Il richiamo dei Caraibi: crediamo nei ponti, non nei muri

Il documento, nel quale si allude al pensiero del fondatore della Festa del Fuoco, Joel James Figarola, uno convinto che  «quello che dobbiamo definire come un obbligo, è la volontà di resistere», è stato appoggiato dal super tuit /Batti la tua mano: la cultura è amicizia/.

Il Richiamo dei Caraibi si è pronunciato  contro la Legge Helms-Burton e il blocco economico, finanziario e commerciale imposto dal Governo degli Stati Uniti a Cuba: /Crediamo nei ponti, non nei muri/ hanno sostenuto i delegati e gli artisti di 28 paesi che hanno partecipato alla 39ª Festa del Fuoco che è stata realizzata nell’eroica città di Santiago di Cuba

Il documento, nel quale si allude al pensiero  del fondatore della Festa del Fuoco, Joel James Figarola, uno convinto che «quello che dobbiamo definire come un obbligo, è la volontà di resistere»,  è stato avallato  dal potere della cultura popolare che arricchisce, e dal suo ruolo nella conservazione del patrimonio dello spirito, ed è stato appoggiato  dal super tuit /Batti la tua mano: La cultura è amicizia, Culture is friendship: Shake hands in culture, promosso dal Ministero di Cultura e dalla Rete In difesa dell’umanità.

«Crediamo nei ponti e non nei muri. (…) Nel valore della canzone che  testimonia le battaglie, nel messaggio che rappresenta un bambino massacrato, un specie scomparsa, una persona umiliata per il suo colore, la sua origine, il suo genere, la sua scelta di vita», sostiene.

Poi il testo convoca «le sorelle e i fratelli dei Caraibi, Nuestra America, tutto il mondo e soprattutto coloro che nel nord dell’America devono e possono condannare il blocco imposto a Cuba, indurito ora con l’applicazione del III Titolo della Legge Helms Burton» alla «solidarietà mondiale contro l’aggressione ai popoli e tutti i progetti sociali che hanno al centro il popolo e non le minoranze arricchite dallo sfruttamento di questo e di altri popoli»


Il fuoco dei popoli dei Caraibi non si spegne

La Festa dei Caraibi è una riaffermazione che la nostra resistenza culturale non si fermerà di fronte alle ostilità dell’attuale amministrazione degli Stati Uniti.

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