Il Governo cubano ha stabilito un’imposta del 10% ai dollari USA in effettivo che entreranno nel sistema bancario nazionale, come risposta alle proibizioni d’operare con questa divisa nelle banche straniere, misure che oggi s’induriscono e provocano significativi danni e creano seri rischi per il normale esercizio dell’attività finanziaria internazionale.
Il cammino verso lo sviluppo di Cuba non somiglia e quello di nessun altro paese, perché la nostra realtà è unica, perché l’audacia colossale di non cedere alle pressioni dell’impero più poderoso del mondo è diventata una questione di principi e perché la sovranità economica sostiene l’indipendenza totale che noi difendiamo.
La lotta di quest’Isola per consolidare un progresso sostenibile somiglia a un campo di battaglia e coloro che pensano che il blocco statunitense è un pretesto politico, non fanno altro che mettere in evidenza un’innocenza incredibile o un’ignoranza maiuscola.
Il blocco è un’azione di guerra e la difesa per resistere è un diritto legittimo.
Su questo principio si fonda la decisione sovrana mediante la quale, nel 2004, il Governo cubano decise di stabilire un’imposta del 10% ai dollari statunitensi in effettivo che entravano nel sistema bancario nazionale, come risposta alle proibizioni d’operare con questa divisa nelle banche straniere.
Sino ad oggi non aveva richiamato tanto attenzione dei cubani il tema dell’imposta al dollaro, dato il predominio della moneta nazionale (CUP) o del peso convertibile (CUC) nelle operazioni commerciali delle persone naturali nella rete dei negozi.
La recente approvazione del Governo di un pacchetto di misure economiche che comprendono l’autorizzazione delle vendite al minuto in moneta straniera alla popolazione in negozi abilitati per questo, i cui pagamenti si effettuano con schede magnetiche associate a un conto bancario aperto per questo, ha generato nel popolo un vasto ventaglio di domande attorno alla pertinenza dell’imposta in questione sulla moneta statunitense.
Granma offre alcune risposte del Banco Centrale di Cuba sul tema in questione, ricordando le cause che motivarono la decisione del 2004, per spiegare il grado di vigenza delle misure in relazione alla persecuzione finanziaria attuale sul commercio cubano nel mondo e come questo meccanismo protegge tuttavia le operazioni commerciali di rischi addizionali.
• Quali sono le cause che hanno originato la misura governativa di stabilire l’imposta ai dollari statunitensi (USD) in contanti?
Como parte della sua politica aggressiva contro l’Isola, il Governo degli Stati Uniti ha accresciuto le pressioni e le minacce alle banche straniere per impedire che Cuba possa depositare all’estero gli USD in contanti con i quali la popolazione e i visitatori stranieri pagavano nei luoghi che all’epoca operavano in divisa.
I depositi di USD nelle banche straniere sono imprescindibili per realizzare gli obblighi commerciali del paese, dato che le importazioni dei prodotti non si pagano in contanti, ma attraverso operazioni bancarie che si generano partendo da fondi disponibili nelle banche di diversi paesi.
Quando i dollari si ricevono in banconote, per utilizzarli nelle transazioni internazionali, Cuba li deve inviare all’estero ed avere banche che li vogliano ricevere e questo implica forti rischi e costi addizionali.
Per questo in risposta a tali azioni indirizzate ad intorpidire i flussi finanziari esteri cubani, nel 2004 il Banco Centrale di Cuba emise la Risoluzione No. 80 del 23 ottobre, con l’obiettivo fondamentale di frenare l’entrata di USD in effettivo nel sistema bancario e finanziario cubano.
Tassando le banconote in entrata nel paese si compiono due obiettivi: compensare i costi e i rischi associati al trasferimento fisico delle stesse verso l’estero nelle condizioni d’indurimento del blocco e motivare economicamente coloro che desiderano far entrare denaro nel paese per vie bancarie e mediante l’uso di altre monete (divise) senza le riferite restrizioni, come dollari canadesi, euro, sterline, franchi svizzeri o altro.
• Perché si tassano solo i dollari statunitensi in contanti?
Per frenare l’entrata solamente dei contanti di questa moneta specifica.
• Sono tassati i trasferimenti bancari in USD che si ricevono dall’estero?
Non sono tassati, perché i trasferimenti bancari non sono associati ai già citati costo e rischi per la manipolazione fisica dei USD in contanti. Per cui non necessitano imposte.
• Le operazioni con le schede internazionali sono tassate?
Le operazioni associate alle schede magnetiche non sono tassate del 10%. A Cuba si accettano le schede Visa o Mastercard non emesse da banche statunitensi.
• Perché è necessario mantenere la vigenza dell’imposta al USD in contanti?
Negli ultimi anni il Governo degli USA ha indurito la sua guerra economica contro il popolo di Cuba, dettando nuove misure che provocano significativi danni e creano seri rischi per il normale esercizio dell’attività finanziaria internazionale. La tendenza di negare la realizzazione di operazioni con banche cubane è sempre più crescente da parte delle istituzioni bancarie e finanziarie straniere .
Il Banco Centrale di Cuba, in distinti spazi d’informazione e analisi pubbliche, ha reiterato che l’imposta stabilita per le operazioni in dollari statunitensi in contanti è stata e continua ad essere un tema di valutazione e di permanente attenzione del sistema bancario e delle autorità del Governo cubano.
• Danni alle finanze del blocco delgi Stati Uniti contro Cuba
Tra le principali legislazioni del Congresso e le disposizioni amministrative stabilite dalla politica di blocco contro Cuba, s’incontra la proibizione a qualsiasi persona naturale o giuridica degli USA o di terzi paesi di realizzare transazioni in dollari statunitensi con Cuba.
Oltre ad essere proibito il pagamento in dollari statunitensi a terzi all’estero, è obbligatorio comprare monete di rimborso con le conseguenti perdite derivate dai tassi di cambio.
In questa tappa, l’impatto negativo por concetto della proibizione del dollaro degli USA raggiunge gli 85 139 436 dollari e l’incremento del costo del finanziamento/rischio paese si quantifica in 47 290 204 dollari.
Tra aprile del 2018 e marzo del 2019, sono stati registrati danni al sistema bancario cubano da parte di 140 banche straniere che si sono sommate alla politica di rifiuto dei servizi per via del blocco degli USA.
Fonte: Relazione di Cuba sulla Risoluzione 73/8 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite «Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba».