Mentre trascorrono i giorni di Natale, l’eventuale chiusura del carcere nella base navale di Guantanamo, a Cuba, si posiziona oggi come una delle principali sfide nell’agenda del presidente USA, Barack Obama.
Di fronte alla prospettiva di un Congresso all’opposizione in entrambe le camere, da gennaio, e dopo l’annuncio azioni esecutive catalogate come audaci in materia migratoria e di relazioni con Cuba, Obama ha lasciato alla ribalta – prima di partire per le Hawaii con la sua famiglia – la polemica intorno al centro di detenzione situato in territorio cubano occupato contro la volontà del governo dell’isola.
Il presidente ha firmato, la scorsa settimana, la legislazione che autorizza 585 miliardi di dollari per il Dipartimento della Difesa, ma ha inviato un messaggio al Campidoglio, nel quale ha osservato che il mantenimento in funzione della prigione di Guantanamo mina la sicurezza nazionale.
“Dobbiamo chiuderla”, ha detto Obama, che è tornato sul tema in un “talk show” alla CNN, durante il quale ha testimoniato che farà di tutto per raggiungere tale obiettivo.
L’inquilino della Casa Bianca ha messo in discussione le restrizioni al trasferimento dei detenuti in centri sul suolo USA e, a sua volta, è stato criticato per il trasferimento di questi ai loro paesi di origine.
Dal punto di vista del governante, le disposizioni del Congresso, su questo tema, potrebbero, in certe circostanze, violare il principio costituzionale della separazione dei poteri.
Pertanto, esortò ancora una volta i membri di ambo i partiti a lavorare per chiudere il tristemente celebre centro di detenzione (tenuto dal 2002), ciò che considera un “imperativo nazionale”.
Questa settimana si sono conosciute le dimissioni di Cliff Sloan, che negoziava la chiusura della detta prigione nella base di Guantanamo.
Secondo la stampa nordamericana, Sloan si è dimesso da inviato speciale del Governo per il trasferimento dei detenuti per la frustrazione per il ritardo del Pentagono nello spostarli dopo aver approvato le partenze.
Fonti vicine al funzionario hanno detto che solo pochi prigionieri erano stati liberati – quattro sono stati recentemente trasferiti in Afghanistan ed altri sono stati accolti in Uruguay – mentre altri sono inutilmente trattenuti.
Dallo scorso novembre sono stati trasferiti 17 prigionieri e l’amministrazione pensa ridurre la loro quantità a Guantanamo a meno di 100, al fine di fare pressione sul Congresso per revocare la legge che vieta il loro trasferimento negli USA.