L’applicazione del Titolo III incide sulla collaborazione ed il commercio con Cuba, perché scoraggia gli investimenti stranieri, stabilendo il diritto di rivendicare proprietà legittimamente cubane e chiama in causa giudizialmente chi traffica con esse.

Osvaldo Pupo Gutiérrez www.granma.cu

L’annuncio, da parte del governo USA, che Cuba è responsabile di “tutti i mali della regione” non è una novità. Questa è la sua menzogna fabbricata per attaccare, senza freni, il nostro paese, sostenendo, inoltre, l’esistenza di un regime dittatoriale, come se Fulgencio Batista non fosse fuggito più di 60 anni fa.

In maniera ostinata la Casa Bianca dichiara pertinente il blocco e la legislazione che lo rendono extraterritoriale, tra cui la Helms-Burton. A causa dei recenti eventi, molti si chiederanno perché Trump abbia deciso l’attivazione del Titolo III di questa legge, che avevano prorogato dalla sua promulgazione a metà degli anni ’90 del secolo scorso?

L’esecutivo USA ha realizzato questo brutto tiro ora perché, tra le altre cause, ha previsto e poi contemplato il clamoroso successo del referendum popolare del 24 febbraio, che ha ratificato la nuova Costituzione, che promuove l’iniezione di capitale per lo sviluppo e riconosce varie forme di proprietà e gestione economica.

A ciò si aggiunge il favorevole contesto imprenditoriale che si respira nel paese, dopo l’approvazione della Legge sugli Investimenti Esteri e della presentazione, ogni anno, del portafoglio di opportunità per gli stranieri.

Allo stesso modo, il circolo del potere USA riconosce che la continuità del processo rivoluzionario cubano è assicurata, nonostante il finanziamento della sovversione che ha sostenuto.

L’applicazione del Titolo III incide sulla collaborazione ed il commercio con Cuba, poiché scoraggia gli investimenti stranieri, stabilendo il diritto di rivendicare proprietà legittimamente cubane e chiama in causa giudizialmente chi traffica con esse.

I nostri hotel, strade, risorse naturali, istituzioni sanitarie e didattiche, ecc., oggi nelle mani del popolo, possono soffrire l’assedio di coloro che aspirano a recuperarli.

In termini di diritto internazionale, le nazionalizzazioni possono essere intraprese pagando un adeguato risarcimento, che ha avuto luogo con gli altri governi con proprietà a Cuba, eccetto gli USA, che nella sua arroganza non l’ha accettata per usare la questione come punta di lancia, e forse supponendo che la Rivoluzione non sarebbe durata a lungo. Allo stesso modo, la nuova Magna Carta esprime la condanna di tutto ciò che implichi un pregiudizio alla nostra sovranità.

Ma tornando alla questione, chiunque può dedurre che la Casa Bianca è in debito per una cifra superiore a 134499800000 $, a prezzi correnti, per i danni causati dal blocco. A buon intenditore …

Cuba ha sempre frustrato gli imperi. La Spagna voleva da noi un’isola mansueta, ma trovò una ribellione a causa della nazionalità forgiata. Invece, gli USA volevano mantenere la loro tutela sui governi di turno, ma gli fu impedito da Fidel Castro e dal popolo che ha costruito una Rivoluzione sotto le sue narici; da qui viene la furia.

Se essere la fonte dei mali della regione significa ispirare le nazioni progressiste, dare incoraggiamento agli oppressi, solidarizzarci con coloro che non hanno nulla … continueremo a farlo. Perché più che una volontà è la nostra vocazione martiana, guevariana e fidelista che Patria è Umanità. Per questo, e per molti altri motivi, abbiamo detto Sì il 24 febbraio ed abbiamo di nuovo vinto.

* L’autore è studente di giornalismo all’Università dell’Avana

Es el gobierno de EE. UU. quien le debe una cifra millonaria a Cuba

La aplicación del Título III afecta la colaboración y el comercio con Cuba, pues desestimula la inversión extranjera, estableciendo derecho de reclamación sobre propiedades legítimamente cubanas y demanda judicialmente a quien trafique con ellas

Autor: Osvaldo Pupo Gutiérrez

No es nuevo el anuncio del gobierno estadounidense afirmando que Cuba es la responsable de «todos los males de la región». Esta es su mentira fabricada para arremeter sin frenos contra nuestro país, alegando, además, la existencia de un régimen dictatorial, como si Fulgencio Batista no hubiese huido hace más de 60 años.

Obstinadamente, la Casa Blanca declara pertinente el bloqueo y las legislaciones que lo convierten en extraterritorial, entre ellas la Helms-Burton. Debido a los recientes acontecimientos muchos se preguntarán ¿por qué decidió Trump la activación del título III de esta ley, que habían prorrogado desde su promulgación a mediados de los años 90 del pasado siglo?

El ejecutivo estadounidense realizó esta jugarreta ahora porque, entre otras causas, previó primero y luego contempló el rotundo éxito del referendo popular del 24 de febrero, el cual ratificó la nueva Constitución, que promueve la inyección de capitales para el desarrollo y reconoce diversas formas de propiedad y gestión económica.

A lo anterior se suma el favorable ambiente de negocios que se respira en el país, luego de la aprobación de la Ley de la Inversión Extranjera y de la presentación cada año de la cartera de oportunidades para los foráneos.

De igual forma, el círculo de poder estadounidense reconoce que la continuidad del proceso revolucionario cubano está asegurada, pese al financiamiento de la subversión que ha sostenido.

Nuestros hoteles, carreteras, recursos naturales, instituciones sanitarias y docentes, etc., hoy en manos del pueblo, pueden sufrir el asedio de quienes aspiran a recuperarlos.

En términos del derecho internacional las nacionalizaciones pueden acometerse mientras se pague una compensación apropiada, la cual tuvo lugar con los demás gobiernos con propiedades en Cuba, excepto Estados Unidos, que en su arrogancia no la aceptó para utilizar el tema como punta de lanza, y quizá suponiendo que la Revolución no duraría mucho. Asimismo, la nueva Carta Magna expresa la condena a todo lo que implique un menoscabo a nuestra soberanía.

Pero volviendo al asunto, cualquiera puede inferir que la Casa Blanca está endeudada por una cifra mayor de 134 499 800 000 dólares a precios corrientes por los daños ocasionados por el bloqueo. A buen entendedor…

Cuba siempre ha frustado a los imperios. España quería de nosotros una islita apacible, pero encontró una rebelión fruto de la nacionalidad forjada. En cambio, Estados Unidos deseaba mantener su tutelaje sobre los gobiernos de turno pero se lo impidió Fidel Castro y el pueblo construyendo una Revolución en sus propias narices, de ahí viene la furia.

Si ser la fuente de los males de la región significa inspirar a las naciones progresistas, dar aliento a los oprimidos, solidarizarnos con los que no tienen nada…seguiremos haciéndolo. Porque más que una voluntad es nuestra vocación martiana, guevariana y fidelista de que Patria es Humanidad. Por esto, y muchas otras razones, dijimos Sí el 24 de febrero y vencimos de nuevo.

* El autor es estudiante de periodismo de la Universidad de la Habana