Una vera e propria lezione di sovranità nazionale e popolare. A impartirla è il presidente della Bolivia Evo Morales. Come d’altronde già avvenuto in passato. Una politica che ha portato ottimi risultati per il paese sudamericano: il paese andino, infatti, si conferma stabile e in piena crescita economica. «Nel 2018 la Bolivia ha fatto registrare la maggiore crescita in America Latina», ha avuto modo di spiegare Evo Morales.
Alcuni osservatori hanno definito questo processo ‘evonomics’. Secondo il presidente boliviano il paese ha potuto raggiungere certe performance economiche grazie a buona «redistribuzione delle risorse naturali» e procedendo a un massiccio piano di nazionalizzazioni.
Riportando sotto controllo pubblico molti settori che erano stati svenduti ai privati. Dalle risorse naturali alla telefonia mobile.
Perché i programmi di governo devono essere determinati dal popolo e non dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) o dalla Banca Mondiale come in passato in Bolivia. Come tutt’ora accade in Europa dove a Bruxelles le élite economiche decidono i destini delle nazioni costrette a languire sotto il tallone di ferro dell’austerità neoliberista. Con le tragiche conseguenze derivanti per i popoli.
«I programmi di governo devono venire dal popolo e non dal FMI o la Banca Mondiale, come in passato. Dobbiamo pensare a come vogliamo vedere la nostra #Tarija nel 2025. I risultati di questo dibattito saranno presentati in occasione dell’incontro nazionale per la #AgendaBicentenario».
Questo è quanto dichiarato dal presidente indio in occasione del primo incontro dipartimentale di Tarija sull’Agenda del Bicentenario. Come ha reso noto lo stesso presidente boliviano attraverso il social network Twitter.
La cosiddetta Agenda Bicentenario (2025) pone sfide senza precedenti nella storia nazionale per collocare la Bolivia tra i principali paesi, all’interno della regione e nel mondo.
Il progetto per un paese migliore sostiene il programma di governo per i prossimi cinque anni del Movimento al Socialismo – Strumento Politico per la Sovranità dei Popoli (MAS-IPSP), con Evo Morales al timone.
Il programma prevede di far ascendere la Bolivia entro i prossimo 10-15 anni al rango di potenza economica.
Recentemente, Morales ha ricordato che all’arrivo del suo governo nel 2006, la Bolivia «era praticamente una colonia degli Stati Uniti nel campo politico, economico e programmatico».
Un paese che non aveva più il controllo delle politiche monetarie che venivano decise a Washington. Qualcosa che dovrebbe riportarci alla mente quanto accade in Italia con l’Euro. Infatti Roma non ha il controllo delle politiche monetarie che vengono decise tra Bruxelles, Berlino e Francoforte dove ha sede la Banca Centrale Europea.
Ancora una volta dall’America Latina un leader socialista mostra cosa voglia dire concretamente esercitare la sovranità nazionale e popolare.
In Italia invece assistiamo al triste spettacolo di autoproclamati sovranisti sempre proni, però, ai soliti poteri economici e militari che detengono il vero potere e determinano le politiche di Roma.