L’abbraccio del Presidente cubano è giunto alla famiglia di Assel Herrera, con quello di tutta Cuba, che non lascia mai abbandonato nessuno dei suoi figli.
Il Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha visitato i familiari del medico cubano Asael Herrera Correa, sequestrato nello scorso mese d’aprile in Kenya.
Attraverso i suo account nella rete sociale Twitter, il Presidente ha scritto:
«È stato un onore conoscere e avere un affettuoso e incontro con la famiglia del Dr. Assel Herrera Correa, uno dei nostri due medici sequestrati. Sua figlia studierà medicina seguendo i passi dell’amato papà. Una bella e genuina famiglia cubana. #SomosCuba».
Come parte dell’attenzione permanente alle azioni per ottenere il ritorno dei nostri medici sequestrati, Landy Rodríguez e Assel Herrera, il 22 giugno Díaz-Canel aveva annunciato d’aver conversato telefonicamente con i Presidenti del Kenia e della Somalia, signori Uhru Kenyatta e Abdullahi Mohamed.
Precedentemente il Presidente cubano aveva dichiarato che Cuba si
sforza senza stancarsi per il ritorno in salvo dei due collaboratori e che «Condividiamo la certezza che la loro missione umanitaria sarà rispettata e riconosciuta. Crediamo nel potere della solidarietà», aveva scritto Díaz-Canel.
Assel Herrera Correa, specialista di Medicina Generale Integrale della provincia di Las Tunas, e Landy Rodríguez Hernández, chirurgo di Villa Clara, sono stati sequestrati nella contea di Mandera, nella Repubblica del Kenya, mentre prestavano servizio di salute come parte della brigata medica cubana in questo paese.
Il Ministero di Salute Pubblica di Cuba ha emesso una nota ufficiale, pubblicata il 12 aprile, per informare che erano stati stabiliti tutti i canali con le autorità del Kenia per giungere a una soluzione del sequestro dei due medici internazionalisti nell’esercizio delle loro funzioni in quel paese.
Gli stessi pazienti di Assel Herrera e Landy Rodríguez, saputa la notizia, hanno emesso la loro preoccupazione e le loro preghiere in un gesto di gratitudine verso i due medici che erano giunti in regioni con pessime condizioni materiali.
Da tutti gli angoli del mondo in cui i cubani realizzano missioni di collaborazione sono giunti messaggi d’appoggio, solidarietà e speranza.
Il dottor Damodar Peña, coordinatore della brigata medica nella nazione africana, è divenuto l’eco dell’appoggio che i professionisti della salute danno alle gestioni dei governi di Cuba e del Kenia per ottenere il desiderato ritorno.
È stato reiterato che il resto dei cooperanti sta bene e sono in attesa di notizie.
I medici cubani in Kenya hanno reiterato la loro disposizione di continuare i loro servizi in questo paese dove sono stimati dal popolo e dai pazienti in generale un’accettazione guadagnata con il lavoro, da quando i cubani sono arrivati nel paese nel giugno del 2018 per assistere migliaia di persone nelle 47 contee che formano la nazione.
Il ministro cubano di Salute, José Ángel Portal, ha pubblicato nel suo account in Twitter che in 55 anni di collaborazione medica internazionale nessun paese ha espresso lamentele sui medici cubani e anzi, al contrario, quando ritornano in Patria, molti pazienti li rimpiangono.