Il popolo cubano svilupperà sino al 28 ottobre un processo di raccolta di firme nei centri di lavoro e studio di tutto il paese, per reclamare la libertà dell’ex presidente brasiliano e leader del Partito dei Lavoratori del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva.
Con la convinzione d’essere «sempre capace di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro qualsiasi, in qualsiasi parte del mondo», e fedele alla sua vocazione internazionalista, il popolo cubano realizzerà sino al 28 ottobre una raccolta di firme nei centri di lavoro e di studio del paese, per reclamare la libertà dell’ ex presidente brasiliano e leader del Partito de Lavoratori del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, che è recluso per cause giudiziarie politicizzate e il prossimo 27 ottobre compirà 74 anni in queste condizioni.
In questa giornata di solidarietà si realizzeranno attività nei centri di studio e di lavoro e si reclamerà la libertà immediata dell’ex mandatario sudamericano, si condannerà la strategia dell’imperialismo con la complicità della destra regionale per screditare i leader progressisti.
Si condanneranno anche le misure del presidente Jair Bolsonaro contro il popolo del Brasile e le sue dichiarazioni contro Cuba e la nostra collaborazione medica.
Si firmerà un documento collettivo che includerà nomi e cognomi, numero della carta d’identità e firma di tutti i firmatari, con l’obiettivo di condannare questa ingiustizia e sommarci alla campagna internazionale per «L’annullamento dei processi contro Lula».
Una volta terminato il processo di raccolta delle firme, l’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli, le consegnerà alla delegazione brasiliana che parteciperà all’Incontro Antimperialista di Solidarietà, per la Democrazia e contro il Neoliberalismo, convocato dal 1 al 3 novembre prossimo a L’Avana.
Come ha detto il 1 gennaio del 2019 il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, i circoli di potere a Washington, dopo quasi un decennio mettendo in pratica i metodi di guerra non convenzionale per impedire la continuità o frenare il ritorno dei governi progressisti nella regione: «Hanno promosso processi giudiziari manipolati e motivati politicamente, con campagne di d’adulterazione e discredito contro dirigenti e organizzazioni di sinistra, facendo uso del controllo di monopolio sui media di diffusione di massa».
«In questa forma sono riusciti a imprigionare il compagno Lula da Silva e lo hanno privato del diritto d’essere il candidato presidenziale del Partito dei Lavoratori per evitare la sua sicura vittoria nelle passate elezioni.
Approfitto dell’occasione per richiamare tutte le forze politiche oneste del pianeta in reclamo della sua liberazione».
Conseguente con questo richiamo e di fronte alle ingiustizie contro il leale amico di Cuba, il nostro popolo sferrerà un’altra battaglia per la verità, cosciente che solo la solidarietà internazionale e quella del popolo brasiliano faranno uscire Lula da Silva dal carcere.