Intervento dell’Ambasciatore di Cuba in Italia, José Carlos Rodríguez Ruiz, a capo della delegazione di Cuba alla 31ª riunione delle parti del protocollo di Montreal
Sr. Presidente,
Distinti delegati,
Cuba è firmataria del Protocollo di Montreal e di tutti i suoi emendamenti, Il mio paese rispetta i suoi impegni per la riduzione delle sostanze che danneggiano la cappa d’ozono , come l’eliminazione totale del consumo di clorofluorocarboni (CFC), aloni, metil-cloroformio e tetracloruro di carbonio.
Attraverso vari progetti facciamo passi avanti per l’eliminazione degli idrofluorocarboni (HCFC) in settori dell’economia come la produzione di schiuma rigida di poliuretano o la refrigerazione climatizzata Consideramo positivo che il Protocollo di Montreal abbia ben identificato i settori nei quali si usano queste sostanze e conti su una struttura organizzata per l’eliminazione di queste.
Sarebbe conveniente che tutti i paesi approfittassero di queste fondamenta e di queste esperienze per eliminare gli HFC, partendo dalle definizioni contenute nell’Emendamento di Kigali. Le stesse devono contribuire alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (ODS) in particolare per il compimento delle mete del ODS 7 (vincolate all’energia possibile e non inquinante), al ODS 13 che chiama all’azione per il clima e al ODS9 che promuove lo sviluppo sensibile dell’industria, l’innovazione e l’infrastruttura.
Il 20 giugno di quest’anno 2019, Cuba ha ratificato l’Emendamento di Kigali, in vigore dal gennaio scorso. Abbiamo iniziato così il processo d’eliminazione graduale degli idrofluorocarboni, gas d’alto potenziale di riscaldamento atmosferico.
Ratifichiamo con questo la nostra vocazione ambientalista e la disposizione ad agire in modo sostenuto per eliminare l’uso di sostanze che danneggiano la cappa di ozono.
È un passo nuovo e deciso del mio paese per realizzare gli impegni contratti in questo ambito.
Lavoriamo all’identificazione degli ostacoli e delle sfide per l’implementazione dell’Emendamento di Kigali, così come degli aspetti della sicurezza nell’uso dei nuovi refrigeratori, della capacitazione e certificazione dei tecnici del paese nelle alternative attuali e l’elaborazione di una proposta di programma d’eliminazione degli HFC per il periodo 2020- 2040.
Stiamo analizzando l’opzione del basso potenziale del riscaldamento atmosferico (GWP), delle sostanze pure e delle miscele, oltre a riconoscere i requisiti per ottenere un accurato equilibrio tra il costo, l’efficienza energetica e la sicurezza; quest’ultima soprattutto nel caso delle sostanze tossiche e infiammabili, esigendo lo stabilimento di norme sulle buone pratiche.
L’ implementazione di questi propositi deve servire come contributo al compimento dei programmi strategici per lo sviluppo sostenibile
a Cuba, sulla base di un piano nazionale di sviluppo economico e sociale, sino al 2030, la politica nazionale per il fomento dell’uso delle fonti rinnovabili d’energia /FRE) e l’efficienza energetica, così come il piano dello stato per affrontare il cambio climatico, che abbaiamo denominato Tarea Vida.
La Costituzione adottata dalla Repubblica di Cuba nell’aprile del 2019 consacra la protezione e la conservazione dell’ambiente, e lo scontro con il cambio climatico come condizione fondamentale dello sviluppo.
Cuba riconosce che la riduzione del consumo degli HFC è un impegno maggiore dell’eliminazione dei CFC e dei HCFC. In consonanza, consideriamo che si devono appoggiare progetti effettivi per la creazione di capacità nell’implementazione dell’Emendamento di Kigali. È necessario che la comunità internazionale consolidi gli sforzi per restringere drasticamente i gas con effetto serra e limitare il riscaldamento globale.
È imprescindibile, ugualmente, calcolare l’impatto economico che rappresenta il rispetto degli impegni impliciti nell’esecuzione delle nuove tecnologie, dato che non sempre l’assistenza tecnica coincide con il suo corrispondente finanziamento e disponibilità dell’uso.
In questo senso si deve offrire una speciale attenzione ai paesi con basso e molto basso consumo.
Sr. Presidente,
da quasi 60 anni sul mio paese pesa il blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti, che l’attuale governo di questo paese indurisce in maniera spietata contro Cuba e il mio popolo, limitando, tra le altre cose, le possibilità d’accedere a finanziamenti esterni e tecnologie che faciliterebbero i passi avanti nella realizzazione delle mete che abbiamo tracciato in corrispondenza con l’Emendamento di Kigali.
Questa aberrante politica, condannata ieri, 7 novembre, dalla stragrande maggioranza per la 28ª volta consecutiva nella Assemblea Generale delle Nazioni Unite, costituisce il più pesante ostacolo agli sforzi del mio paese per fomentare lo sviluppo sostenibile, inclusivo e democratico.
Nonostante questo, permettetemi di concludere reiterando la volontà politica del governo cubano di – nonostante tutte le carenze e gli ostacoli che ci oppongono- affrontare le sfide del cambio climatico e contribuire nell’ambito del nostro territorio e a livello internazionale ai propositi definiti nel Protocollo di Montreal e nell’Emendamento di Kigali.
Per Cuba, si tratta di un obbligo etico, della responsabilità di una nazione cosciente che tutti dobbiamo contribuire alla sostenibilità della natura nella quale cresce oggi l’umanità.
Lo concepiamo anche come un’opportunità essenziale per lo sviluppo sostenibile di Cuba, nel quale siamo impegnati e che non tralasceremo.
Desidero, prima di terminare, ringraziare l’Italia per aver accolto questa riunione.
Molte grazie.
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