COME ARMA DA GUERRA CONTRO CUBA
In linea con l’essenza della sua politica editoriale, il giornale filo governativo della mafia anti-cubana di Miami, “El Nuevo Herald”, è tornato a mentire su Cuba.
Questa domenica l’ha fatto ri-postando un’informazione pubblicata dal sito “indipendente” ‘14 y medio’, circa un secondo ‘tuitazo’ presumibilmente pubblicato da utenti cubani, che chiedevano alla compagnia telefonica ETECSA di abbassare i prezzi della connessione di Internet.
Con la manipolazione dei risultati dell’evento, la falsificazione che le statistiche smentiscono, e che serve solo a illustrare la capacità di distorcere la realtà del giornale di un tempo, El Nuevo Herald cercava, fin dallo stesso titolo, di presentare il ‘tuitazo’ come un’iniziativa di «studenti, ingegneri informatici, clienti domestici di Nauta Hogar “, quando tutti sanno che questo tipo di “operazioni” fa parte della politica del governo degli Stati Uniti di utilizzare Internet come arma di guerra contro Cuba.
Come è accaduto in altre occasioni, il ‘tuitazo’ per richiedere la diminuzione dei prezzi di ETECSA è stato convocato da mercenari sullo stile di Yoani Sánchez, – curiosamente la direttrice del libello indipendente che serve da fonte per le diffamazioni del El Nuevo Herald – nei quali il governo degli Stati Uniti, dai tempi del Piano Bush fino a oggi, ha speso milioni di dollari per trasformarli questi personaggi in presunti opinion leader al suo servizio nei social network.
Come è noto, lo scopo del governo nordamericano di creare artificialmente presunte proteste nelle reti non è una novità, né per il mondo né per Cuba.
La stessa pratica è stata usata contro l’Iran durante le elezioni del 2009. Durante la cosiddetta “Onda Verde” – dove Twitter ha svolto un ruolo così importante che l’allora Segretario di Stato, Hillary Clinton, ha ordinato di rinviare una manutenzione programmata ai server per l’Iran di questo social network – la maggior parte degli attivisti che presumibilmente denunciavano la frode delle elezioni, le manifestazioni e e la repressione in quel paese del Medio Oriente, non erano lì, come si voleva far credere, ma il territorio nordamericano. L’ “esperimento” realizzato dal Dipartimento di Stato durante le proteste della cosiddetta Rivoluzione di Facebook e Twitter in Iran ha provocato 20 morti.
Nel caso cubano, recentemente abbiamo denunciato un tentativo di manipolazione simile durante il Referendum Costituzionale, nel quale si è ricorsi un’altra volta a Twitter per favorire, mediante l’utilizzo dell’hashtag #YoVotoNo, il rifiuto dei cittadini e offrire al mondo una falsa immagine di opposizione al governo.
Tra i principali implicati in questo tentativo troviamo l’OCB, ufficio del governo degli Stati Uniti al quale appartengono Radio e TV Martí, che, in un documento pubblico, aveva appena annunciato, a proposito dell’incremento di accesso a Internet a Cuba, la creazione nell’Isola di attrezzature digitali per creare “account Facebook fittizi per diffondere informazioni. Le pagine aperte a Cuba aumentano infatti le possibilità di apparire nelle notizie degli utenti cubani di Facebook”.
Allora, come oggi, nel caso della “protesta” contro ETECSA, tra i protagonisti del progetto eversivo si trovava la mercenaria Yoani Sánchez, un pallone gonfiato a forza di dollari da parte del governo degli Stati Uniti per tali scopi.
Vale la pena ricordare le dichiarazioni di questo personaggio sulla possibile realizzazione di un’Onda Verde a Cuba. In un’intervista nel 2009, quando la portata di Internet era ancora troppo incipiente, l’allora bloguera disse:
“Penso che siamo ancora un po’ lontani. La società civile è ancora un po’ frammentata, i punti d’incontro, i modi di connettersi gli uni agli altri, molto deboli, ma non penso che questo futuro sia remoto. È possibile che in un paio d’anni saremo in grado di reagire in questo modo. Per allora ci saranno tecnologie più sofisticate e forse l’Onda Verde cubana sia persino più intensa”.
Coloro i quali si sono recentemente connessi alla rete grazie agli sforzi compiuti da ETECSA per superare il blocco dovrebbero sapere che, sia lei che il sito internet “indipendente” che gestisce, fanno parte del Gruppo di Lavoro o Task Force che, mediante “l’inasprimento della politica degli Stati Uniti verso Cuba”, cerca di promuovere attraverso Internet “il flusso di informazione libera senza regolamentazione all’interno dell’isola”.
Il “flusso di informazioni libere e senza regolamentazioni” è in sintonia con la serie di bugie che tutti i giorni giornali come El Nuevo Herald, pubblicano su Cuba e il cui scopo non è altro che, con l’aiuto della Legge Helms-Burton e altri orrori genocidi, quello di provocare una crisi che permetta di incitare alla destabilizzazione dalle reti sociali.
Bisogna anche dire che a questo tipo di personaggi, il benessere del popolo, qualunque sia, in realtà non importa un bel niente, per la semplice ragione che questo si esso si contrappone all’essenza della loro missione e unico interesse; il comfort che offre loro il lavorare al servizio di una potenza straniera.
Autore: M. H. Lagarde – Giornalista cubano, direttore del sito www.cubasi.cu