Scoperte altre azioni sporche per cospirare contro Lula

Ogni giorno sono più evidenti le implicazioni del giudice Sergio Moro nella causa giudiziaria contro l’ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, anche se solo pochi giorni fa si sono conosciuti dettagli nuovi che coinvolgono anche la Pubblico Ministero generale, Deltana Dallagnol, e il ministro del Supremo Tribunale Federale (STF) del Brasile, Luiz Fux, nella cospirazione per impedire la candidatura del leader del Partito dei Lavoratori per la presidenza del paese, con la sua reclusione.

Telesur ha precisato una nuova informazione che mostra la partecipazione della Dallagnol come interlocutrice tra Moro e Fux, e che nell’aprile del 2016.

Il pubblico ministero generale aveva scritto un messaggio a un gruppo di giudici della causa Lava Jato, informando d’aver conversato con Fux.

La Dallagnol si diresse ugualmente a Moro, insegnandogli il messaggio e questi rispose che era «eccellente», e che aveva fiducia in Luiz Fux.

Anche se apparentemente Moro e la Dallagnol discussero per la forma in cui furono ottenute le conversazioni, quello che è certo è che stanno uscendo poco a poco nella palestra pubblica, gli ulteriori dettagli che implicano altre figure della presunta giustizia brasiliana, come Luiz Fux, ministro del STF dal 2011, che fu incaricato della sentenza che ha impedito a Lula di dare interviste e gli ha negato l’habeas corpus quando gli avvocati difensori sono ricorsi al supremo.

Cosi come ha affermato il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez nel suo account in Twitter, «il discredito, la diffamazione, la menzogna e l’inganno nelle reti sociali sono tutte azioni sporche per cospirare contro il leader rivoluzionario » perché i fatti continuano a dimostrare crimini contro la libertà di Lula.

CINQUE IRREGOLARITÀ DEL PROCESSO CONTRO LULA:

• È stata realizzata un’operazione per far sì che Lula fosse giudicato a Sao Paulo e la causa cadesse nelle mani di Sergio Moro.

• È stato usato come prova chiave contro Lula un articolo pubblicato nel 2010 ne quale si affermava che questi aveva acquistato un appartamento “triplex” in un edificio a Guarujá, ma la dichiarazione di Lula usata come prova parla del pagamento di 47 695,38 reali per un appartamento in questa località, anche se non include la parola “triplex” perchè si tratta di un immobile semplice.

• Le conversazioni rivelate di recente confermano i dubbi che la stessa fiscale Dallagnol aveva a proposito delle prove che sostenevano l’accusa contro Lula.

• Il giudice Moro ha coordinato le investigazioni con la Dallagnol, superando le funzioni che corrispondono a un magistrato in un sistema accusatore, che avrebbe dovuto limitarsi a condurre il processo giudiziario senza intervenire nella raccolta di prove del pubblico ministero.

• La decisione del Supremo Tribunal Federale d’autorizzare Lula apartecipare a un’intervista con il quotidiano Folha allarmò la Dallagnol e i suoi avvocati, che scambiarono opinioni sulla necessità d’evitare la diffusione delle opinioni dell’ex presidente, perché potevano permettere il ritorno de PT e favorire la campagna del suo candidato Fernando Haddad.


Il giudice Sergio Moro sotto la lente d’ingrandimento della giustizia brasiliana

 

Le recenti rivelazioni fatte dal quotidiano The Intercept hanno messo in crisi il prestigio delle istituzioni brasiliane in questo governo di Jair Bolsonaro. Raquel Dodge, pubblico ministero generale della Repubblica, ha ricevuto una petizione che chiede che Sergio Moro ex giudice e attuale ministro di Giustizia sia investigato.

La richiesta è stata fatta a nome del Collettivo Avvocati e Avvocatesse per la Democrazia, precisa un dispaccio del servizio delle notizie di Prensa Latina in cui si incita a requisire le prove il più rapidamente possibile e che i giudici e lo stesso Moro nella sua qualità di ministro possano usare i loro poteri per eliminare ogni traccia di colpevolezza.

Inoltre è stato richiesto il sequestro di tablet, cellulari, computer e altri strumenti di comunicazione nei quali potrebbe essere presente ,materiale di evidenze, dato che si tratterebbe di un reato non solo che viola i diritti umani, ma che va contro la stessa Costituzione, dato che Moros avrebbe violato l’imparzialità e la separazione dei poteri, secondo quanto stabilito.

La petizione segnala anche l’incarico di ministro di Moro come il peggior pericolo per la democrazia e la giustizia nel paese, dato che appare evidente la sua poca vocazione per l’esercizio pulito della professione d’avvocato.

Moro è stato nominato ministro come retribuzione per il processo manipolato contro l’ex presidente Luiz Inácio Lula Da Silva. Le prove sono apparse in differenti luoghi di Internet, partendo da conversazioni filtrate nelle quali Moros fa pressione sui giudici del caso Lava Jato, con il fine d’impedire che Lula si presentasse alle elezioni presidenziali nelle quali, secondo i sondaggi, sarebbe stato vincitore.

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