investimento straniero, aumentare le esportazioni, sostituire le importazioni, rinforzare la produzione nazionale, ottenere migliori legami produttivi e combattere la burocrazia, i reati e la corruzione.

Ugualmente ha indicato di rinforzare i vincoli con le università e approfittare dei passi avanti della scienza,  fomentare l’informatizzazione della società in particolari questioni come il governo e il commercio elettronico.

In sintonia con il suo messaggio, il 10 ottobre dell’anno scorso ha iniziato la sua incursione nella rete sociale Twitter, in un account che accumula 118.000 seguitori, nel quale informa sui dettagli della sua agenda e fissa la posizione su temi nazionali e internazionale.

Un altro momento difficile durante la sua gestione è stato il passaggio di un tornado il 27 gennaio di quest’anno nei municipi della capitale Habana del Este, San Miguel del Padrón, Regla, Guanabacoa e Diez de Octubre, gli ultimi tre maggiormente colpiti.

Poco dopo il fenomeno meteorologico che ha provocato la morte di diverse  persone, quasi 200 feriti e severi danni alle abitazioni, Díaz-Canel ha percorso le zone colpite, si è interessato ai feriti, e nei mesi seguenti ha controllato la ricostruzione delle case e di altre entità d’impatto sociale.

Tra gli impegni più importanti del suo primo anno come presidente, spicca il processo di riforma costituzionale annunciato nel giugno del 2018 e la sua partecipazione come vicepresidente della commissione incaricata della redazione del testo.

La nuova Costituzione della Repubblica proclamata lo scorso 10 aprile, ha detto il capo di Stato, garantisce l’unità di tutti i cubani, l’indipendenza e la sovranità della Patria.

Per il presidente, la Carta Magna approvata dalla maggioranza dei cubani il 24 febbraio in un referendum, è una fedele continuatrice di quella mambì  di Guáimaro, approvata nella provincia di Camagüey nel 1869.

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