Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri ha insistito lunedì 30 settembre, durante il primo incontro dopo il IX Congresso della UNEAC, sulla necessità di dare un sistema e promuovere i principi della politica culturale della Rivoluzione e che le istituzioni devono funzionare come veri rappresentanti dei creatori, ai quali si devono.
L’agenda discussa da scrittori e artisti, membri della presidenza della UNEAC e del consiglio di direzione del ministero di Cultura, ha compreso, per dare una continuazione agli accordi adottati in questo forum, vari dei problemi identificati durante il processo del Congresso, vincolati al compimento della politica culturale.
Tra questi ci sono alcune insufficienze del sistema istituzionale per dirigere, orientare, controllare ed eseguire l’applicazione della politica culturale, sia nelle entità del settore, come in quelle derivate dalla relazione con gli ambiti dell’educazione, il turismo, i media di comunicazione e le entità di subordinazione locale.
Nel dibattito ci sono state decine d’interventi, nei quali è stata messa in rilievo la necessaria attualizzazione dei concetti di questa politica nelle attuali circostanze, e uno di questi concetti transita nel’implementazione del perfezionamento del Ministero di Cultura, come struttura che e per le funzioni, e questo deve favorire l’efficienza istituzionale.
È stato riconosciuto che l’inadeguata selezione, idoneità, formazione e preparazione da parte dei quadri, gravita nel funzionamento del sistema istituzionale, per via della mancanza di conoscenza della specificità della promozione e della gestione culturale, della mancanza di comprensione e l’insensibilità di fronte al ruolo sociale della cultura, che si accentua a scala territoriale e locale.
Ugualmente è stata riaffermata la necessità di rinforzare e dare un sistema al dialogo dei quadri, dei lavoratori e promotori culturali con i creatori, e che l’avanguardia artistica e letteraria partecipi ai consigli assessori e sia consultata nelle decisioni, il disegno della programmazione con la proiezione sociale delle istituzioni.
Il Ministero di Cultura ha offerto dettagli sul perfezionamento e l’attualizzazione dei programmi di sviluppo culturale nelle istituzioni e nei territori a tutti i livelli, ed ha esposto un insieme di azioni precise che si eseguono per dare soluzioni alle deficienze analizzate con gli scrittori e gli artisti.
Tra le priorità del Ministero di Cultura figurano come fatti puntuali la crescita della qualità del programmazione in corrispondenza alle gerarchie artistiche, garantendo l’intervento dei creatori nel suo disegno e nella sua esecuzione.
Nei loro interventi gli scrittori e gli artisti hanno coinciso sulle insufficienze del ruolo della critica, nello stabilimento delle gerarchie culturali e nell’orientamento verso differenti segmenti di pubblico.
Inoltre è stato deciso d’incidere sulla formazione di coloro che esercitano questa professione, che necessita un’alleanza qualitativamente differente con i centri dell’educazione superiore.
Díaz-Canel ha detto che partendo dalla volontà politica dello Stato, l’impegno dell’avanguardia intellettuale e artistica raggruppata nella UNEAC e dal consolidamento del sistema istituzionale, con un esercizio coerente e integratore, è possibile risolvere i problemi e avanzare verso un impatto più forte nella vita culturale della nazione.
Hanno partecipato alle analisi Víctor Gaute, membro della Segreteria del Comitato Centrale del Partito e capo del Dipartimento Ideologico del Comitato Centrale del Partito, Alpidio Alonso, ministro di Cultura, e Luis Morlote, presidente della Uneac.