e quali sono le responsabilità di Bolsonaro?
L’Amazzonia brucia. Con l’incendio che colpisce uno dei polmoni verdi del pianeta divampano le polemiche.
Le organizzazioni e i movimenti ambientalisti hanno incolpato il presidente brasiliano Jair Bolsonaro per la grave situazione che questa regione brasiliana sta attraversando. Il fascio liberista a sua volta ha ribattuto puntando il dito proprio contro le ONG.
Nonostante le lamentele contro Bolsonaro per aver incoraggiato taglialegna e agricoltori a bruciare vaste aree della giungla, l’origine degli incendi in Amazzonia è ancora sconosciuta, afferma teleSUR.
La causa degli incendi in Amazzonia
Gli incendi boschivi sono frequenti in Brasile nella stagione secca, tuttavia possono essere originati deliberatamente per deforestare illegalmente terreni per bestiame e agricoltura. Una pratica non nuova e purtroppo diffusa in varie parti del mondo.
Comunque il presidente Bolsonaro non è esente da colpe. Lo scienziato Carlos Nobre, dell’Università di San Paolo, ritiene che oltre la stagione secca, la politica di Bolsonaro sull’Amazzonia non favorisce la conservazione della foresta e provoca l’aumento degli incendi.
Secondo Nobre – scrive teleSUR – la maggior parte degli incendi boschivi in Amazzonia non sono provocati da cause naturali, ma bensì dolosi, di solito appiccati da agricoltori e allevatori.
Lo scienziato brasiliano ha affermato che per anni è stato vietato accendere un fuoco, ma sfortunatamente la maggior parte degli agricoltori e degli allevatori non ha rispettato queste misure legali. “Li multano, ma non funziona. Gli incendi stanno aumentando. C’è una cultura agricola in Amazzonia che usa il fuoco ampiamente e intensamente”, ha spiegato l’esperto.
Nessuno ha avvertito che l’attuale governo brasiliano ha fomentato e incoraggiato la deforestazione e gli incendi, facendo dichiarazioni quasi quotidiane dove affermano che l’agricoltura sia un potente settore economico per Brasile e che la frontiera agricola deve espandersi.
Bolsonaro ha descritto come eroi agricoltori e allevatori che dovrebbero espandere la frontiera agricola per rafforzare l’apparato agroindustriale, il che non è necessariamente vero, ha affermato Nobre.
Secondo lo scienziato dell’Università di San Paolo, fino all’80% della deforestazione nell’Amazzonia brasiliana è illegale. Tra il 2005 e il 2014, i tassi di deforestazione sono diminuiti, perché c’erano molte più misure di controllo.
Dati sugli incendi in Amazzonia
La foresta amazzonica brucia da ben 19 giorni. Negli ultimi giorni si sono registrati 5.253 focolai di incendio.
A causa delle politiche di Bolsonaro a favore dell’agricoltura e del bestiame, le aree forestali dell’Amazzonia sono diminuite tra il 20 e il 30 percento rispetto agli ultimi 12 mesi.
Tra gennaio e agosto 2019, sono stati registrati 71.497 incendi, un numero considerevolmente superiore ai 39.194 verificatisi nello stesso periodo del 2018.
I dati forniti dall’Instituto Nacional de Investigaciones Espaciales (INPE) del Brasile mostrano che si tratta del numero più alto di incendi registrati negli ultimi sette anni nel paese sudamericano.
L’Amazzonia – ricorda teleSUR – è la più grande foresta pluviale del mondo, una riserva di carbonio vitale che rallenta il ritmo del riscaldamento globale.
Al suo interno vivono un milione di persone appartenenti a popolazioni indigene e circa tre milioni di specie di piante e animali.
da TeleSur, traduzione de L’Antidiplomatico