“Friday for Future” e il greenwashing come cavallo di Troia dell’imperialismo?

di Roberto Vallepiano  www.lantidiplomatico.it

L’America Latina è letteralmente invasa da una miriade di ONG che in realtà operano come facciata per la CIA e i Servizi Segreti a stelle e strisce.

E’ una presenza perniciosa e particolarmente subdola: si sono appropriati del linguaggio e del gergo della sinistra, parlano di diritti umani, ecologia e giustizia sociale, usurpano deliberatamente simboli e parole d’ordine progressiste e rivoluzionarie utilizzandole spregiudicatamente per assecondare le mire e gli interessi di ciò che dicono di voler combattere.

Oggi esaminiamo il caso “Friday for future” a Cuba.

Il famigerato movimento di Greta Thumberg che, grazie a un poderoso appoggio mediatico e dei più potenti centri di potere politico ed economico, è passato in poche settimane da sconosciuto a popolarissimo a livello internazionale.

“Friday for future – Cuba”, che si dice intenzionato a “formare alleanze con ONG e altre istituzioni…”, nonostante l’esiguità dei propri seguaci pare inspiegabilmente dotato di eccellenti mezzi economici vista la continua partecipazione di proprie delegazioni a svariati appuntamenti internazionali in giro per il mondo, l’ultima a Copenaghen dal 9 al 12 Ottobre.

Attraverso l’idea degli “scioperi per l’ambiente” e l’appoggio dei media tenta di dare un’immagine manipolata e artefatta di Cuba e della sua Rivoluzione, cercando surrettiziamente di sferrare un attacco al Governo Socialista di Miguel Diaz Canel.

Sul giornale GreenReport del gruppo la Repubblica, possiamo vedere un articolo dall’accattivante titolo: “C’è una Greta anche a Cuba e va in bicicletta” in cui si può leggere “mentre Cuba cambia addirittura struttura di governo per affrontare le nuove gravi difficoltà economiche dovute alla crisi venezuelana (…) emerge anche nel Paese della Revolucion un movimento giovanile che punta a liberare Cuba, considerato uno dei Paesi al mondo con la minore impronta ecologica”.

Peccato che Cuba è il paese dove l’ecologia oltre a essere fondamento costituzionale è parte strutturale delle leggi del paese.

Un paese dove oltre il 10% del territorio è biosfera protetta, dove il legame con la natura ha radici profonde e ataviche.

Non è questione di semplice “rispetto” né, tanto meno, del nostro concetto occidentale e modaiolo di ecologia; tant’è vero che Cuba è stata ripetutamente premiata dal WWF e riconosciuta dall’ONU come unico paese al mondo con sviluppo sostenibile.

Viste le premesse non ci si può dunque stupire se le autorità cubane abbiano cancellato il corteo “Friday for Future” che si sarebbe dovuto tenere all’Avana il 20 Settembre e se tutte le organizzazioni ambientaliste dell’isola, compresa la “Critical Mass – Masa Critica de la Habana”, abbiano preso le distanze tacciandoli di provocatori.

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