Di seguito riportiamo un articolo dell’intellettuale argentino Atilio Boron del 2018, dove spiega chiaramente l’origine della data nefasta:
“Quando il mondo si scandalizzò durante le decadi degli anni 60 e 70 davanti alla non necessaria e sanguinante guerra del Vietnam –che cercò di riprendere la porzione della dominazione colonialista francese nel sud-est asiatico–ci furono molti intellettuali, artisti, scrittori e politici che cominciarono una campagna di coscientizzazione internazionale su quello che significava questo conflitto.
Vietnam fu la prima gran dimostrazione dal secondo dopoguerra, che i paesi occidentali non avevano abbandonato la loro vocazione egemonica con carattere coloniale, e pertanto lesiva dei popoli e della loro autodeterminazione.
Nell’opinione pubblica statunitense, la Guerra del Vietnam fu mutando in un simbolo dell’obbrobrio che generò non solo controcultura negli Stati Uniti (il movimento Hippie e pacifista tra le altre dimostrazioni), ma anche una nuova maniera di mettere a fuoco il diritto internazionale nella politica estera delle nazioni militariste.
Il filosofo e matematico inglese Bertrand Russell, critico di questi deliri imperialisti e dei suoi genocidi inammissibili, promosse nel 1966 un tribunale che giudicasse i delitti di lesa umanità che gli Stati Uniti perpetravano sulle popolazioni civili vietnamiti, che bombardavano con Napalm, bruciando vivi i contadini, o spruzzando centinaia di migliaia di ettari con diossina, il terribile Agente Arancio, defoliante della giungla tropicale e che decimava ogni forma di vita esposta a questo chimico.
Oggi in Vietnam continuano a nascere bambini con malformazioni congenite dovuto ai milioni di tonnellate di questo agente lanciate da aeroplani statunitensi su tutto il paese.
Sebbene il Tribunale Russell fu di enorme importanza, le sue conseguenze pratiche furono nulle in termini di condanne o risultati giuridici effettivi.
Davanti a questa prospettiva, un piccolo gruppo di intellettuali, scrittori ed analisti politici argentini abbiamo abbordato nel 2017 questa problematica ed abbiamo concluso che era necessario articolare uno strumento di carattere internazionalista per rinforzare la memoria storica e rendere visibili i crimini che si sommano nella politica estera di Washington, anno dopo anno, con diversi metodi e con differenti giustificazioni.
È stato in questo modo che insieme all’analista internazionale e giornalista Telma Luzzani e lo scrittore e saggista Alejo Brignole, abbiamo elaborato una serie di idee che hanno creato il Giorno Internazionale dei Crimini statunitensi Contro l’Umanità. Inoltre, abbiamo scritto una Dichiarazione Mondiale Contro i Crimini Statunitensi all’Umanità dove esprimiamo una condanna collettiva al soggiogamento della legalità internazionale da parte degli USA, facendo notare le pericolose retrocessioni nella dignità umana che promuove la politica estera di Washington in tutto il mondo.
Abbiamo anche dibattuto sulle differenti date che offre il calendario di lesa umanità esposto dalle differenti Amministrazioni statunitensi da più di un secolo ed alla fine abbiamo scelto il 9 agosto come la data indicata. La seconda bomba atomica scaricata su Nagasaki il 9 agosto 1945 possiede un simbolismo molto chiaro sugli inumani metodi statunitensi contro gli altri popoli e le società.
Il lancio ufficiale del Giorno Internazionale dei Crimini Statunitensi Contro l’Umanità fu possibile, in larga misura, grazie al compromesso del quotidiano “Cambio de Bolivia”. Juan Cori Charca, il capo della sezione politica è stato il primo a farci notare l’importanza e trascendenza di questa data ed è stato l’incaricato di dargli voce e spazio dalle pagine del supplemento “Democracia Directa”, che dirige.
Questa è stata la pietra angolare per iniziare questa campagna internazionale di enormi conseguenze per la comprensione del ruolo statunitense nel mondo contemporaneo.
Questa triste ricorrenza conta già su adesioni internazionali delle più diverse provenienze: artisti come il cantautore cubano Silvio Rodriguez ed il poeta e saggista cubano Roberto Fernandez Retamar, Chico Buarque o il filosofo italiano Gianni Vattimo, tra molti altri. Lo stesso presidente della Bolivia, Evo Morales, ha aderito al giorno come un compromesso umanista e politico personale.
Ora ci aspetta internazionalizzare in tutti i continenti questa data per concedere uno strumento di riflessione per la società globale sul ruolo lesivo e la vocazione suprematista che esercitano gli Stati Uniti. Bisogna anche rompere il cerchio mediatico che la stampa oligopolistica alza quando si esprimono verità scomode per il sistema mondiale.
Grazie alle reti sociali ed alla stampa impegnata ed indipendente, sappiamo che sarà possibile realizzare questo lavoro che non è solo commemorativo, ma anche educativo, nella ricerca di una coscienza critica ai mali di questo mondo”.
da PLBolivia traduzione di Ida Garberi http://it.cubadebate.cu