La difesa di Luiz Inácio Lula da Silva ha informato il 5 dicembre che l’ex presidente brasiliano è stato assolto nel caso detto Cuatrillón PT (Partito dei Lavoratori) sulla presunta organizzazione a delinquere nell’amministrazione pubblica.
«Di fronte a un giudice imparziale, oggi abbiamo l’assoluzione sommaria di @LulaOficialc, ha scritto nella rete sociale Twitter l’avvocato Cristiano Zanin, che fa parte della difesa dell’ex sindacalista.
Zanin ha precisato che il magistrato di Brasilia ha segnalato «l’intento di criminalizzare l’attività politica» con la falsa accusa conosciuta come «Cuatrillón» – che è parte della lawfare (guerra giuridica) contro @LulaOficial».
L’accusa offerta al Supremo Tribunale Federale (STF) risale al 2017, quando l’allora procuratore generale Rodrigo Janot incriminò gli ex presidenti Lula e Dilma Rousseff, e gli ex ministri Antonio Palocci e Guido Mantega.
L’accusa si basava su una presunta organizzazione a delinquere negli schemi dell’ impresa statale Petrobras, il Banco Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale (Bndes) e altri settori dell’amministrazione pubblica, e fu denominata Cuatrillón PT. Quando il ministro Edson Fachin, relatore dell’Operazione Lava Jato nel STF, la inviò al Distretto Federale, poi l’accusa fu avallata dalla Procura Generale della Repubblica (PGR) e ricevuta dal giudice federale Vallisney de Oliveira, che iniziò il processo penale.
La denuncia accusa i dirigenti del PT dell’appropriazione di mazzette di milioni.
In quel momento la PGR dichiarò che tra il 2002 e il 2016 gli accusati «integrarono e strutturarono un’organizzazione criminale che agì durante il periodo in cui Lula e Dilma Rousseff furono presidenti della Repubblica, per commettere una miriade di crimini».
Ora, in ottobre, Marcia Brandão Zollinger, pubblico ministero del Distretto Federale, si è pronunciato a favore dell’assoluzione sommaria di Lula, Rousseff, Palocci e Mantega.