ma gli USA s’impegnano a manipolare questa sicura realtà
Cuba ha sollecitato ieri, martedì 23 luglio, dal Governo degli Stati Uniti di porre fine alla manipolazione ed all’utilizzo del tema dei presunti problemi di salute riportati da diplomatici statunitensi a L’Avana come pretesto per imporre nuove misure d’aggressione contro l’integrità del nostro paese, la sua economia e il suo popolo
Cuba ha sollecitato ieri, martedì 23 luglio, dal Governo degli Stati Uniti di porre fine alla manipolazione e all’utilizzo del tema dei presunti problemi di salute riportati da diplomatici statunitensi a L’Avana come pretesto per imporre nuove misure d’aggressione contro l’integrità del nostro paese, la sua economia e il suo popolo.
In una dichiarazione alla stampa la vice direttrice della Direzione Generale degli Stati Uniti della Cancelleria cubana, Johana Tablada, ha informato che un nuovo studio dell’Università della Pennsylvania, pubblicato dalla rivista Journal of the American Medical Association (JAMA), dove si paragonano le immagini del cervello del personale diplomatico statunitense che ha presentato problemi durante il soggiorno nell’Isola con quelle di un gruppo di persone estranee, conclude che ci sono differenze tra le due immagini.
Johana Tablada ha ricordato che nel marzo del 2018 si pubblico nella stessa rivista un articolo che descriveva il quadro clinico di quei diplomatici e che in quell’occasione si era richiamata l’attenzione alla rapidità con cui – immediatamente dopo la pubblicazione dell’articolo, i grandi media della stampa degli USA fecero eco all’articolo.
«Due anni dopo molte speculazioni e poche informazioni e poca cooperazione, non appare nemmeno una sola ragione che sostenga la chiusura del servizio consolare, l’espulsione dei diplomatici cubani di Washington, le allerte per ingannare i viaggiatori e tutte le misure ingiuste che gli Stati Uniti hanno applicato con il pretesto che i loro funzionari in Cuba potevano correre alcun tipo di pericolo.
Poi la funzionaria ha reiterato che queste misure hanno avuto un alto costo umanitario per la nostra popolazione, obbligata a viaggiare senza garanzie in terzi paesi per poter vistare i familiari o partecipare ad alcuni eventi professionali, e sono stati danneggiati molti settori negli stessi Stati Uniti, anche se le agenzie specializzate di questo paese e quelle cubane, come il FBI e la Direzione delle Investigazioni Criminali e di Criminalistica coincidono che non esiste nessuna prova su alcun tipo di attacco o d’azione contro i diplomatici L’Avana.
La Tablada ha denunciato che l’assessore alla Sicurezza Nazionale degli USA, John Bolton, e il Dipartimento di Stato, nei loro documenti pubblici hanno mantenuto l’uso irresponsabile del termine «attacchi», quando sanno bene che non ci sono stati attacchi di sorta, né azioni deliberate contro i loro diplomatici in Cuba.
«È un termine il cui uso è pieno di cattive intenzioni e che non è mai stato provato».
La funzionaria ha segnalato che Cuba è un paese sicuro per i diplomatici statunitensi e di qualsiasi paese, come lo è per i cittadini cubani, per i residenti stranieri e per i milioni di viaggiatori di ogni parte del mondo che visitano Cuba ogni anno, ed ha reiterato la disposizione del Governo cubano a sviluppare un dialogo rispettoso per cooperare in questo e in altri temi a beneficio dei due popoli.