Cubainformacion: l’Avana non è Quito né S.go del Cile


L’ Avana non è stata Quito … né Santiago del Cile

 

Cuba, senza dubbio, non è un paese “normale”. Cioè, obbediente alle ricette dei “saggi dell’economia” che scrivono sulla stampa.

Da giugno 2017, il governo di Donald Trump ha applicato 179 nuove misure che rafforzano l’accerchiamento economico dell’isola. Tra esse un blocco navale selettivo del combustibile che arriva al paese.

All’inizio di settembre, il presidente cubano Díaz-Canel ha spiegato in televisione, in modo molto dettagliato, come aveva operato la persecuzione delle compagnie di navigazione da parte della Casa Bianca: nave per nave, paese per paese. E ha chiesto la collaborazione di tutto il popolo cubano di fronte a questo nuovo attacco.

Per settimane, il paese ha operato con appena il 60% del combustibile necessario. I trasporti, la produzione industriale e l’illuminazione sono stati ridotti.

Ma il prezzo della benzina e di altri prodotti non è aumentato. Non vi sono stati aggiustamenti neoliberali, né tagli sociali al gusto del Fondo Monetario Internazionale.

Nella capitale cubana, ad esempio, la polizia si è dedicata ad aiutare il trasporto pubblico. Non ci sono state proteste, né repressioni, né coprifuoco, né cecchini. L’Avana, insomma, non è stata Quito … né Santiago del Cile.

E’ che Cuba, sicuramente, non è un paese “normale”. E molto meno … obbediente.


La Habana no fue Quito… ni Santiago de Chile

 

Cuba, sin duda, no es un país “normal”. Es decir, obediente a las recetas de los “sabios de la economía” que escriben en la prensa.

Desde junio de 2017, el gobierno de Donald Trump ha aplicado 179 nuevas medidas que refuerzan el cerco económico a la Isla. Entre ellas, un bloqueo naval selectivo al combustible que llega al país.

A comienzos de septiembre, el presidente cubano Díaz-Canel explicó por televisión, de manera muy detallada, cómo había operado la persecución a las navieras por parte de la Casa Blanca: barco a barco, país por país. Y pidió la colaboración de todo el pueblo cubano ante este nuevo ataque.

Durante semanas, el país estuvo operando con apenas el 60 % del combustible necesario. Se redujo el transporte, la producción industrial y el alumbrado.

Pero no se subió el precio de la gasolina ni de otros productos. No hubo ajustes neoliberales, ni recortes sociales al gusto del Fondo Monetario Internacional.

En la capital cubana, por ejemplo, la policía se dedicó a ayudar en el transporte público. No hubo protestas, ni represión, ni toques de queda, ni francotiradores. La Habana, en suma, no fue Quito… ni Santiago de Chile.

Y es que Cuba, definitivamente, no es un país “normal”. Y mucho menos… obediente.


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